Bambino geopolitico che osserva la nascita dell'uomo nuovo, Salvador Dalí, 1943 |
"Ama, ama follemente, ama più che puoi e, se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente." (William Shakespeare)
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sábado, 26 de marzo de 2016
miércoles, 23 de marzo de 2016
Black is the new noir
Nuovo video teaser - con un vago sentore di tv in bianco e nero degli anni Settanta, e una incalzante colonna sonora di Signor Wolf Funk Exp - per il progetto Black di Andrea Carlo Cappi: la miniserie sul webmagazine Fronte del Blog e il romanzo Black and Blue da Cordero Editore. La miniserie racconta la metamorfosi di un precario spagnolo di colore ai tempi della crisi in un investigatore privato che ricorda certi eroi degli anni Settanta (uno in particolare). I lettori più attenti rcorderanno di averlo già incontrato nel 2015, nel romanzo Agente Nightshade: Bersaglio ISIS, libro riportato tristemente di attualità proprio in questi giorni. Il nuovo romanzo presenta il protagonista in azione, ormai consolidato nel suo ruolo di detective senza licenza, nel corso dell'estate 2015. Il suo territorio è una splendida isola del Miediterraneo, dove si trova però una delle località turistiche, a torto a ragione, più famgerate d'Europa. Si avvicina il momento in cui potrete scoprire le sue avventure... #blackisthenewnoir
Immerso nella natura - Quattro passi per la Valmalenco
Testi e fotografie di Fabio Viganò
Ascendere una montagna, anche se la si conosce,non è mai un fatto scontato. È immergersi nella Natura ritrovando la dimensione umana, passo dopo passo, sacramentando a volte per la fatica. Fatica… Silenzio e fatica, nella Via Alta della Valmalenco. Dalla diga di Campo Moro si cominciano a scalare i “sette sospiri”, sette gradoni praticamente verticali che impongono una certa preparazione e buon fiato. Il peso dello zaino lo si sente soprattutto durante le brevi soste, quando lo si toglie.
In due ore, passiamo dai 1990 metri della diga di Campo Moro ai 2636 metri del Rifugio Carate Brianza. L’accoglienza è calorosa e,quel che più conta, genuina. Lasciati gli zaini, saliti di poco, incontrerete la Bocchetta delle Forbici. Solo allora comincerete a capire perché sia valsa la pena di sudare, scarpinando lungo il sentiero e sui detriti che portano al Rifugio Carate.
Incamminatevi quindi lungo il percorso che vi condurrà al Rifugio Marinelli. Attraverserete una conca, un'ampia vallata, avventurandovi tra corsi d’acqua e laghi di alta montagna, camminando tra rocce e pietrisco, ma sempre al sicuro.
Alla fine, anche se apparentemente distante, vi apparirà , posto sopra il cucuzzolo ,ancora, di un’altra montagna. Eccolo, il Rifugio Marinelli-Bombardieri! Da qui si può proseguire per il Rifugio Marco-Rosa; e da lì alla vetta del Pizzo Bernina oppure, in alternativa, la Punta Marinelli, affrontando un breve ghiacciaio per chiudere quindi con l’arrivo al Rifugio Bignami.
“Cavolo. Sembra distante!” esclama il mio compagno d’arrampicata.
“Il bello deve ancora venire. L’ultimo tratto, la salita, è caina… come direbbero al Carate”, gli rispondo.
Oggi a fondovalle tira un’arietta gelida da non prendere alla leggera. Si continua a camminare e alla fine veniamo ripagati dal panorama apprezzabile dal Marinelli-Bombardieri.
Tutto qui è silenzio. Siamo a quota 2813 metri. In lontananza si sente il rumore di un passo; parrebbe stanco, ma cadenzato. Calpesta il suolo quasi ritmicamente… Poi si ferma. Attende la propria compagna di scalata. Passeranno la notte al rifugio invernale e quindi, tempo permettendo, saliranno al Marco-Rosa.
Quando sarete qui, capirete il significato di “sentirsi immersi nella Natura”. Anche voi probabilmente ne sarete estasiati. Di fronte vedrete il Bernina, lo Scerscen, il Roseg. Non avrete parole. Udrete soltanto il vostro respiro.
