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miércoles, 19 de agosto de 2015

Ayrton Senna: l''importanza di essere uomo



Articolo di Fabio Viganò

Non vogliamo parlare del pilota. Troppo si è detto… Lui ha sempre parlato con i fatti. L’unica verità è che Ayrton Senna amava correre. Amava il suo lavoro. Quando lo vedevi entrare nell’abitacolo della sua monoposto di F1, concentratissimo, si poteva essere certi di una cosa: avrebbe dato il massimo.
Dare il massimo di sé era nella sua naturale essenza di uomo. Lo vedevi schizzar fuori dai box in preda a una sorta di “divina mania”. In quel momento iniziava la sua danza: quasi fosse in simbiosi con la vettura, affrontava curve a velocità impressionanti, giostrando le sterzate con maestria, chiudendo o aprendo la sempre al punto giusto. Ne usciva sempre in accelerazione, non importava che tipo di curva affrontasse. Era una continua lotta contro la forza centrifuga! In ogni gara disegnava traiettorie irripetibili, armoniose, indicibilmente sorprendenti.



Teneva molto al Gran Premio d’Italia, dove mi capitava d’incontrarlo per pochi momenti. Monza lo appassionava! Credo che il motivo sia da ricercarsi nel circuito stesso: quello di Monza è uno tra i più veloci al mondo. Ma Senna ha sempre cercato il sano agonismo,fatto di correttezza e lealtà. Non è un luogo comune il definirlo una brava persona. Ayrton Senna è stato una brava persona e un galantuomo. È stato prima uomo, poi pilota di formula 1, proprio perché non ha mai perso la spontaneità del bambino.
Poche volte l’ho visto sorridere: la gara incombeva. Ma quando capitava… stavi bene anche tu. Era come se all’orizzonte spuntasse finalmente il sole.
“Siate coerenti e siate sempre voi stessi…” Questo direbbe l’uomo Senna, oggi, se fosse ancora vivo. Essere coerenti, in certe occasioni può risultare essere oltremodo scomodo. Però aiuta a crescere. Ci insegna a divenire uomini.
Essere noi stessi non è mai facile. Ayrton, e altri come lui, ad esempio Elio De Angelis, hanno insegnato al mondo intero l’arte di esserlo, costi quel che costi. Ci hanno lasciato valori veri. Valori che nessuna curva del Tamburello ci potrà mai togliere. Chi ha avuto il privilegio di conoscere Senna non lo dimenticherà mai. La modestia e la semplicità con cui ti parlava erano disarmanti. Sapeva sempre metterti a tuo agio. Era, semplicemente, una persona speciale, una persona vera, capace di ribellarsi a ciò che riteneva ingiusto.
Certe persone non muoiono mai. Se Dio, quel giorno del 1994 a Imola, ti ha voluto fare il regalo più grande che esista, cioè vederLo, allora starai sorridendo…
Grazie Ayrton.













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