A. C. Cappi in una foto di Catilina Sherman |
Articolo pubblicato originariamente nel marzo 2021. Nella notte tra il 14 e il 15 maggio 2021, qualcuno ha tentato di farlo cancellare dal web - insieme ad altri post di questo blog (anche non miei) e, forse, nelle sue intenzioni, l'intero blog "Il Rifugio dei Peccatori" - con la falsa accusa di contenere malware o virus. A seguito di tale "segnalazione" (flagging) la piattaforma ha cautelativamente rimosso questo e altri tre post da Internet. Per fortuna, dietro mia richiesta, con estrema professionalità e serietà la piattaforma blogger li ha riesaminati e scagionati, autorizzandone la ripubblicazione. Se è stato questo articolo a scatenare l'ira dell'hater e il sabotaggio, il mio persecutore - già sospettabile in passato della manomissione della pagina a me dedicata su Wikipedia e nel gennaio 2021 di una falsa accusa di spam su un noto social network, facendovi censurare per sempre qualsiasi link al mio neonato blog Kverse - si è praticamente fatto riconoscere, visto che era già menzionato (anche se non ne facevo nome e cognome) nelle ultime righe.
Riflessioni di un celebre scrittore ignoto di Andrea Carlo Cappi
Per essere un presunto blogger sono, lo ammetto, discontinuo. D'altra parte ogni tanto gli scrittori hanno da fare. Nell'immaginario collettivo, chi scrive libri tira l'alba fra gli stravizi, si alza tardi e per il resto della giornata gode di fama e successo, fino all'ora in cui torna agli stravizi: la vita glamour dello scrittore, insomma.
Be', credo che ci sia stato qualche equivoco, perché - se pure qualche volta mi è capitato di rientrare a casa quando l'aurora dalle dita rosate tingeva il cielo di Milano - in questo periodo il primo canto degli uccellini è il rumore che sento dopo la sveglia. Per sette giorni alla settimana l'orario di lavoro comincia alle cinque del mattino e non lascia molto spazio per socializzare. Il colore della "zona", là fuori, è irrilevante, contano solo le date di consegna. E non ci sono controfigure: certe cose o le faccio o le faccio io.
Succede anche ai grandi autori di bestseller americani. Prima di diventare l'imprenditore di se stesso, James Patterson si svegliava a ore antelucane per ritagliarsi qualche ora di scrittura, poi andava a lavorare alla JWT di New York. Io non sono certo l'autore-marchio più venduto al mondo, ma questo implica che se voglio arrivare da qualche parte - o almeno proseguire il mio cammino - devo lavorare più di lui.
Ci sono libri, ebook e articoli da scrivere, traduzioni da consegnare, curatori di antologie da rassicurare che il racconto promesso un anno fa arriverà solo con un accettabile ritardo. Ci sono stati il lancio del Premio Torre Crawford e le attività dell'Associazione Culturale Andrea G. Pinketts. E occorre anche fare un po' di promozione ai propri libri, cosa che da tempo ricade sull'autore, il quale deve ingegnarsi a trovare nuovi modi per comunicare con il pubblico.
Uno di questi è il mio nuovo blog Kverse - Il mondo thriller di Andrea Carlo Cappi, dedicato a una parte ingente della mia produzione: le numerose serie collegate tra loro che l'amico Claudio Bovino ha riunito sotto la pratica definizione "Kverse". Molto di quanto ho scritto negli ultimi trent'anni rientra in questo ciclo.
Eh, sì. A questo punto sono trenta.
Ho già raccontato in post come questo quali eventi mi abbiano permesso, tra marzo e giugno del 1991, di qualificarmi come scrittore. Non ci furono soddisfazioni immediate, solo parecchie complicazioni, ma ebbi la conferma che la mia intuizione di circa vent'anni prima era esatta: era questo che dovevo fare "da grande".
Il bilancio fino a qui: una sessantina tra romanzi, raccolte di racconti, saggi e novelettes, più una grande quantità di racconti sfusi, senza calcolare gli articoli pubblicati qua e là e le pagine di sceneggiatura. Non sono nemmeno così straordinario: la produzione dell'amico Stefano Di Marino è inarrivabile.
In ogni caso, non mi posso lamentare dei risultati e, anzi, le particolari circostanze mi impongono di celebrare non solo la ricorrenza, ma l'uscita pressoché simultanea di tre titoli. Non avrò troppo tempo per farlo, ma di sicuro ho molto da festeggiare.
Il 2 marzo 2021 sono usciti da Delos Digital il quinto episodio del ciclo in ebook Dark Duet, ambientato in Spagna nei primi anni della Guerra Fredda, e da Segretissimo Mondadori un nuovo libro che, oltre alla versione in ebook, il 3 marzo ha cominciato a essere distribuito in cartaceo nelle edicole italiane; è uno dei romanzi che firmo con lo pseudonimo François Torrent e il primo di una nuova serie, parallela a quella chiamata Agente Nightshade (il cui nuovo episodio uscirà invece alle soglie dell'estate, sempre da Segretissimo); e infine dal 4 marzo su Amazon è disponibile in cartaceo e in ebook il sesto volume della collezione di Oakmond Publishing dedicata ai titoli precedenti delle mie serie Medina e Nightshade (l'uscita dei successivi sarà il 4 luglio e il 4 novembre 2021).
Be', si vede che a qualcosa serve lavorare.
Ma ci dev'essere qualcuno che invidia la mia intensa vita glamour da scrittore. Avevo appena condiviso i primi post di Kverse su un noto social network, come faccio abitualmente con quelli dei blog a cui collaboro, e qualcuno li ha segnalati alle autorità corrispondenti come inappropriati.
Il risultato è che qualsiasi link che cominci con quell'indirizzo può essere condiviso, per esempio, su Twitter, ma non su quel social network; tuttora, a oltre un mese dalla mia richiesta di esaminare l'attendibilità della denuncia anonima, se cerco di farlo una finestra mi avvisa che l'indirizzo ha violato le regole, più o meno come se fosse un sito di cucina con ricette a base di infanti. Non è così: è un indirizzo https (ovvero un sito sicuro) sulla stessa piattaforma di Google che ospita il post che state leggendo. Potete verificare voi stessi, facendo click sulla parola Kverse in questa pagina.
Be', ogni giorno si impara qualcosa: se volete rovinare un'azienda o far tacere un giornale che abbia investito tempo e denaro su quel particolare social network per la sua comunicazione, a quanto pare siete liberi di farlo indisturbati. Le regole contro il bullismo sono usate a scopo di bullismo.
I casi sono due. Dietro la mendace denuncia c'è un oscuro qomplotto per impedirvi di leggere i miei libri. Oppure c'è qualcuno cui semplicemente non piace quello che scrivo o non piaccio io: c'è giusto un signore che anni fa ha pubblicamente deplorato sulla mia pagina di quel social network il fatto che fossi ancora vivo.
"Pochi nemici, molto odore", disse qualcuno.
Be', forse lo slogan non era proprio così, ma la faccenda puzza. Ora vi lascio: anche se qualcuno disapprova, mi chiama la mia vita glamour.
Continua...
Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker.
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