Il cielo oggi è terso. Soltanto alcune nubi che paiono disegnate proprio per far da cornice a questo spettacolo. Il silenzio ora regna indisturbato. Persino il vento pare essere calato…
Rispetto. Andare in montagna impone rispetto.
Il prezzo del sacrificio, la natura.
Il prezzo del dovere… il sangue!
Il sangue versato dagli alpini, ricordati da un monumento poco distante da qui. Bombardieri, il relitto dell’elicottero… lo si intravede nella vallata.
Al ritorno…una sorpresa! In prossimità della Bocchetta delle Forbici incontriamo gli stambecchi.
Tra noi e loro non si riesce a capire chi sia maggiormente incuriosito. Ma la Bocchetta delle Forbici ci attende. Eccola, in lontananza! Poco sotto saremo al Rifugio Carate Brianza, dove l’accoglienza è di casa. Lì studieremo la cartina. Poi, parafrasando una nota canzone, “Domani si vedrà…”
A dire il vero, il cielo non promette bene. Ma a cena la compagnia è ottima. Anzi, di più!
Domani si vedrà…
martes, 22 de marzo de 2016
Europa (e non solo) nel mirino
Riflessioni di Andrea Carlo Cappi
Questa volta il sangue è stato versato a Bruxelles. Altre volte a Istanbul, a Parigi e in Tunisia. In realtà molto altro ne viene versato, ma non riusciamo a più a tenere il conto di quanto accade in Siria o in Iraq.
Se in Turchia la situazione è aggravata dai rapporti conflittuali con la minoranza curda - che comprende molte vittime innocenti, ma a quanto parrebbe tuttora anche frange estremiste che compiono attentati sulla folla inerme - altrove la firma è solo una: Daesh, o Isis che dir si voglia.
I bersagli si ripetono. La Turchia, paese che ha sempre fatto da ponte tra Europa e Asia Minore, ai tempi dell'Impero Romano come a quelli dell'Impero Ottomano. La Tunisia, il paese del Nordafrica che meglio ha gestito le conseguenze della Primavera Araba e in cui è planato il Premio Nobel per la Pace. La Francia e il Belgio, due paesi in cui l'osmosi dei jihadisti è continua. L'attentatore del Museo Ebraico di Bruxelles del ventiquattro maggio 2014 fu arrestato in Francia. I terroristi dei giorni di Charlie Hebdo avevano contatti con confratelli in Belgio. La mente delle stragi del tredici novembre veniva dal Belgio, dove è stato arrestato pochi giorni fa.
I bersagli si ripetono. La Turchia, paese che ha sempre fatto da ponte tra Europa e Asia Minore, ai tempi dell'Impero Romano come a quelli dell'Impero Ottomano. La Tunisia, il paese del Nordafrica che meglio ha gestito le conseguenze della Primavera Araba e in cui è planato il Premio Nobel per la Pace. La Francia e il Belgio, due paesi in cui l'osmosi dei jihadisti è continua. L'attentatore del Museo Ebraico di Bruxelles del ventiquattro maggio 2014 fu arrestato in Francia. I terroristi dei giorni di Charlie Hebdo avevano contatti con confratelli in Belgio. La mente delle stragi del tredici novembre veniva dal Belgio, dove è stato arrestato pochi giorni fa.
Coincidenza? Rappresaglia? Di certo la scelta di un giorno feriale alle soglie della Pasqua non sembra casuale: forse il piano era già pronto ed è stato messo in atto con tempestività. In fondo bastano pochi volontari per commettere varie stragi simultanee e coordinate. La tecnica: attaccare su più fronti e fare il maggior numero possibile di vittime, come a Parigi lo scorso autunno. Ma, a differenza del tredici novembre, la scelta dell'orario è stata il mattino, quando sui mezzi pubblici ci sono folle di studenti e lavoratori. La stessa scelta degli affiliati ad al Qaeda per le stragi di Madrid e Londra. Dopotutto, prima di rendersi indipendente dall'organizzazione che fu di bin Laden, per qualche tempo ciò che oggi si fa chiamare "Stato Islamico" è andato sotto il nome di "al Qaeda in Iraq".
