martes, 28 de noviembre de 2023

Vita da pulp - Licenza di tradurre


Riflessioni di un celebre scrittore ignoto di Andrea Carlo Cappi 

Riprendo l'argomento delle traduzioni dal post precedente. Come dicevo, si tratta di esperienze personali, che tuttavia possono far capire certi meccanismi tanto a chi si limita a leggere, quanto a chi vuole intraprendere il mestiere.
Per esempio, come e quando sono diventato un traduttore? Se la mia vocazione per la scrittura è databile alle elementari, quella per la traduzione è una scoperta dei tempi del liceo, all'inizio degli anni Ottanta: durante l'ora di inglese capitava di leggere un brano di letteratura al momento e di farne subito dopo la traduzione ad alta voce; quindi, perché non cercare di farla in modo che anche in italiano suonasse come un brano letterario? Mi accorsi che era una sfida interessante e annotai mentalmente il fatto che ne fossi capace.
Ci ripensai alla fine del decennio: speravo che lavorare come traduttore mi salvasse dal vicolo cieco universitario in cui mi ero ficcato e che nulla aveva a che fare con la letteratura. Ebbi la possibilità di fare una prova di traduzione per Il Giallo Mondadori - ovviamente una delle mie letture preferite - e ricevetti le fotocopie di una ghost story di Ruth Rendell, il racconto che veniva assegnato a chiunque si candidasse. Non c'erano indicazioni su "come" dovesse essere fatta la traduzione: restando molto fedele oppure prendendosi qualche licenza? Probabilmente il risultato fu una via di mezzo insoddisfacente, ma di sicuro trovai un modo originale per tradurre il titolo. Quando dopo diverso tempo sollecitai una risposta, fu negativa: "Abbiamo bisogno di persone che riscrivano il testo", comunicò il redattore. Una frase da non dire assolutamente a un traduttore, perché rischia di istigarlo a diventare un "traditore"; forse era il suo modo di esprimere il concetto di "riscrivere il testo senza tradirlo, come se fosse stato concepito in italiano".

Arriviamo al 1994, circa sei mesi dopo il mio esordio come autore di racconti su Il Giallo Mondadori. Trovai lavoro in redazione come revisore di traduzioni altrui, il che, oltre a scrivere la quarta di copertina e le indicazioni per l'illustratore, implicava che a volte ritraducessi alcuni passaggi, per esempio citazioni, frasi di slang o giochi di parole rimasti incompresi. Nel frattempo in segreto io stesso diventavo una traduttrice (una storia che ho già raccontato in un post di questa rubrica): in sintesi, mi ero proposto come traduttore presso un marchio editoriale specializzato in romance, ma ero stato ignorato perché non sono una donna; quindi ci riprovai usando una controfigura femminile; mi fu immediatamente assegnata una prova di traduzione e per anni fui una delle loro traduttrici più richieste.
Continuavo intanto a collaborare come editor e revisore per la redazione mondadoriana del Giallo e di Segretissimo. Nella primavera del 1995 notai su una scrivania Seafire di John Gardner, l'autore che ai tempi scriveva i romanzi di 007. La traduzione non era ancora stata assegnata. Come lettore appassionato di James Bond - su cui in futuro avrei scritto vari libri di non-fiction e un saggio in inglese pubblicato negli USA - avevo idee precise su come andassero tradotti (Si veda il mio discorso sul registro linguistico in un altro post di questa rubrica.) Con le mie argomentazioni, convinsi la capo-redattrice Luciana Leoni a darmi l'incarico. Il libro uscì come Mai giocare col fuoco (non sempre sono i traduttori a decidere i titoli italiani) e mi trovai a firmare autografi sulle copie per i fan di 007, a quanto pare molto soddisfatti del mio lavoro. Da allora ho tradotto, e in qualche caso ritradotto, parecchi libri di James Bond e un paio di testi di Fleming. A proposito: lo scorso 14 novembre è uscita da La Nave di Teseo una nuova edizione di un bel libro di viaggi scritto da Ian Fleming, Thrilling Cities, con il quale ho una lunga storia, cui ora si è aggiunto un nuovo capitolo. Ove si dimostra come un traduttore possa diventare anche un cercatore di piccoli tesori.

