Riflessioni di Fabio Viganò
La poesia, proseguendo il discorso di un post precedente, ha il potere di sconfiggere la banalità, parola dopo parola. Non è qualcosa di astratto: è un fatto di coscienza, una presa di posizione, una meditazione.
Soprattutto è maieutica. Come una madre partorisce un figlio, così il poeta scrive una poesia. Ma dietro la poesia c'è il pensiero. Torniamo ancora al concetto di pensiero e azione.
Questo dinamismo, che oserei definire plastico, è tipico dell'essere umano: a distinguerci dagli animali è la capacità raziocinante, più o meno sconvolgente a seconda del pensiero prodotto.
Alla base di tutto dev'esserci il ragionamento, dev'esserci un costrutto. L'arte non è distruzione, non è rovina, è crescita continua, in divenire. Dopo di me di sicuro ce ne saranno altri, che apporteranno il loro sapere goccia dopo goccia nel mare della conoscenza.
Questa di per sé è la propria quotidiana rivoluzione, che ogni essere umano compie. Ma la vera rivoluzione è anche andare al lavoro. Una grande rivoluzione. Oggigiorno, poi, sempre di più.
C'è un pensiero anche dietro tutto questo.
Nella foto: Fabio Viganò con A. C. Cappi in una presentazione all'Estremadura Cafè, Verbania.
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