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sábado, 23 de septiembre de 2023

Vita da pulp - Unicum


Riflessioni di un celebre scrittore ignoto di Andrea Carlo Cappi 

Oggi in molte città italiane si celebrano festival dedicati al giallo e al noir. Ma provate a immaginarne uno che si svolga nello stesso momento in cinque città diverse, per esempio Genova, Milano, Napoli, Torino e Verona. E che non duri solo qualche giorno, bensì un mese intero, diciamo tutto ottobre. Trentuno giorni, in cinque città contemporaneamente.
E supponiamo che il festival sia accompagnato da un fascicolo gratuito di ventiquattro pagine, contenente le illustrazioni del più grande specialista italiano di copertine mystery e thriller, Carlo Jacono (Il Giallo Mondadori, Segretissimo, ma anche Urania, la Domenica del Corriere e moltissime altre pubblicazioni) i cui ritratti dei grandi personaggi del giallo, ciascuno corredato di una scheda di presentazione, siano anche fisicamente in mostra per tutto il mese in una delle sedi del festival; e che il fascicolo, insieme a una sintetica storia del genere e dei suoi sottogeneri, proponga una selezione di libri irrinunciabili per ciascun filone, per tutto quel mese in vendita scontati del 15% nelle sedi del festival. E che l'ideatore della manifestazione, oltre ad avere selezionato i libri, scritto i testi e organizzato la mostra, conduca personalmente un gran numero di eventi, viaggiando tutti i giorni da una città all'altra.
Impossibile, direte voi.
Invece no.
Io l'ho fatto.
Venti anni fa, dal primo al trentuno ottobre 2003, per tutto il mese nelle sedi Fnac di Genova, Milano, Napoli, Torino e Verona - grazie al prezioso supporto organizzativo dello staff della compagnia nelle varie città - realizzai Lezioni di giallo, il più grande festival su questo argomento mai celebrato in Italia. E a questo dedico il post numero ottanta di questa rubrica.

I miei primi contatti con Fnac Italia risalivano a una serie di eventi organizzati da Edizioni Addictions nelle sedi di Milano e Verona, in cui lo spettacolo della "scrittura dal vivo" permetteva di svelare tecniche e segreti del mestiere. Nel 2003 Fnac era alla ricerca di un "responsabile dell'azione culturale" a livello nazionale, che affiancasse le/i responsabili delle singole sedi. Data la mia esperienza nella preparazione e conduzione di eventi, fui scelto per l'incarico e il primo settembre 2003 entrai in servizio nella sede centrale di Milano.
Per cominciare, proposi un progetto di sicuro successo che, grazie ai miei contatti personali, sarebbe stato attuabile in tempi rapidi: Lezioni di gialloNon solo conoscevo autrici, autori e figure storiche dell'editoria thriller italiana - come la leggendaria Lia Volpatti, già caporedattore de Il Giallo Mondadori, che avrebbe tenuto una lezione sulla narrativa mystery a Genova - ma dal 2000 ero il curatore dell'Archivio Jacono, che io stesso avevo creato a pochi giorni dalla scomparsa di uno dei più grandi illustratori italiani.
Tra i numerosi incontri di Lezioni di giallo ci sono anche quelli nelle cinque città con l'amico Pedro Casals, maestro del giallo barcellonese: avevo appena acquisito per l'Italia, presso Edizioni Addictions, i suoi romanzi bestseller in Spagna. Il suo primo evento, a Napoli, coincise con la notizia dalla morte di Manuel Vázquez Montalbán, cui quel pomeriggio dedicammo i nostri ricordi personali. Inoltre Pedro era un grande estimatore di Gino Paoli (citato in uno dei suoi libri) e, con la complicità della responsabile locale, potei fargli trovare a sorpresa il celeberrimo cantautore in prima fila tra il pubblico a Genova. Fu un periodo iperattivo: in settembre avevo avuto un giorno di permesso per correre a Roma, in veste di co-sceneggiatore, alla presentazione alla stampa del serial di RadioRAI Mata Hari con Veronica Pivetti, che sarebbe stato seguito da milioni di persone; inoltre continuavo a collaborare con Sonzogno e in ottobre lessi il dattiloscritto del primo romanzo della serie Dexter di Jeff Lindsay, raccomandando subito alla casa editrice di comprarne i diritti e affidarmene la traduzione.