Stessi metodi, dunque, anche se le denominazioni sono diverse. E di diverso c'è il grado di fanatismo: il Daesh supera persino i livelli di al Qaeda. Ma, se la sorella maggiore affonda le radici nella guerra in Afghanistan degli anni Ottanta e negli aiuti americani in funzione antisovietica di quell'epoca, lo "Stato Islamico" trae origine da una serie di gravi errori degli USA. Primo fra tutti, quello di abbattere con pretesti infondati il regime iraqeno - in origine laico e ormai inerte - di Saddam Hussein, destabilizzando l'area; secondo, quello di raggruppare nelle prigioni americane in Iraq i leader dei vari gruppi fondamentalisti, consentendo loro di costruire in riunioni carcerarie certe alleanze e coalizioni altrimenti impossibili; terzo, sostenere in Iraq un governo a prevalenza sciita, dando ad al-Baghdadi un valido pretesto per ergersi a (sedicente) difensore della causa sunnita.
Fortunatamente George Bush Jr. non ha fatto in tempo ad aprire - dopo Afghanistan e Iraq, missioni tutt'altro che compiute - un terzo fronte in Iran, altrimenti la conseguenza sarebbe stata una guerra di tutti contro tutti. Già le alleanze sono scomode ora che USA ed Europa si sono riavvicinati all'Iran.
La guerra civile esplosa in Siria all'indomani della Primavera Araba non ha subito interferenze dirette europee o americane - a differenza di quanto accaduto in Libia. A Damasco il dittatore, grazie anche al sostegno russo oltre che a quello iraniano, è rimasto al potere e la guerra non ha avuto svolte decisive in favore dei ribelli. Il che ha permesso l'ingerenza del Daesh, già consolidatosi in Iraq. Così i ribelli si sono trovati tra due fuochi: lo "Stato Islamico di Iraq e Siria" e l'esercito regolare siriano, cui si sono aggiunti di recente i bombardamenti russi, che non si sono concentrati sull'Isis ma hanno colpito chiunque fosse contrario al regime.
Nel frattempo il Daesh, come al solito, ha bisogno di "nemici esterni" per consolidare il proprio potere interno. Quindi: l'Occidente. L'America è lontana e in genere è più facile colpire in Europa, di cui Bruxelles è un centro nevralgico. Un'Europa dove si trovano molti proseliti non già negli immigrati di recente acquisizione - per quanto nel grande numero si nascondano anche gli infiltrati - ma in una base di cittadini europei di origini nordafricane e mediorientali costretti - complice anche la crisi - negli strati più bassi e frustrati della società. Ed ecco le cellule autarchiche (ma sempre ben fornite di armi ed esplosivi) e gli attentati, vissuti come una presunta rivalsa sulla società.
Risultato degli attacchi, a parte il triste conteggio delle vittime: una torrenzialità mediatica che mantiene vivo il senso di terrore nella popolazione (distraendola temporaneamente dal calcio) e funziona da pubblicità per il reclutamento di nuovi aspiranti fanatici, che evidentemente puntano a esperienze più sanguinose dei tafferugli alle partite. Del resto, ci sono anche foreign fighters italiani con famiglie, nomi e cognomi italiani.
Ulteriore effetto collaterale: far sì che gli occidentali di origine "occidentale" comincino a guardare con sospetto quelli di origine nordafricana o mediorientale, gli immigrati e i profughi, questi ultimi già al centro di una grave crisi per "risolvere" la quale è stato appena approvato un accordo euro-turco su cui ci sarebbe da discutere sotto molti aspetti.
E in tutto questo il Belgio, per quanto molto attivo nelle indagini all'indomani degli attentati di Bruxelles e Parigi, ha seri problemi ad affrontare la situazione. Basti pensare che in dicembre l'artefice delle stragi in Francia del tredici novembre riuscì a sfuggire alla polizia belga grazie - si dice - a una legge arcaica che proibisce le perquisizioni dalle ore ventitré alle sei del mattino seguente.
