Foto: A. C. Cappi - Magaluf, 30 ottobre 2024 |
Riflessioni di un celebre scrittore ignoto di Andrea Carlo Cappi
"Lo scrittore non separa mai la vita dal suo lavoro, non si riposa mai, non va mai in vacanza..." Non conoscevo questa frase di Oriana Fallaci finché non mi è stata riferita qualche settimana fa, ma somiglia a qualcosa che ho scritto in passato in questa rubrica. Il senso: chi scrive non smette mai di farlo, anche quando non ha una penna in mano o i tasti sotto le dita, perché il cervello è sempre in funzione; nel contempo, tutto ciò che vede, ascolta e vive finisce in un serbatoio da cui prima o poi sarà recuperato e utilizzato. Si è scrittori o scrittrici ventiquattr'ore su ventiquattro, anche quando si dorme.
È raro tuttavia che chi scrive riesca a campare solo dei propri libri. Spesso svolge un altro lavoro e scrive nel tempo libero; talvolta, come è capitato a me, "l'altro lavoro" è nello stesso settore. Nell'introduzione a un'intervista su B-Hop, dice di me Kenji Albani: "vive di scrittura e vive la scrittura". Una frase a effetto, anche se, alla lettera, è vera solo la seconda metà: sarebbe più esatto dire che in questi anni sono vissuto di editoria.
Il problema sorge quando gli impegni paralleli - consulenze, traduzioni, editing - interferiscono con la stesura dei miei libri... perché oltre a pensarli, bisogna pure scriverli. Ma se, nel tempo, tariffe e compensi non vengono aggiornati o addirittura diminuiscono, l'unico modo per far fronte alle spese è accettare un numero sempre maggiore di incarichi, fino non solo a saturare il "tempo libero" ma anche a erodere le ore del sonno.
Per mia fortuna, come raccontavo in un post di qualche tempo fa, in questi anni ho avuto la soddisfazione di trasferirmi per alcuni periodi nel mio rifugio a Maiorca: pur con gli stessi orari allucinanti di lavoro, trovandomi in un luogo in cui ero stato in vacanza, avevo l'illusione di essere in vacanza.
A volte si rischia ugualmente di impazzire, come nel gennaio 2014, quando traducevo in italiano un lungo romanzo spagnolo scritto così male che dovevo farne anche l'editing, altrimenti il pubblico italiano avrebbe pensato che gli errori fossero colpa mia. Per mantenermi lucido, negli intervalli dei pasti (lavoravo più o meno dalle quattro del mattino a mezzanotte) sviluppavo un soggetto per Martin Mystère, che anni dopo sarebbe diventato un serial narrativo.
I miei inverni solitari a Maiorca tra il 2010 e il 2017 furono forse i periodi più strani della mia vita. Quando finivo una traduzione, mi prendevo una giornata "libera" - cioè in cui non superavo le otto ore lavorative - e andavo in città con l'autobus, oppure scendevo a leggere nella spiaggia deserta. I giorni di traduzione erano tutti uguali e si confondono nella memoria, ma il ricordo di quei momenti di libertà ha qualcosa di magico, come se all'improvviso mi spostassi in un mondo parallelo in cui potevo tornare a fare lo scrittore.
Fu nelle trasferte spagnole invernali ed estive tra il 2013 e il 2016 che nacque la trilogia di Toni Black, considerata da alcuni l'opera più originale e "libera" della mia produzione narrativa. Storie che appartengono non solo a un luogo particolare - Magaluf, Maiorca - ma proprio a quel periodo, perché oggi la zona si sta liberando degli scenari torbidi che facevano da sfondo a quelle vicende.
Nel frattempo però sto cambiando anch'io. Gli anniversari che ricorrono nel 2024 dovrebbero ricordarmi non solo che etá ho compiuto in settembre, ma anche che negli ultimi trent'anni ho prodotto - fra miei libri, traduzioni ed editing - una media superiore a un titolo al mese, svolgendo nel frattempo un'infinità di altri incarichi.
Questo spiega forse perché, dopo il mio compleanno, abbia deciso di ribellarmi all'invadenza del lavoro. D'accordo, gli scrittori non vanno in vacanza e nemmeno in pensione. Io, personalmente, non sarei mai capace di smettere. Ma sto cominciando a reclamare il diritto di essere quello che sono: uno scrittore, non un tuttofare al servizio dell'editoria.
Continua...
Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato oltre una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker. È direttore artistico del Premio Torre Crawford. Membro di IAMTW e World SF Italia, vincitore del Premio Italia 2018 (miglior romanzo fantasy), cura le riedizioni di Andrea G. Pinketts con l'associazione omonima e per Delos Digital la collana in ebook Spy Game.