Nel frattempo, Fnac Italia aveva deciso di pubblicare entro novembre una propria "agenda culturale", per la quale cercava una formula originale. Così, mentre i miei colleghi nell'ufficio di via della Palla a Milano raccoglievano informazioni dettagliate sui vari eventi previsti per il 2004 da inserire mese per mese e reclutavano il fotografo Daniele Dainelli per dare un'impronta visiva al volume, fra un treno, un aereo e un albergo io curavo una vera e propria antologia di autrici e autori italiani: ogni sezione, da gennaio a dicembre, era aperta infatti da un racconto inedito e scritto appositamente, ambientato proprio in quel mese in una delle cinque città italiane in cui Fnac era presente. Così nel novembre 2003 fu pubblicata la prima e unica In agenda Fnac, anche questa frutto di un brillante lavoro di squadra e dei miei contatti personali.
Purtroppo proprio quell'autunno, prima ancora di vedere i risultati conseguiti, ai vertici francesi della compagnia fu deciso che "l'azione culturale" in Italia andava ridimensionata, in favore di attività più commerciali. Non c'era più spazio per altri progetti e non potevo più svolgere il lavoro per cui ero stato assunto, perciò in dicembre rassegnai le dimissioni e da gennaio tornai a dedicarmi a tempo pieno all'editoria. La scelta di trascurare in Italia quella che nel resto del mondo era una vocazione aziendale non fu una buona mossa, dato che di lì a qualche tempo Fnac Italia avrebbe chiuso i battenti.
Resta il fatto che nell'ottobre 2003, grazie a una fortunata congiunzione astrale, ero stato ideatore e testimonial di un festival del giallo che non aveva precedenti allora e non è stato mai eguagliato in seguito. Anche perché, tra la crisi globale, la pandemia e tutto il resto, ormai non è facile trovare i fondi per operazioni di questo tipo. Per esempio, il Festival Torre Crawford, con cui collaboro dal 2020, gode di un budget decisamente più limitato, vive del volontariato degli organizzatori - impegnati per tutto l'anno nelle numerose e complesse attività del Premio omonimo - e si consuma nello spazio di un fine-settimana. Nondimeno, mi fa piacere ricordare, a vent'anni di distanza, che sono stato al centro di qualcosa di unico e forse irripetibile nel panorama italiano.

(Immagine: copertina del fascicolo Lezioni di giallo, con l'illustrazione di Carlo Jacono realizzata originariamente per L'ultimo vero bacio di James Crumley edito nella collana I Classici del Giallo, Mondadori).

Continua...




Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker. È direttore artistico del Premio Torre Crawford. Per Delos Digital cura la collana in ebook Spy Game.

jueves, 14 de septiembre de 2023

Vita da pulp - Deadline

Al Festival Torre Crawford 2023 (da una foto di A. Martinelli)

Riflessioni di un celebre scrittore ignoto di Andrea Carlo Cappi 

Il termine deadline entrò nel gergo giornalistico statunitense poco più di un secolo fa, per indicare il limite di tempo consentito per la consegna di un articolo, considerando la tempistica necessaria per la sua pubblicazione entro una data prefissata.
Trovo significativo il fatto che la parola deadline sia attribuita al capitano Henry Wirz, comandante del famigerato campo di prigionia sudista di Andersonville, Georgia, durante la Guerra Civile americana: la deadline era una linea perlopiù immaginaria che correva a venti piedi (circa sei metri) dalla palizzata del campo, le cui guardie avevano ordine di sparare su qualsiasi detenuto che la superasse anche di un millimetro. Il termine divenne noto nel 1864, quando Wirz - sudista di adozione in quanto nato a Zurigo una quarantina d'anni prima ed emigrato in Louisiana dopo una sentenza di esilio per appropriazione indebita - fu processato come criminale di guerra per la sua gestione di Andersonville. Per la cronaca, fu condannato a morte e venne impiccato alle 10.32 del 10 novembre 1865.
La vita di chi scrive pulp è costellata di deadlines. Per chi si fosse sintonizzato solo ora su questa rubrica, quando dico "pulp" mi riferisco al significato originario: la narrativa popolare che prosegue la tradizione delle riviste nordamericane chiamate pulp magazines, a loro volta eredi del feuilleton francese. Chi scrive opere di questa vasta categoria spesso si occupa di vari generi e sottogeneri, assumendo stili diversi e passando dal mystery classico al noir e alla spy story, dalla fantascienza al fantasy, dallo storico al contemporaneo, dall'avventura al western. Da questo tipo di narrativa "di massa" - di cui in Italia sono stati massimi esponenti Emilio Salgari, Giorgio Scerbanenco e Stefano Di Marino - sono emerse opere oggi considerate "letteratura" al di sopra delle etichette. Di solito però (e nemmeno sempre) capita quando gli autori sono già morti. Morti a forza di correre dietro alle deadlines.