Come risolvere il problema del terrorismo? Trasformare l'Europa in uno stato di polizia dalle frontiere sbarrate, che diverebbe invivibile per i cittadini innocenti ma non ostacolerebbe più che tanto gli attentatori? Scacciare tutti coloro che hanno una tonalità di pelle diversa da quella ritenuta autoctona? Acuire le tensioni in modo che sempre più "stranieri" o figli e nipoti europei di "stranieri" comincino a pensare di improvvisarsi foreign fighters per legittima difesa? Tutte soluzioni che sarebbero facili da cavalcare per i politici, che notoriamente non condividono i problemi quotidiani dei loro sudditi - pardon - concittadini. E poi chi sbraita più forte raccoglie sempre un po' di elettori. Trump docet. Ma in queste situazioni la soluzione migliore passa sempre per l'intelligence, nel duplice significato di raccolta di informazioni e, più semplicemente, intelligenza.
lunes, 21 de marzo de 2016
Black and Blue - Bookteaser
Chi è "il nuovo detective"?
Dov'è la "città del peccato"?
E perché da oggi sui social network appaiono messaggi contrassegnati da un hashtag #blackisthenewnoir?
Lo scoprirete presto... seguendo gli indizi su questo blog.
sábado, 19 de marzo de 2016
Le Grandi Spie - booktrailer
Nel 2010 Le grandi spie di Andrea Carlo Cappi fu l'unico successo di Vallardi Editore che non parlasse di cucina bensì... di agenti segreti, Attualmente è in commercio solo in versione ebook. Ma ora è possibile ordinare copie autografate del libro in edizione cartacea, in vendita a 10,00 euro presso la Libreria Virtuale di Ermione.
Guarda tutti i video de Le Grandi Spie.viernes, 18 de marzo de 2016
Enrico Luceri "Lacrime di donne tradite"
La presentazione del giallo di Enrico Luceri Lacrime di donne tradite, edito in ebook da Delos Crime: un'indagine del commissario Buonocore, già protagonista del romanzo Le colpe dei figli, apparso ne Il Giallo Mondadori. Una serata all'Admiral Hotel di Milano, con l'autore e gli scrittori Andrea Carlo Cappi e Stefano Di Marino.
Latex e biscotti in libreria
Recensione di Andrea Carlo Cappi
Torna con un nuovo romanzo Giuseppe Foderaro, di cui abbiamo parlato l'anno scorso a proposito di Anche gli angeli mangiano kebab. Ma questa volta non siamo nella Milano nera del
detective assicurativo Sauro Badalamenti (qui nominato solo di
sfuggita), non ci sono delitti né indagini e la morte è
solo piccola. E deliziosa. Morte deliziosa è del resto
il nome della pasticceria più esclusiva di Roma – a due
passi da Castel Sant'Angelo – che Agnese Crosara ha battezzato con
il nome della sua creazione più celebre. Rifornisce politici e
prelati, crea status symbol culinari per l'alta borghesia, esplora
sempre nuove frontiere del gusto fuori dalle convenzioni.
Il suo approccio alla pasticceria
non è diverso da quello all'erotismo: senza freni o barriere.
Perché, prima per pagarsi gli studi e ora per finanziare la
sua attività imprenditoriale, Agnese è anche una
raffinata mistress su commissione, con tanto di costume da Catwoman e
frustino. E, lasciato il negozio, si trasferisce nella sua altra
bottega, Lo specchio dei desideri, dove si presentano uomini e
donne in cerca di umiliazione, espiazione e appagamento. Agnese è
mistress per necessità ma anche per vocazione: il suo
atteggiamento con i clienti dell'una e dell'altra attività è
sempre più simile, così come è dominante il
rapporto con gli allievi dei suoi corsi di pasticceria, perlopiù giovani
viziati e perditempo tra i quali si nascondono solo pochi ma
meritevoli possibili successori.
La relazione più ambigua
è però quella con Jerome, ex bocconiano, fiscalista e socio, ma
anche cliente e amante. Il rapporto tra loro dovrebbe essere quello
tra padrona e schiavo, ma a insaputa di lei Jerome si umilia per
vincere. Sicché alla lunga tra i due si crea una mutua dipendenza, che né
lui né lei (ma forse soprattutto lei) vogliono ammettere
essere amore. L'ansia di autocontrollo e indipendenza da parte di
Agnese, la consuetudine all'apparenza da parte di Jerome sono i
peggiori nemici di sentimenti che entrambi trovano troppo
ingombranti. E, come in certe invenzioni gastronomiche di moda oggi,
l'ossessione per l'estetica e l'esteriorità rischia di far
passare in secondo piano la ricerca dei sapori più autentici.
Quale sarà il
destino dei due protagonisti? Perpetuare all'infinito il gioco di
ruoli oppure distruggere ciò che rifiutano di vedere? È
il mistero da risolvere in questo romanzo erotico-filosofico, ironico
e sentimentale, che rivela appieno l'altro lato di uno scrittore già
di per sé imprevedibile.
Latex e biscotti di Giuseppe Foderaro (Giraldi Editore, 168 pagine, 11,50 euro).
jueves, 17 de marzo de 2016
Senza dèi, fuori dall'Eden
Recensione di Andrea Carlo Cappi
Non
essere né un musicista né un critico musicale può
essere un vantaggio: si ascolta un disco affidandosi alle sensazioni
più che ai riferimenti culturali. Come ho fatto per Fuori
dall'Eden (2016) degli
Acinideva, gruppo di Genova con cui mi è capitato di dividere
il palco tempo fa all'ormai chiuso
Torchietto Bistrò, sui Navigli di Milano. L'impressione
dal vivo era stata quella di tornare ai tempi del progressive rock
italiano, mentre le suggestioni dell'album (con Alessandro Ottaviani,
voce; Tommaso Piana, chitarra; Loris Andreotti, basso; Roberto Pinna,
batteria; Fabio Cloud, chitarra, che firmano collettivamente le
musiche) sono ancora più estese: dure, ironiche o struggenti a
seconda dei brani. E uso la parola disco – anche se lo sto
ascoltando su cd e non su vinile – perché il libretto dei
testi di Alessandro Ottaviani, accompagnato da illustrazioni di
Simone Alfarone, rimanda a una stagione in cui ascolto, lettura e
visione erano esperienze che si completavano a vicenda.
Dai testi dell'album emerge un'umanità ormai da troppo tempo sfrattata dall'Eden. Esuli acini d'Eva che vivono sul filo del rasoio in un universo artificiale (Ossigeno). Ci sono fragili appigli di speranza (Lampedusa), ipotesi di sarcastica rivalsa (Norwegian Suite) o grappoli di illusione mediatica (Polvere di star) dietro cui barare fino all'ultimo anche con noi stessi (L'inganno). Aleggia una resa dei conti globale dalla quale forse si salverà solo chi riuscirà a farsi passare per innocente (Arbeit Macht Frei). Ci sono sprazzi d'amore, anche se tra i ricordi brucianti che non si riescono a bruciare dopo l'abbandono (Istantanee) e l'eroica hybris di una passione senza lieto fine (Prima del bacio tra Paolo e Francesca), l'unico momento di salvezza è il sentimento alla sua genesi (Il cantico dei cantici). Un album amaro, a tratti pungente, capace di momenti profondamente lirici. Non sono né un musicista, né un critico musicale ma la sensazione di avere a che fare con un notevole gruppo di rock italiano è più che motivata.
Copie del cd Fuori dall'Eden sono disponibili presso la Libreria virtuale di Ermione (fino a esaurimento scorte).
miércoles, 16 de marzo de 2016
Sfidando gli dèi dell'Olimpo
Testi e fotografie di Fabio Viganò
“Da quassù il mondo degli uomini altro non sembra che follia, grigiore racchiuso dentro se stesso. E pensare che lo si reputa vivo soltanto perché è caotico e rumoroso.”