Per lungo tempo l'amico Edward Coffrini Dell'Orto - noto appassionato di James Bond con cui ho firmato diversi saggi sull'argomento - e io avevamo sentito parlare di un racconto di Fleming intitolato 007 in New York, apparso nel 1963 e introvabile da tempo. Sapevamo però che era stato pubblicato nel volume Thrilling Cities; per la precisione nella versione USA del 1964 e successive riedizioni; non mi risulta che sia stata inclusa in quelle britanniche. Nel 1999 Edward riuscì a trovarne una copia e potei finalmente leggere il racconto che, come Un quantum di sicurezza, (Quantum of Solace, 1959) era una storia di atmosfera, non di azione, ma tipicamente fleminghiana. Convinsi Edizioni Addictions ad acquisirne i diritti dalla Ian Fleming Publications Ltd. - che detiene i diritti letterari di opere e personaggi dello scrittore - per il secondo numero di M-Rivista del Mistero, di cui ero direttore editorialePer lo stesso numero acquisii e tradussi anche un'altra storia di 007, Morte in una notte di mezza estate (Midsummer Night's Doom, 1999) di Raymond Benson, che credo sia stata pubblicata in italiano solo in quella occasione.
Ma la vera notizia era l'uscita nella primavera del 2000 di 007 a New York, unico racconto di Ian Fleming che non fosse mai stato pubblicato in Italia. Ho il sospetto che i gestori dei diritti nel Regno Unito se ne fossero scordati per quasi quarant'anni, fino al momento in cui ne avevo richiesto i diritti: di lì a poco infatti la storia fu ripubblicata su una rivista britannica, quindi inclusa nel volume della Penguin Quantum of Solace (2008, raccolta di tutti i racconti di Fleming in occasione dell'uscita dell'omonimo film e del centenario della nascita del romanziere), infine inserita nella nuova edizione della raccolta Octopussy and The Living DaylightsMi era rimasto tuttavia un conto in sospeso:Thrilling Cities restava l'unico libro di Ian Fleming ancora inedito in Italia.
Negli anni della Bondmania l'autore era così famoso che oltre ai libri di 007 Garzanti aveva pubblicato anche il suo altro volume di non-fiction, Il traffico dei diamanti (The Diamond Smugglers, 1957). A maggior ragione doveva destare interesse Thrilling Cities, che nel 1963 raccoglieva in volume due serie di articoli scritti per il Sunday Times nel 1959 e nel 1960. Eppure il libro da noi era rimasto inedito. Forse per evitare polemiche: nel capitolo in cui Fleming racconta il suo viaggio tra Napoli e Capri non risparmia le critiche, forse un po' snob ma non certo prive di fondamento. Va detto che nello stesso libro Fleming sparge vetriolo pure quando parla di New York: proprio per questo nell'edizione americana fu aggiunto il racconto in cui il suo alter ego James Bond vede anche il lato buono di quella città.

Ebbene: volevo pubblicare quel libro in Italia e ne ebbi occasione nel 2006, nella triplice veste di direttore editoriale, traduttore e autore della foto di copertina. La Ian Fleming Publications Ltd. mi inviò per la traduzione la prima edizione USA del 1964. Il testo era, salvo minimi dettagli, identico alla versione britannica, ma in quella particolare edizione era incluso il racconto 007 a New York, che ripubblicai nell'edizione italiana. In appendice inserii un apparato di note, dato che i numerosi riferimenti a fatti e personaggi di attualità tanto nel 1959-60 (l'epoca degli articoli) quanto nel 1963-64 (gli anni in cui il libro uscì in UK e USA) potevano essere sconosciuti al pubblico di oggi. L'uscita fu accolta da una bella pagina di Corrado Augias su La Repubblica. Ma intorno al 2012 il libro scomparve insieme alla casa editrice e a tutti i titoli che aveva pubblicato. Per fortuna qualche mese fa si è fatta viva La Nave di Teseo, intenzionata a riproporre Thrilling Cities e ad acquisire i diritti della traduzione, di mia proprietà.
La nuova edizione è a cura di Massimo Bocchiola, che ha rivisto la mia traduzione sulla base di una versione britannica che corrisponderebbe a un author's cut di Fleming, in quanto "il testo originale..." scrive nella sua prefazione, "in edizioni successive era stato rivisto a uso di ipotetici turisti bisognosi di mete (alberghi, ristoranti, luoghi di svago)". Per essere sincero, dato che l'edizione su cui ho lavorato io era uscita solo a un anno da quella britannica, le sezioni relative alle informazioni turistiche mi sembrano immutate; e, fedelmente alla versione britannica, non appare il racconto 007 in New York. Né sono riportate le mie note in appendice del 2006, quindi il pubblico dovrà darsi da fare parecchio su Wikipedia per capire molti riferimenti.
Non sono insomma del tutto sicuro, come invece afferma il nuovo curatore, che Thrilling Cities compaia "qui per la prima volta in italiano come lo aveva scritto Ian Fleming". Posso dire però che una revisione competente può spesso migliorare una traduzione. E che La nave di Teseo ha due meriti importanti: mi ha pagato i diritti e ha riportato in vita un lavoro cui tenevo molto e che temevo ormai perduto, due cose che non capitano troppo spesso nel mondo dell'editoria.

Continua...




Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker. È direttore artistico del Premio Torre Crawford. Per Delos Digital cura la collana in ebook Spy Game.

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