Chi scrive pulp, specie se questa è la sua attività principale, deve com'è ovvio consegnare ogni lavoro entro una certa data. Ma, poiché quel singolo lavoro non basterà a viverci, dovrà farne altri, ognuno con la relativa deadline. E, poiché l'editoria è in crisi, tutti insieme quei lavori non saranno sufficienti e bisognerà farne altri ancora. E, se poi ci si appassiona anche ad attività culturali non remunerative, si aumenta la quantità di impegni da onorare con scadenze precise. Alla fine la vita diviene una corsa tra una deadline e quella successiva, in una continua lotta contro il tempo.
Di fatto è una sorta di sport estremo non omologato, in cui tuttavia i record vengono superati di continuo; è una specie di reality show di sopravvivenza in cui non ci sono telecamere sul campo né opinionisti in studio. Ma i risultati dovrebbero essere sotto i nasi di tutti, anche se i nasi di tutti sono spesso orientati sull'ultimo fenomeno da baraccone dell'editoria.
Uno dei vantaggi dell'era di Internet, però, è che chi scrive pulp può anche tenere un blog - quando ne ha il tempo - e tirare le somme su quanto ha prodotto negli ultimi mesi.

Per quanto mi riguarda, in questi giorni - ovvero la metà di settembre del 2023 - ho finito il mio terzo romanzo inedito dall'inizio dell'anno, cui vanno sommati anche quattro romanzi brevi e le prime sette puntate di un serial (circa metà di un romanzo, ma più complesso da scrivere). Ho curato vari episodi di una collana di novelettes in ebook per la collana "Spy Game" di Delos Digital; e l'antologia Uomo in mare! del Premio Torre Crawford (ora in cartaceo e ebook su Amazon) dopo aver presieduto la giuria che ne ha selezionato i racconti e avere tradotto la novelette di F. M. Crawford che apre il volume e gli dà il titolo. Nel frattempo ho tradotto anche un romanzo di Dirk Cussler, figlio e continuatore di Clive Cussler.
Ho rivisto per nuove edizioni tre miei libri già esistenti, pubblicati negli ultimi sei mesi, e ora faccio lo stesso per un quarto; ho appena riletto le bozze di un romanzo scritto lo scorso anno, di prossima uscita. Intanto ho da poco presentato il Festival Torre Crawford a San Nicola Arcella (Cosenza), ho chiuso insieme al disegnatore Riccardo Nunziati la bella mostra "Diabolik & Eva Kant al mare" a Bocca di Magra (Ameglia, La Spezia) e sono in partenza per Pescara, dove domenica 17 settembre 2023 alle 19.15 tengo con lo scrittore Enzo Verrengia una conferenza su un celebre caso di spionaggio nell'ambito di "Pescara a Luci Gialle".
Insomma, in questo campo esiste un tipo di "eccellenza italiana" (per impiegare una definizione abusata) della quale non si parla, ma di cui si accorge per fortuna un manipolo ancora folto di lettrici e lettori che mi danno da vivere e che ringrazio. Ma ora vi saluto: oggi mi aspetta un'altra deadline.

Continua...




Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker. È direttore artistico del Premio Torre Crawford. Per Delos Digital cura la collana in ebook Spy Game.