Walter Bonatti
Cosa sarà mai a spingere l’uomo, il piccolo uomo, a compiere imprese titaniche, giudicate persino impossibili sino a quando non si son compiute? E talvolta la ricompensa è pena, segregazione, allontanamento… È sofferenza. Chiedetelo a Prometeo!
Prometeo, incatenato a una roccia… per aver rubato il fuoco agli dèi. Un’aquila, ogni notte, pasteggia dilaniandogli il fegato. Un tormento. Il supplizio ricevuto per aver donato agli uomini il fuoco!
Ma chi sfida le rocce, passo dopo passo, marciando a testa bassa e china - nella bufera, se necessario - con il peso di uno zaino che ormai non sente nemmeno più, tanta è la fatica… e tanta è la concentrazione? Un errore equivarrebbe a morire. A certe temperature. poi... anche fermarsi per poco, quando il freddo taglia impietoso il viso, sferzando sibilante sin dentro le membra, significa rischiare la vita.
Non necessariamente dobbiamo scalare il K2 per essere umiliati e, chissà, persino derisi. Ogni essere umano ha diritto a essere riconosciuto come tale. Ognuno di noi ha la propria montagna da scalare, o gli abissi da affrontare. La vetta di una montagna, alta o bassa che sia, quando viene raggiunta, tempra il carattere, forgia il futuro uomo. Ci si sente felici, come bambini. E come tali… puri nell’animo.
Il Monte delle Forbici, posto proprio sopra il Rifugio Carate Brianza, sarà il nostro monte.
In montagna, come nelle profondità marine, si divide la Vita come la Morte. Il monte sembra essere di facile ascesa…sembra. Il cammino diviene subito ripido e la montagna pare torcersi su sé stessa. Si continua a salire e poi diventa lievemente pianeggiante. È uno di quei percorsi fatti per tagliar le gambe. È mattina presto e dobbiamo stare attenti alle zone in ombra: i sassi sono imperlati di brina gelata. Usiamo braccia e gambe in alcuni tratti.
Si sale ancora… e ancora! Ma sembra essere l’ultimo strappo. “Attento alla tua sinistra. C’è uno strapiombo e i sassi per terra son gelati”, dico al mio compagno di arrampicata. Mi risponde di aver capito. Il Carate è scomparso da tempo. S’intravede la vetta. Un senso di pace e stupore ci pervade. Avevano ragione al Rifugio: panorama a trecentosessanta gradi. Dietro di me il Pizzo Scalino… ed ecco il Roseg, lo Scerscen, il Bernina… e là deve esserci il Marinelli.
”Fantastico!” esclama estasiato il mio amico, una volta raggiunta quota 2910 metri. Avevano ragione. Dalla vetta del Monte delle Forbici il panorama non ha eguali. E il resto non esiste, almeno per ora. Prometeo, ti ringrazio.
Le Grandi Spie - parte 6
Sesta (e ultima) parte del programma sullo spionaggio per Le Storie di Corrado Augias, dedicato al libro di Andrea Carlo Cappi Le grandi spie, trasmesso su RaiTre il 26 marzo 2010. In questa sezione si parla dei servizi segreti russi e dei loro antesignani del periodo sovietico.
Le grandi spie (edito da Vallardi e attualmente sul mercato solo in versione ebook) è disponibile in volume autografato dall'autore a 10,00 euro presso la Libreria virtuale di Ermione.
martes, 15 de marzo de 2016
Le Grandi Spie - parte 5
La quinta parte del programma sullo spionaggio per Le Storie di Corrado Augias, dedicato al libro di Andrea Carlo Cappi Le grandi spie, trasmesso su RaiTre il 26 marzo 2010. Qui si parla delle origini e degli obiettivi originari delle reti Stay Behind, e dei loro legami con la Strategia della Tensione.
Le grandi spie (edito da Vallardi e attualmente sul mercato solo in versione ebook) è disponibile in volume autografato dall'autore a 10,00 euro presso la Libreria virtuale di Ermione.
Guarda anche Le Grandi Spie - parte 6
Guarda anche Le Grandi Spie - parte 6
sábado, 12 de marzo de 2016
Le Grandi Spie - parte 4
La quarta parte del programma di Corrado Augias trasmesso nel marzo 2010, dedicato a Le grandi spie di Andrea Carlo Cappi. In questa sezione si parla di agenti italiani (le vicende di Calipari e Colazzo) ma anche di spy story letteraria e di autori provenienti dal mondo dei servizi segreti: dai dubbi del James Bond di Ian Fleming alle tentazioni di John Le Carré.
Il libro Le grandi spie (Vallardi), oggi sul mercato solo in versione ebook, è ora reperibile in volume autografato (al prezzo speciale di 10,00 euro) presso la Libreria virtuale di Ermione.
Guarda anche Le Grandi Spie - parte 5
Guarda anche Le Grandi Spie - parte 5
jueves, 10 de marzo de 2016
Le Grandi Spie - parte 3
Terza parte del programma tv di Corrado Augias sullo spionaggio (RaiTre, marzo 2010) con Andrea Carlo Cappi e il suo libro Le grandi spie (Vallardi). Ora si parla di John Le Carré, della Guerra Fredda e di cosa ne ha preso il posto.
Le grandi spie, attualmente sul mercato come ebook, è disponibile in volume autografato dall'autore a 10,00 euro presso la Libreria virtuale di Ermione.
Guarda anche Le Grandi Spie - parte 4
Le Grandi Spie - parte 2
Seconda parte del programma sullo spionaggio di Corrado Augias con Andrea Carlo Cappi e il suo libro Le grandi spie. Questa volta si parla di Kim Philby, la leggendaria talpa sovietica nei servizi segreti britannici, e del suo "rivale" John Le Carré, poi autore di alcuni delle più grandi spy-story del XX secolo.
Le grandi spie (edito da Vallardi e attualmente sul mercato solo in versione ebook) è ora disponibile in volume autografato dall'autore a 10,00 euro presso la Libreria virtuale di Ermione.
Guarda anche Le grandi spie - parte 3
Guarda anche Le grandi spie - parte 3
miércoles, 9 de marzo de 2016
Le Grandi Spie - parte 1
Nel marzo 2010 andava in onda su RaiTre, nel programma Le Storie di Corrado Augias, una conversazione sui temi dello spionaggio, in occasione dell'uscita del libro Le grandi spie di Andrea Carlo Cappi. L'argomento principale della prima parte è la vicenda di Mata Hari.
Oggi il libro è disponibile dall'editore Vallardi solo in versione ebook, ma potete trovarne copie in cartaceo autografate dall'autore a prezzo speciale presso la Libreria virtuale di Ermione.
Guarda anche Le grandi spie - parte 2
Guarda anche Le grandi spie - parte 2
martes, 8 de marzo de 2016
Felice Festa della Donna
Otto Marzo: cosa saremmo noi uomini,
senza le donne? Nulla... probabilmente!
(Fabio Viganò)
Come per molte feste, nell'Otto Marzo c'è un significato più profondo di quello commerciale. Un significato che non va dimenticato gli altri 364 (o, quest'anno, 365) giorni. Auguri a tutte le donne - e a tutti coloro che sono sempre al loro fianco - dal Rifugio dei Peccatori.
(Andrea Carlo Cappi)
miércoles, 2 de marzo de 2016
"La Poetessa dei Navigli" al Balubà
Dopo più di tre anni di felicissima collaborazione con le serate letterarie di Andrea G. Pinketts, il Balubà Café di Milano dedica un ultimo appuntamento al suo pubblico del giovedì prima di chiudere. Il 3 marzo viene presentato il libro di Aldo Colonnello pubblicato da Meravigli: Alda Merini, la Poetessa dei Navigli. L'ultima occasione per ritrovarsi insieme nella cripta milanese che dal 2012 ha ospitato con successo decine e decine di appuntamenti di cultura e divertimento.
Giovedì 3 marzo, dalle ore 21.00, in via Carlo Foldi 1 (piazza S. Maria del Suffragio, zona piazza Cinque Giornate), Milano.
Giovedì 3 marzo, dalle ore 21.00, in via Carlo Foldi 1 (piazza S. Maria del Suffragio, zona piazza Cinque Giornate), Milano.