miércoles, 23 de marzo de 2022

Vita da pulp - Cessa di esistere


Riflessioni di un celebre scrittore ignoto di Andrea Carlo Cappi 

Superate la volta scorsa le quaranta puntate di "Vita da pulp", viene spontanea qualche riflessione, che forse potrà essere utile a qualche collega o aspirante tale. Qualche giorno fa, passando davanti a una libreria, noto l'enorme numero di novità, più o meno di successo. Anche selezionando quelle di maggior interesse, non farei mai in tempo a leggere tutto. Figuriamoci un italiano medio, che legge poco o nulla. Per citare me stesso (da un racconto di quindici anni fa, ora incluso nel nuovo volume di Oakmond Publishing Medina - A Milano non c'è il mare), un italiano legge in media tre quarti di libro all'anno quindi, se il libro è un giallo, non arriva a sapere chi sia l'assassino, il che spiega piazza Fontana e un sacco di altre cose.

Ovviamente non c'è nessun mio libro in vetrina: è parecchio tempo che non esco "in libreria". Nel senso che molti miei libri sarebbero ordinabili in libreria, ma già quando vi uscivo regolarmente era difficile trovarli, perché già allora non c'era spazio per tenere tutto quanto. Ricordo che vent'anni fa in una libreria Rizzoli non vidi nessuno dei miei libri usciti dal gruppo Rizzoli, ma ne trovai uno edito dall'allora rivale gruppo Mondadori; oggi che i due gruppi sono uniti, non troverei nemmeno quello.
Mi è sembrato di sentire il messaggio di una canzone scritta da Charles Manson: "Cessa di esistere..." I Beach Boys la incisero cambiandone il testo: "Cessa di resistere..." Nel mondo dell'editoria, le due frasi si equivalgono.
Per fortuna, poco dopo lo stesso pomeriggio passo davanti a un'edicola ben fornita e gestita da persone competenti, dove vedo ben esposta l'altra mia novità, Sickrose - Matadora da Segretissimo Mondadori. In questa collana esco ancora con il nom de plume François Torrent adottato vent'anni fa, quando cominciai un'altra serie del medesimo universo, Nightshade, di cui presto usciranno un nuovo romanzo in edicola e una riedizione su Amazon (con il mio vero nome in copertina). In edicola, i miei lettori sono ancora migliaia.

L'anno scorso ho celebrato trent'anni di attività, trascorsi interamente a combattere il messaggio mansoniano: "Cessa di esistere..." Dopo un esordio in salita, grazie a gente che credeva in me, nel volgere di pochi anni il mondo editoriale si è reso conto della mia esistenza e ha deciso che gli davo fastidio. Inevitabile per uno che non asseconda le opinioni correnti, non frequenta salotti buoni, non è imparentato con niente o nessuno, scrive narrativa popolare (un tempo detta "pulp", prima che l'etichetta venisse applicata ad altro) ma, quel che è peggio, se ne serve tanto per intrattenere quanto per sottolineare problematiche di un certo peso, come dicono di fare gli autori impegnati. Solo che lui non lo dice, lo fa e basta.
L'editoria cerca di allontanare quelli come me. Non capisce cosa siamo, quindi per lei dovremmo sparire. Ma come sempre, non ha tenuto conto del pubblico. Se riesco ad arrivare almeno a un pugno di lettrici e lettori, posso organizzare la resistenza e quindi assicurarmi l'esistenza. Non bisogna cedere, non bisogna cessare di esistere. Nemmeno quando un amico, fratello e collega decide di farlo perché un'epoca avventurosa è chiaramente finita.
Trentadue anni fa pensavo che non sarei mai esistito come autore di narrativa popolare. Dopo la telefonata di un regista di RadioRAI seppi invece di avere ragione: ero nato per questo ed era questo che dovevo fare. Quindi anche se lo scorso anno per una falsa denuncia anonima il mio blog Kverse è stato censurato per sempre su Facebook (no, non diffondevo notizie false, anzi...), anche se ho ricevuto messaggi di insulti da putiniani di ferro indignati per ciò che da anni rivelo nei miei libri e di cui il mondo si accorge vagamente solo ora... io proseguo per la mia strada.
Non sono io a dover cessare di esistere.
 
Continua...

(immagine: A. C. Cappi in una foto di Chirumbolo.Mallamo, 2019)




Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker.

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