Felice Donghi, Cinque Giornate di Milano, barricate (1848) |
Riflessioni di Fabio Viganò
Non che si voglia insegnare niente a nessuno. Siamo italiani! Siamo persino orgogliosi di esserlo. Crediamo nella Costituzione perché la Costituzione è il nostro Vangelo. Crediamo fermamente nel fatto che la Repubblica sia, per destino, deputata a tutelare la Vita dei propri cittadini nonché delle persone bisognose. Sottolinerei persone, in quanto oggigiorno gli esseri umani, come tali non sarebbero riconosciuti. Esisterebbero soltanto migranti o clandestini. Mai una volta che si parli di esseri umani!
A proposito di legge, che potrebbe essere indicata come motivazione della scelta: ricordo che la legge tutela la Vita e non istiga all’omissione di soccorso né all’abbandono di persone incapaci, ricorrendo a minacce stravaganti di multe che nemmeno a Fantasilandia appiopperebbero. Stupisce tutto questo e infastidisce chi crede non solo nel valore del Tricolore ma nei sani principi di una politica istituzionale da troppo tempo ostaggio di fanatismi estremisti che tradiscono gli ideali per cui i Nostri Padri si sono immolati.
Si vuole ricordare che essi si sono immolati per donarci valori impagabili quali Libertà e Democrazia. Nonostante tutto, credo ancora nel mio popolo che so essere sempre pronto al sacrificio, che so essere indomito e, di certo, essere fieramente orgoglioso di rappresentare le barricate di Milano, Napoli, battendosi e, se la sorte lo imponesse, sacrificarsi come Goffredo Mameli contro l’oppressione austriaca in quel di Milano.
La Storia siamo noi, il popolo. Scriviamola dunque, per difendere la sacralità della nostra Costituzione, della Libertà e della Democrazia. Viva l’Italia!
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