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Di Marino e Cappi in una serata di Borderfiction Eventi |
Riflessioni di un celebre scrittore ignoto di Andrea Carlo Cappi
Nel romanzo Goldfinger di Ian Fleming il personaggio eponimo pronuncia una frase che mi è rimasta impressa, qualcosa come: "Una volta è un caso, due volte è coincidenza, tre volte è azione ostile".
Nell'ultima puntata di questa rubrica ho dovuto raccontare della campagna di odio di cui fu vittima lo scrittore Stefano Di Marino: voci confuse che lasciavano intendere che avesse fatto chissà cosa, senza specificare bene cosa; ma se tali voci arrivano a un editore (come la persona che me lo riferì) questi ci pensa due volte a pubblicare un libro di un autore che ha fatto "chissà cosa". Si chiama character assassination ed è uno strumento sporco ma efficace, utilizzato in politica per togliere di mezzo un rivale. Anche se il bersaglio non si lascia condizionare e va dritto per la sua strada, a lungo termine le conseguenze si avvertono.
Nei miei romanzi di spionaggio - come nella realtà cui si ispirano - certe pratiche sono usate quando la posta in gioco è molto elevata ma non richiede l'eliminazione fisica del bersaglio. Ho seri dubbi che un'organizzazione internazionale abbia decretato la distruzione dell'immagine di Stefano Di Marino, ma ho già esposto i futili motivi per cui qualcuno poteva trarne vantaggio.
Tuttavia, mentre almeno tra i suoi lettori non si è ancora spenta l'eco della tragedia, apprendo che da poco più di due settimane è stata rimossa dalla versione italiana di Wikipedia la pagina dedicata alla scrittrice Giada Trebeschi.
L'ho conosciuta al festival Garfagnana in Giallo, dove vinse uno dei suoi numerosi premi, e leggo i suoi documentatissimi romanzi storici: non può essere definita un'autrice pulp, anche se in un suo libro ho apprezzato una certa sfumatura alla Dumas (o alla Golon, pensando al secolo scorso). Seguo la sua divertente Rubrica delle parole desuete, che ha fatto inaspettatamente di lei una sorta di influencer culturale e l'ho coinvolta nelle attività del Premio Torre Crawford. Da un paio di anni la casa editrice con cui lei collabora sta riproponendo alcuni miei vecchi titoli; da poco ha pubblicato il romanzo di Stefano Di Marino Il bacio della mantide. Orbene: Giada Trebeschi è autrice di una dozzina di libri tra romanzi e saggi, alcuni dei quali pubblicati all'estero. È più che naturale che esista una pagina Wikipedia su di lei. Eppure, dopo una discussione sostenuta da tale PandeF e appoggiata dall'altrettanto tale Parma83 (Un taxi? "Parma83 in cinque minuti"?) è stata presa la decisione di cancellare la sua pagina. Esiste ancora quella in lingua inglese, ma in Italia qualcuno ha deciso che Giada Trebeschi non deve esistere. Non si deve parlare di lei. Forse vi ricorda qualcosa che ho scritto nella puntata precedente.
Anch'io ho avuto qualche difficoltà con la pagina a me dedicata su Wikipedia. È stata aperta negli anni Duemila dall'esperto di letteratura che si firma Lucius Etruscus, di cui talvolta cito le ricerche anche in questa rubrica. Io mi sono limitato ad aggiornarla. All'inizio c'era anche una mia fotografia, ma poi è sparita. Nel 2009, dato che chiunque può contribuire a una pagina Wikipedia, qualcuno ha inserito dati fasulli, che ho dovuto cancellare.
In seguito è partita una discussione e la mia pagina è stata marchiata come non attendibile. Da una parte i curatori di Wikipedia avevano ragione: pensavo ingenuamente che, se è l'autore stesso ad aggiornarli, i dati sulla pagina siano attendibili per definizione; ma un autore megalomane potrebbe fare anche affermazioni di pura fantasia, quindi a ogni dettaglio devono corrispondere note e riferimenti esterni. Ho provveduto in tal senso.
Ma c'era un'altra cosa che non andava bene: la mia bibliografia. In pratica, ho scritto troppi libri. Nelle pagine su altri autori viene riportata la bibliografia completa e, se hanno scritto cento libri, sono indicati tutti i cento libri. Nel mio caso non era accettabile. Quindi ho dovuto rimuovere l'intera bibliografia, riassumendo nella nota biografica che ho scritto una cinquantina di libri. Ora siamo già alla sessantina, ma non ho più aggiornato la pagina, mi limito - quando mi ricordo - a controllare che nessuno ci inserisca insulti come in passato. Così ho scoperto che qualcuno, forse lettori, ha aggiunto una sezione "Opere", in cui sono indicati nove miei titoli un po' a caso. Quindi, a una rapida consultazione, risulta che in trent'anni di carriera ho scritto solo nove libri (se avete tempo da perdere, fate il confronto con la mia bibliografia aggiornata). Peraltro io consulto abitualmente Wikipedia in varie lingue e la finanzio con un contributo annuale.
Ho avuto altri problemi su Internet. Lo scorso gennaio ho aperto un altro blog (Kverse-Il mondo thriller di Andrea Carlo Cappi) dedicato al ciclo che raccoglie molti miei romanzi e racconti, e ai relativi collegamenti a storia e attualità. Come d'abitudine, ho pubblicato su Facebook i link dei vari post; ma dopo pochi giorni qualcuno li ha denunciati come spam e tuttora non posso riportare su Facebook alcun contenuto di quel blog. Visto il successo, il misterioso hater ha cercato di fare il bis: stavolta ha denunciato alcuni post di questo stesso blog, Il Rifugio dei Peccatori (tra cui uno in cui parlavo dell'episodio di Facebook) forse nella speranza di farlo eliminare per intero dalla piattaforma Blogger. Per fortuna, a differenza di Facebook, Blogger accetta le richieste di verifica e dopo alcune ore tutto era tornato normale.
Non è stato ancora deciso che non devo esistere, solo che devo esistere un po' meno. Di che si tratta, di un avvertimento di stampo mafioso? "Vedi di non scrivere troppo, se non vuoi finire come Stefano Di Marino?" Esiste una lista nera di scrittori e scrittrici che vanno tenuti/e a freno?
In tal caso, ritengo valida la frase di Goldfinger. Mi considero sotto enemy action, in guerra contro un nemico sconosciuto. La mia unica arma è la scrittura. S'intende che anche questo post è a rischio, quindi, come dicono i complottisti, "condividi prima che lo cancellino". Ma ogni tanto, solo ogni tanto, anche qualche complottista può avere ragione.
Continua...
Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker