jueves, 31 de marzo de 2022

Vita da pulp - Alla ricerca della verità


Riflessioni di un celebre scrittore ignoto di Andrea Carlo Cappi 

Nell'autunno del 1997 mia madre era molto preoccupata per me. Il 31 ottobre era uscito di stampa un mio romanzo in cui ricostruivo in modo plausibile un presunto complotto di cui all'epoca era sconveniente parlare. Lo aveva pubblicato una piccola casa editrice diretta da un giornalista, ma parecchi media si rifiutavano di occuparsene.
Mentre ancora lo stavo scrivendo, ero stato invitato a parlare della mia tesi a un importante programma in prima serata, ma il giorno prima mi era stato chiesto di non parteciparvi, come se fosse arrivato un ordine dall'alto. Anche in seguito fui cancellato più volte da palinsesti e timoni editoriali, finché l'argomento non divenne ininfluente.
Ciò che temeva mia madre venticinque anni fa era che, avendo toccato questioni "proibite", qualcuno decidesse di farmi tacere. Insomma, con quel libro (poi ripubblicato più volte) ero diventato non solo un celebre scrittore ignoto, ma anche uno scomodo autore alla ricerca della verità.

Stavolta sono un po' sbrigativo con questa rubrica, sapendo che mi leggeranno in pochi. Il mio principale veicolo di diffusione è Facebook, ma la mia pagina-autore e tutte le altre che amministro (comprese quelle sugli eroi dei fumetti), sono sottoposte a punizione temporanea: non posso fare post per diversi giorni, se non sul mio profilo e il mio gruppo. Il che riduce la mia possibilità di comunicare anche gli appuntamenti culturali cui partecipo.
Motivo del castigo: i miei articoli contro la guerra in Ucraina, che qualcuno - evidentemente a favore del conflitto - ha segnalato come "indesiderati". Facile: basta un click perché un utente possa boicottare un altro utente che non la pensa come lui. Tengo a precisare che non propago fake news e non insulto nessuno, condivido solo informazioni scomode. Il blog Kverse su cui pubblico gli articoli è già stato fatto censurare da oltre un anno: è vietato condividerne gli articoli su Facebook. Quindi posso diffonderli solo tramite link non sospetti oppure su Linkedin e Twitter, dove però ho meno lettori.
Forse le mie informazioni disturbano qualcuno che, non potendomi far arrestare perché non mi trovo in Russia, vuole farmi tacere in altri modi. Nondimeno, ho pubblicato ieri un nuovo articolo con dati oggettivi e pertanto molto fastidiosi.

Ho già toccato il tema anche in due puntate recenti di questa rubrica, Lo scrittore che ne sa troppo e Gente Zeta, ma soprattutto nei libri che ho scritto dal 2017 a oggi, pubblicati da Segretissimo Mondadori sotto lo pseudonimo François Torrent (com'è noto, i titoli più vecchi sono tornati sul mercato con il mio vero nome).
La documentazione che raccolgo per raccontare storie di spionaggio internazionale - che non sono vincolate ad alcun tipo di propaganda, pertanto non risparmiano frecciate a nessuno, quando le merita - mi porta a essere più informato della media su parecchi argomenti. Su quelli di cui so poco o nulla non mi sono mai soffermato.
Non pretendo di conoscere la verità, ma quantomeno ne vado alla ricerca. Qualcuno invece cerca di impormi il silenzio. Rimango un celebre scrittore ignoto e intendo continuare a essere scomodo.

Continua...




Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker.

viernes, 25 de marzo de 2022

Questa settimana nella rete



Salve a tutte e a tutti. Anche questa settimana il vostro affidabile Andrea Carlo Cappi vi propone un riepilogo dei post nella rete in cui si intrecciano i blog Il Rifugio dei Peccatori, Borderfiction Zone e Kverse, ma anche informazioni da altri siti. Vi è sufficiente fare click sulle parole evidenziate in giallo per arrivare al link corrispondente.

PTC, il concorso letterario per racconti inediti
Stavolta cominciamo dal sito ufficiale del Premio Torre Crawford (in sigla PTC) per racconti inediti, ovvero il concorso letterario che si ispira allo scrittore americano Francis Marion Crawford che, nato e vissuto in Italia, trascorreva le sue "vacanze" a scrivere nella Torre Crawford di San Nicola Arcella (Cosenza).
L'autore non faceva differenza tra narrativa "di genere" e narrativa senza etichette, quindi non ne fa neppure la giuria, a patto che i partecipanti rispettino il tema scelto per quest'anno: "Un'inquietante sensazione indefinibile". Questo sarà anche il titolo dell'antologia di Oakmond Publishing che ospiterà i racconti selezionati.
Scoprite tutto nel bando dell'omonimo concorso per il 2022 (scadenza: il 31 maggio prossimo) e nei due articoli che illustrano nel dettaglio i due premi speciali ideati in omaggio a due scrittori diversissimi (ma entrambi appassionati lettori l'uno dell'altro): il premio "E io lo dico a Pinketts", promosso dall'Associazione Culturale Andrea G. Pinketts, e per la prima volta il premio "Il Prof", legato al più grande narratore popolare italiano dell'ultimo trentennio, Stefano Di Marino.

Firme di prestigio per beneficenza
Continuiamo con la segnalazione di una recente, originalissima antologia in ebook i cui proventi vanno in beneficenza. Che cosa succede quando noti personaggi della letteratura incontrano i propri autori o autrici? Potete scoprirlo ne Le improbabili, una ricchissima raccolta di inedite conversazioni improbabili sotto forma di racconto, scritta da una cinquantina di scrittrici e scrittori (ci sono anch'io), e scaricabile a 4 euro dal bookshop solidale di Sorriso in viaggio, dove trovate molti altri ebook per beneficenza.
Per restare in tema di narrativa benefica, giovedì 24 marzo alla Libreria Rizzoli in Galleria a Milano, Cecilia Lavopa ha presentato il volume "Indaga, detective" edito da Piemme, a cura di Paolo Roversi, con una brillante prefazione di Maurizio De Giovanni. Il libro, i cui proventi vanno interamente alla Croce Rossa, raccoglie dodici racconti gialli di altrettanti autori e autrici, con protagonisti i loro celebri personaggi seriali... con una particolare eccezione: Sandrone Dazieri ha voluto invece rendere omaggio ad Andrea G. Pinketts (su licenza dell'omonima Associazione Culturale) con un racconto davvero sorprendente che riporta in azione il personaggio di Lazzaro Santandrea. In chiusura del volume un mio breve ricordo di Pinketts.

Appuntamento con Borderfiction
Giovedì 31 marzo ore 21.00 a Milano (Admiral Hotel, via Domodossola 16, ingresso libero) torna Borderfiction Eventi. Presenterò tre libri di altrettanti autori:
-Giancarlo Narciso, "I guardiani di Wirikuta" (Edizioni Oltre), un romanzo tra noir messicano e realismo magico, da uno scrittore che ha viaggiato e vissuto nei luoghi che racconta. L'autore è inoltre domenica 27 marzo alle 11.30 in diretta Facebook su PuntoZip per presentare il libro, con la mia lettura di alcuni brani.
-Francesco G. Lugli, "Scritto con il sangue" (Borderfiction Edizioni), una raccolta di racconti ai confini dell'horror, che contiene una delle storie più belle che abbia mai letto di questo genere
-Gian Luca Margheriti, "Milano dei Visconti e degli Sforza" (Newton & Compton), un nuovo percorso storico di un autore che conosce profondamente la città e i suoi segreti.
Come tradizione, le serate Borderfiction sono informali e divertenti, a riprova del fatto che cultura e intrattenimento non sono incompatibili.

Ti faccio un'offerta che non puoi rifiutare
Sul blog Borderfiction Zone è uscito per La Boutique del Mistero, il nuovo dossier della rubrica domenicale su Radio Number One, questa volta dedicato ai cinquant'anni de "Il Padrino" di Francis Ford Coppola: in C'era una volta il Padrino vi racconto alcuni retroscena poco conosciuti o del tutto ignorati del romanzo di Mario Puzo e del ciclo di film cui ha dato vita.
Il nuovo appuntamento in diretta è domenica 27 marzo alle ore 16.20 su Radio Number One (ascoltabile anche dal cellulare con l'app gratuita Radioplayer): stavolta vi parlerò di un celebre fumetto italiano esportato in tutto il mondo, che sta per compiere quarant'anni.

Pulp che ti passa
Dal suo esordio nell'agosto 2020, la rubrica Vita da pulp ha superato le quaranta puntate, raccontando le esperienze di uno scrittore di narrativa di genere (io), a uso di chi ha intrapreso o desideri intraprendere tale attività o di lettrici e lettori che ne vogliano conoscere i retroscena. Stavolta mi concedo una riflessione un po' meno ironica in Cessa di esistere, ricollegandomi anche a un evento che ho raccontato a caldo nella stessa rubrica la scorsa estate.

Contro la disinformazione
Quando una donna viene violentata o uccisa, siete tra le persone che affermano che sarebbe stata lei a cercarsela? Lo chiedo perché molti italiani si comportano proprio in questo modo nei confronti dell'Ucraina, adducendo notizie false e tendenziose, o per meglio dire "disinformazione" confezionata appositamente da esperti del settore. Ovvero: l'Ucraina "se l'è cercata". Peccato che molte delle stesse "ragioni" giustificherebbero un attacco immediato anche all'Italia. Vorrebbe dire rinunciare ai vostri abbonamenti tv, alle partite, al mojito del chiringuito e allo shopping compulsivo, per fuggire da casa vostra solo con quello che avete indosso oppure restare sepolti sotto le macerie.
Perciò questa settimana sono tornato a occuparmi dell'Ucraina nel blog Kverse, nato in origine per raccontare i retroscena di storia e cronaca di un mio ciclo narrativo, sostenuti da quarantaquattro anni di studio e ricerche. Negli articoli La semplice arte del genocidio e Le case dei loro sogni, mi sono permesso di fare precisazioni su tesi ripetute ogni giorno sui social network e che in sostanza mettono in luce come l'Italia abbia molto in comune con l'Ucraina e quindi dovrebbe essere punita allo stesso modo.
E sia ben chiaro: nella mia serie di articoli sulla guerra in Ucraina, che ho cominciato a pubblicare prima del suo inizio, non faccio sconti a nessuno, come non ne ho mai fatti nei miei libri. Vi consiglio di leggere anche gli articoli precedenti, perché alcune bugie che ho già smentito un mese fa vengono ripetute di nuovo in questi giorni.
Per fortuna non sono solo io a parlarne: trovate articoli che smontano la disinformazione corrente in siti più professionali, come Butac e la pagina in inglese EU vs. Disinfo, che ha anche un'edizione in italiano. E magari leggete qualcuno dei miei romanzi apparsi su Segretissimo negli ultimi anni, come Sickrose - Sicaria, uscito nel 2021 e ora disponibile per soli 3,99 euro in ebook, in cui dietro la trama thriller sono svelati i meccanismi nascosti dei fabbricanti di disinformazione nel mondo reale.
Per questa settimana è tutto! Saluti dal vostro K.

miércoles, 23 de marzo de 2022

Vita da pulp - Cessa di esistere


Riflessioni di un celebre scrittore ignoto di Andrea Carlo Cappi 

Superate la volta scorsa le quaranta puntate di "Vita da pulp", viene spontanea qualche riflessione, che forse potrà essere utile a qualche collega o aspirante tale. Qualche giorno fa, passando davanti a una libreria, noto l'enorme numero di novità, più o meno di successo. Anche selezionando quelle di maggior interesse, non farei mai in tempo a leggere tutto. Figuriamoci un italiano medio, che legge poco o nulla. Per citare me stesso (da un racconto di quindici anni fa, ora incluso nel nuovo volume di Oakmond Publishing Medina - A Milano non c'è il mare), un italiano legge in media tre quarti di libro all'anno quindi, se il libro è un giallo, non arriva a sapere chi sia l'assassino, il che spiega piazza Fontana e un sacco di altre cose.

Ovviamente non c'è nessun mio libro in vetrina: è parecchio tempo che non esco "in libreria". Nel senso che molti miei libri sarebbero ordinabili in libreria, ma già quando vi uscivo regolarmente era difficile trovarli, perché già allora non c'era spazio per tenere tutto quanto. Ricordo che vent'anni fa in una libreria Rizzoli non vidi nessuno dei miei libri usciti dal gruppo Rizzoli, ma ne trovai uno edito dall'allora rivale gruppo Mondadori; oggi che i due gruppi sono uniti, non troverei nemmeno quello.
Mi è sembrato di sentire il messaggio di una canzone scritta da Charles Manson: "Cessa di esistere..." I Beach Boys la incisero cambiandone il testo: "Cessa di resistere..." Nel mondo dell'editoria, le due frasi si equivalgono.
Per fortuna, poco dopo lo stesso pomeriggio passo davanti a un'edicola ben fornita e gestita da persone competenti, dove vedo ben esposta l'altra mia novità, Sickrose - Matadora da Segretissimo Mondadori. In questa collana esco ancora con il nom de plume François Torrent adottato vent'anni fa, quando cominciai un'altra serie del medesimo universo, Nightshade, di cui presto usciranno un nuovo romanzo in edicola e una riedizione su Amazon (con il mio vero nome in copertina). In edicola, i miei lettori sono ancora migliaia.

L'anno scorso ho celebrato trent'anni di attività, trascorsi interamente a combattere il messaggio mansoniano: "Cessa di esistere..." Dopo un esordio in salita, grazie a gente che credeva in me, nel volgere di pochi anni il mondo editoriale si è reso conto della mia esistenza e ha deciso che gli davo fastidio. Inevitabile per uno che non asseconda le opinioni correnti, non frequenta salotti buoni, non è imparentato con niente o nessuno, scrive narrativa popolare (un tempo detta "pulp", prima che l'etichetta venisse applicata ad altro) ma, quel che è peggio, se ne serve tanto per intrattenere quanto per sottolineare problematiche di un certo peso, come dicono di fare gli autori impegnati. Solo che lui non lo dice, lo fa e basta.
L'editoria cerca di allontanare quelli come me. Non capisce cosa siamo, quindi per lei dovremmo sparire. Ma come sempre, non ha tenuto conto del pubblico. Se riesco ad arrivare almeno a un pugno di lettrici e lettori, posso organizzare la resistenza e quindi assicurarmi l'esistenza. Non bisogna cedere, non bisogna cessare di esistere. Nemmeno quando un amico, fratello e collega decide di farlo perché un'epoca avventurosa è chiaramente finita.
Trentadue anni fa pensavo che non sarei mai esistito come autore di narrativa popolare. Dopo la telefonata di un regista di RadioRAI seppi invece di avere ragione: ero nato per questo ed era questo che dovevo fare. Quindi anche se lo scorso anno per una falsa denuncia anonima il mio blog Kverse è stato censurato per sempre su Facebook (no, non diffondevo notizie false, anzi...), anche se ho ricevuto messaggi di insulti da putiniani di ferro indignati per ciò che da anni rivelo nei miei libri e di cui il mondo si accorge vagamente solo ora... io proseguo per la mia strada.
Non sono io a dover cessare di esistere.
 
Continua...

(immagine: A. C. Cappi in una foto di Chirumbolo.Mallamo, 2019)




Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker.

sábado, 19 de marzo de 2022

Questa settimana nella rete

Dal poster "Tutti contro James Bond" (1971)

Salve a tutte e a tutti. Anche questo sabato il vostro affidabile Andrea Carlo Cappi vi propone un riepilogo dei post nella rete in cui si intrecciano i blog Il Rifugio dei Peccatori, Borderfiction Zone e Kverse. Vi è sufficiente fare click sulle parole evidenziate in giallo per arrivare al link corrispondente.

Cominciamo dall'appuntamento quattordicinale con gli editoriali dalla nave Iperwriters della grande scrittrice Claudia Salvatori, che tra tanti sedicenti filosofi di questi tempi si rivela realmente "La filosofa", come la protagonista di un suo romanzo (Premio Alberto Tedeschi 1985) riedito di recente da Edizioni Borderfiction. Claudia prosegue la sua navigazione tra quelle che definisce "biodiversità invisibili". Stavolta il duplice tema riguarda intelligenza e cultura, colpe imperdonabili, e loro possibilità di espiazione nella società contemporanea.

Sabato 12 marzo 2022 ci ha lasciati uno dei grandi maestri della televisione italiana, oltre che romanziere e saggista, e soprattutto persona straordinaria: Biagio Proietti, cui ho dedicato un ricordo su Borderfiction Zone. Colgo l'occasione per ricordarvi che molte delle storiche produzioni RAI da lui sceneggiate (come "Coralba", "Ho incontrato un'ombra", "Dov'è Anna?", "La mia vita con Daniela" e gli adattamenti da Poe, Van Dine e Flaubert), così come film quali "La morte risale a ieri sera" e "L'assassino ha riservato nove poltrone", sono tuttora disponibili in dvd e meritano di essere visti e rivisti. A ripercorrere carriera e opere visive e letterarie, facendo anche da preziosa guida, vi segnalo Biagio Proietti, un visionario felice, il prezioso volume di Mario Gerosa pubblicato quatto anni fa.

Sullo stesso blog è uscito per La Boutique del Mistero, il dossier relativo alla puntata della rubrica domenicale su Radio Number One, questa volta dedicato a Ian Fleming, agente segreto, ossia le vere operazioni spionistiche dello scrittore che inventò il personaggio di James Bond 007.
Il nuovo appuntamento è domenica 20 marzo alle ore 16.20 su Radio Number One (ascoltabile anche dal cellulare con l'app gratuita Radioplayer): stavolta vi parlerò di un celebre film che ha appena compiuto cinquant'anni e delle sue origini tra cronaca e letteratura.

La nuova puntata di Vita da pulp, dal titolo Non si capisce niente! racconta come sempre le esperienze di uno scrittore di narrativa di genere (io), a uso di chi ha intrapreso o desideri intraprendere tale attività o di lettrici e lettori che ne vogliano conoscere i retroscena.

Su Kverse, il blog più odiato da FSB ed SVR per le costanti rivelazioni su certi retroscena (d'altra parte, se per lungo tempo ho parlato di scheletri nell'armadio di MI6 e CIA, per la par condicio da alcuni anni mi occupo anche di loro), c'è un nuovo arrivo nella sezione video: il promo della mia novità in edicola e ebook da Segretissimo Mondadori, Sickrose - Matadora, firmato come François Torrent.

Inoltre vi segnalo che sulla pagina ufficiale del Premio Torre Crawford per racconti inediti, oltre al bando dell'omonimo concorso per il 2022 (scadenza: il 31 maggio prossimo) è uscito un articolo che illustra nel dettaglio il premio speciale denominato "E io lo dico a Pinketts!", nato in memoria dello scrittore Andrea G. Pinketts, in collaborazione con l'Associazione Culturale che porta il suo nome.
Infine sul sito ufficiale di Sergio Bonelli Editore è apparso l'annuncio ufficiale delle pubblicazioni in arrivo per il quarantennale di Martin Mystère, che ricorre nell'aprile 2022. Ne parleremo anche dal vivo a Lucca Collezionando sabato 2 aprile alle 12.30 e, molto presto, anche su queste pagine.
Per questa settimana è tutto! Saluti dal vostro K.


jueves, 17 de marzo de 2022

Vita da pulp - Non si capisce niente!


Riflessioni di un celebre scrittore ignoto di Andrea Carlo Cappi

Tempo fa spiegavo che "non si può piacere a tutti". Verissimo e più che giusto. E chi scrive di generi e argomenti diversi non può nemmeno pretendere che alla stessa persona piaccia tutto ciò che lei o lui pubblica. Per esempio un mio lettore ritiene che la parte migliore della mia produzione sia la non-fiction. Un altro adora le mie serie noir-spionistiche, ma detesta le mie opere di altri generi. C'è per fortuna chi ama tutto, anche i miei cicli "tie-in", cioè storie che scrivo su personaggi altrui; chi volesse sapere di cosa si tratta può leggere questo mio articolo del 2018 (anteriore alla mia recente novelization di un film del 2021).
Non tutto, dicevo, può piacere a tutti. Ma come si qualifica chi legge senza  capire cosa c'è scritto e lo stronca con vibranti parole di sdegno, invitando il pubblico a non avvicinarsi mai più a una mia singola opera?
Ebbene, un giorno mi capitano sotto gli occhi due recensioni su Goodreads relative al mio secondo romanzo tie-in, scritto vent'anni fa. Una delle due recensioni, sintetica ma precisa, lo qualifica come la miglior storia mai scritta su questo personaggio, nella quale "tutto si incastra alla perfezione in un continuo colpo di scena".
L'altra recensione, molto più evidente, ingombrante e dettagliata, è stata scritta da una signora o signorina animata da un odio sempiterno che potrà essere placato solo quando brucerò sul rogo insieme a tutti i miei libri. Si conclude infatti facendo un voto: <<di certo non leggerò mai più niente di questo autore!>>
Di quale orribile colpa mi sarò macchiato agli occhi di costei?

Per cominciare, a suo dire <<la storia vera e propria arriva oltre il primo terzo del libro. Oltre il primo terzo! Prima ci vengono presentati una lunghissima serie>> (sic) <<di personaggi, per lo più inutili, di cui la metà vengono uccisi>> (sic) <<nel giro di poche pagine>>. E i protagonisti, aggiunge la lettrice, <<vengono nominati forse tre volte, e niente ci viene rivelato di loro>>.
Senonché il personaggio principale di questa storia è in scena dalla primissima pagina e già all'inizio si racconta tutto ciò che se n'è saputo nell'arco della sua lunga vita editoriale. Ma tale personaggio fa uso di travestimenti e false identità, quindi (a differenza di lettrici e lettori) i suoi interlocutori non sempre sanno con chi hanno a che fare. Ma la lettrice in questione, semplicemente, non è stata in grado di capirlo.
Il protagonista è un ladro geniale ma, secondo costei, solo perché viene detto così, <<non perché lo vedo studiare e progettare i suoi colpi...>> bensì solo piazzare <<qualche microfono o telecamera... e poi tirare qualche pugno e sparare.>>
La preparazione dei colpi è l'essenza dei miei romanzi di questo ciclo, in cui ogni dettaglio viene spiegato prima, durante o dopo i fatti. Quanto a sparare... be', è noto (e viene dichiarato anche nel libro) che questo personaggio non fa mai uso di armi da fuoco.
Per quanto riguarda "qualche pugno", ci sono scene accurate di arti marziali, per le cui coreografie mi sono rivolto a un maestro che mi ha fornito consulenza anche su moltissimi altri romanzi, così bravo che in vent'anni nessuna/o tra le decine di migliaia di lettrici e lettori dei miei libri ha mai avuto difficoltà a comprenderle, anche senza una preparazione specifica in materia. Tranne questa lettrice, che dichiara <<delle scene d'azione non si capisce niente>>. Io mi sentirei di affermare che sia solo un problema suo, da estendere a qualsiasi testo scritto.

Per essere sicura che l'odio nei miei confronti faccia presa sul pubblico, la lettrice conclude la sua requisitoria con l'accusa di maschilismo. Non ha colto per esempio un'importante figura femminile del romanzo, Yu Sang, che si ribella alle feroci regole maschiliste dell'ambiente in cui vive; ma Yu Sang fa parte di quelle che la lettrice definisce <<altre culture>> che per sua stessa ammissione trova incomprensibili. La lettrice ignora poi che i personaggi principali, di cui ho rispettato fedelmente le caratteristiche, sono stati ideati negli anni Sessanta da due autrici storicamente considerate femministe. E che, prima della pubblicazione, il libro è stato vagliato accuratamente anche da una delle attuali autrici della serie.
Purtroppo, da qualche anno a questa parte, è normale leggere fake news su Internet, in qualche caso fabbricate appositamente, e buona parte del pubblico crede più facilmente alle notizie false che a quelle vere. Quindi poteva andarmi peggio: se la lettrice mi avesse accusato anche di genocidio, come si usa fare oggi, mi sarebbe arrivato un missile russo sulla casa.

Continua...




Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker.

(Nella foto: A. C. Cappi)

sábado, 12 de marzo de 2022

Questa settimana nella rete


Ecco dal vostro affidabile Andrea Carlo Cappi le segnalazioni dei nuovi articoli dell'ultima settimana nella rete in cui si intrecciano i blog

L'appuntamento con La Boutique del Mistero su Radio Number One la scorsa settimana in via eccezionale è stato anticipato a sabato e il relativo dossier pubblicato puntualmente l'indomani su Borderfiction Zone. Quel giorno in diretta con Luca Galiati mi sono occupato di Agatha Christie, la più celebre firma di bestseller di tutti i tempi: tra autori e autrici di narrativa, gialla o non, lei è in assoluto la più venduta e letta nella storia. Ma anche Dame Agatha ha un segreto mai confessato, che condivido con voi ne Il mistero di Agatha Christie.
Questa settimana La Boutique del Mistero riapre nel suo giorno e orario abituali, quindi domenica 13 marzo alle ore 16.20, sempre nel programma pomeridiano di Luca. Stavolta parleremo del più celebre agente segreto della finzione e del vero agente segreto che gli diede vita...

Di spionaggio si parla quasi sempre nel blog Kverse, anche perché in questi giorni, in tempo per la Giornata della Donna - dopo la versione ebook sui bookshop online - è arrivato anche in edicola da Segretissimo Mondadori il mio nuovo romanzo Sickrose-Matadora (firmato François Torrent, ma ormai si sa che sono sempre io).
Anche i veri servizi segreti celebrano l'8 marzo: una donna infatti è protagonista del video "Somos CNI", una breve storia di spionaggio con cui il Centro Nacional de Inteligencia spagnolo festeggia anche, in anticipo, i vent'anni della propria fondazione.
Intanto però la guerra in Ucraina continua e, nella speranza che la pace torni presto, sono andato a recuperare un indizio nel recente passato: forse il conflitto è cominciato già nel gennaio 2020 e non se n'è accorto nessuno, come spiego in Kverse nell'articolo Ucraina: la strage dimenticata (e avevo scritto in tempo reale in un mio romanzo di quell'anno.).

Del resto la parte della mia attività dedicata, appunto, alla spy story mi conduce a raccogliere informazioni, ricostruire retroscena e prevedere sviluppi di quanto accade nel mondo, conferendomi un ruolo talvolta scomodo, lo scrittore che ne sa troppo.
Al punto che in un mio romanzo dello scorso anno ho profetizzato l'esistenza della Gente zeta: persone che ostentano l'ultima lettera dell'alfabeto come simbolo di guerra, prima in un mio romanzo e poi da qualche settimana nella realtà.
Sono gli argomenti delle puntate di Vita da pulp apparse questa settimana ne Il Rifugio dei Peccatori.

Infine un paio di link esterni. Questa settimana da Sergio Bonelli Editore è uscito in edicola il n. 385 di Martin Mystère, che in appendice alla storia a fumetti contiene la penultima puntata del mio romanzo-serial "Martin Mystère e il potere del Falco". In attesa della conclusione il mese prossimo, coincidente con il quarantennale della serie inaugurata da Alfredo Castelli nel 1982, in questo episodio il detective dell'impossibile tira le somme di una vicenda durata un secolo, in cui sono stati coinvolti suo padre, l'investigatore privato Dashiell Hammett (sì, proprio lui) e lo stesso Martin per quasi tutta la sua vita. Se vi siete persi gli episodi precedenti, apparsi ogni mese a partire dal n. 375, potete ordinare gli albi arretrati dal Bonelli Shop online.
Ed è tutto per quanto riguarda gli ultimi sette giorni. A presto... e pace, per favore!

(Immagine: Mary Rossa è Sickrose in una foto di A. C. Cappi) 


viernes, 11 de marzo de 2022

Vita da pulp - Gente zeta

 

 Riflessioni di un celebre scrittore ignoto di Andrea Carlo Cappi

Nella puntata precedente scrivevo delle problematiche dello "scrittore che ne sa troppo". Devo confessare che, a questo proposito, un paio di settimane fa ho provato un'inquietudine supplementare quando ho letto una certa notizia. Sembra che già avvenisse durante le grandi manovre congiunte Russia-Bielorussia, ma il fatto è stato notato solo al momento dell’invasione dell’Ucraina: molti carri armati russi ora impegnati nell’attacco sono contrassegnati da una grossa zeta bianca.
È possibile che si tratti solo di un modo per rendere riconoscibili i mezzi corazzati di una determinata compagnia, ma il fatto è che la lettera ha rapidamente assunto il ruolo di simbolo dell’invasione russa. I sostenitori della guerra hanno cominciato a sfoggiarlo per manifestare il loro orgoglioso appoggio ai bombardamenti su civili innocenti e alla cacciata di milioni di profughi dalle loro case.
Il 5 marzo il ventenne russo Ivan Kuliak ha esibito la zeta ritirando sul podio la medaglia d'oro nel campionato mondiale di ginnastica artistica a Doha (Qatar) mentre all’atleta ucraino Illia Kovtun veniva assegnata quella di bronzo (fonte: The Guardian, 7 marzo 2022). Lo stesso giorno la lettera è stata tracciata sulla porta dell’appartamento di Margarita Konovalova in arte Rita Flores, membro della band dissidente Pussy Riot (fonte: The Art Newspaper, 8 marzo 2022). Qualcuno su Internet già chiama la zeta pro-guerra con il nome di “zwastika”.

Le ipotesi sul suo significato sono molte: potrebbe essere l’iniziale della parola zapad (occidente) e indicare il Distretto Ovest dell’esercito russo; potrebbe essere l’iniziale della parola za (per), usata nella locuzione za pobedu (per la vittoria). Un ministro ucraino ha rilevato che la zeta indicava la camera a gas del campo di concentramento nazista di Sachsenhausen, Germania. Dubito che il simbolo si riferisca al film Z-L'orgia del potere di Costa-Gavras del 1969; o alla zeta di El Zorro (La Volpe, in spagnolo), difensore mascherato dei deboli e degli oppressi nella California spagnola, apparso in un romanzo del 1919 dello scrittore pulp Johnston McCulley e poi in innumerevoli film.
Si tratta senz’altro di una pura coincidenza, ma il motivo per cui la lettera come simbolo pro-guerra mi ha preoccupato è che... il primo a collegarla alle strategie russe sono stato io: nel romanzo Sickrose-Sicaria pubblicato un anno fa, marzo 2021, in edicola da Segretissimo Mondadori (sotto il consueto pseudonimo di François Torrent) e ora disponibile solo in ebook. Nel romanzo mi ispiravo a una setta religiosa esistente negli USA, contrassegnata nella realtà dalla lettera qu e aperta sostenitrice dell’allora presidente americano.
Avevo deciso di usare la zeta per poter fare una ricostruzione di fantasia, forse però non lontana dalla realtà: nel libro la setta “zeta” è stata creata da un’organizzazione russa esperta in disinformazione, che nel 2020 vuole a tutti i costi far rieleggere il presidente USA in carica. Quando il piano fallisce, decide di organizzare una rivolta che sfoci in una guerra civile. Anche se è stato pubblicato nel marzo 2021, ho completato il romanzo a inizio dicembre 2020, un mese prima dell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, a cui hanno partecipato anche membri della vera setta a cui mi ero ispirato.
Trovarmi citato anche solo per caso sui carri armati dell’invasione non mi fa troppo piacere. Anche perché una zeta fa la differenza, specie quando si bombarda un reparto neonati e poi si dichiara che era un “reparto neonazi”.

Continua...




Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker.

(Immagine: foto di A. C. Cappi)

jueves, 10 de marzo de 2022

Vita da pulp - Lo scrittore che ne sa troppo


Riflessioni di un celebre scrittore ignoto di Andrea Carlo Cappi

Com'è noto, buona parte della mia produzione riguarda la narrativa di spionaggio. Ho toccato più o meno tutti i generi della narrativa popolare: in questi giorni, finalmente, anche il western, seppure in modo trasversale (lo scoprirete, credo, tra agosto e settembre). Ma la spy story è stata la prima scintilla, da quando a sei anni ho visto un paio di film che mi hanno fatto scoprire l'esistenza di quel mondo. Però mi sono reso conto presto che, come in tutti gli argomenti della narrativa "di genere", c'è una bella differenza tra fiction e realtà. Ciò non toglie che talvolta ciò che accade nel mondo reale superi la fantasia.
L'equivoco più diffuso è pensare che lo spionaggio in sé sia solo finzione e che gli agenti segreti non esistano. Il mio approccio è sempre stato diverso: non bisogna pensare che lo spionaggio "vero" sia quello descritto nella maggior parte dei film di James Bond o di Mission: Impossible, prodotti di evasione con elementi molto fantasiosi, quando non esplicitamente improbabili. Ma, a ben vedere, James Bond proviene dai libri di Ian Fleming, che aveva realmente lavorato nello spionaggio, mentre Mission: Impossible, sfrondato "l'impossibile", ha lontane radici in pratiche effettive della CIA e di altri servizi segreti.
Giusto in questi giorni, a proposito di spionaggio "vero", il CNI spagnolo ha realizzato in video una breve spy-story sulla giornata di una propria agente, di cui trovate qui il link. Anche le mie storie non prevedono attrezzature tecnologiche fuori dalla realtà, né fantacomplotti apocalittici. Al tempo stesso tuttavia voglio conservare l'aspetto di azione e suspense che il pubblico si aspetta da un romanzo spionistico. Non ho quindi la pretesa di essere un narratore realistico come John Le Carré, pur considerandolo un maestro. Pure lui ha avuto esperienza diretta di servizi segreti, ma mentre Fleming immaginava le avventure che avrebbe voluto vivere, Le Carré raccontava ciò di cui era stato testimone.

In ogni caso, non si fabbrica un romanzo di spionaggio solo copiando gli stereotipi del cinema. Il problema che mi posi intorno ai tredici-quattordici anni era come scrivere spy story avventurosa ma plausibile, sulla linea di Fleming e di certi autori della collana Segretissimo di Mondadori, a loro volta ex agenti segreti, giornalisti specializzati sull'argomento o, quantomeno, scrittori ben documentati. Decisi quindi di informarmi: dopotutto è proprio dalla necessità di informazioni che nasce lo spionaggio. Copiai il modello di lavoro del giornalista di famiglia, Bartolo Pieggi, fratello di mio zio: raccogliere ritagli di notizie, leggere testi di storia e saggistica sull'argomento. Insomma, studiare.
Ma in più volevo imparare a vagliare le fonti: per esempio, ascoltando le trasmissioni in spagnolo di Radio Praga e confrontando le notizie con quelle che arrivavano dall'Occidente, fino a distinguere le informazioni dalla propaganda di entrambi gli schieramenti. Dubitare di tutto, diventando al tempo stesso un complottista e un anticomplottista: il primo vede trame oscure ovunque, il secondo le rifiuta a priori; se si arriva a una via di mezzo, forse diventa possibile mettere a fuoco solo i complotti veri o probabili. Credo che in fondo sia questo uno dei compiti degli analisti dei servizi segreti: intuire le minacce potenziali, possibilmente prima che siano in atto.
Dopo oltre trent'anni, il mio archivio era così vasto da permettermi di scrivere un volume di saggistica in cui racconto un secolo di clamorose vicende spionistiche realmente accadute. Quando fu pubblicato, nel 2010, la mia competenza venne messa alla prova in un programma tv di Corrado Augias, che già aveva apprezzato il mio romanzo sulla morte di lady Diana Spencer. Nel frattempo avevo cominciato ad aprire armadi pieni di scheletri: per esempio in Nighthade-Babilonia Connection mi ero occupato dell'invasione dell'Iraq, una guerra interamente basata su fake news: l'inesistente coinvolgimento di al-Qaeda con Saddam Hussein e le mitiche armi di distruzione di massa di quest'ultimo.

Se la mia parte narrativa è puramente immaginaria, i riferimenti ai fatti di cronaca o storia recente sono precisi. Il vantaggio è che dalle mie valutazioni non dipende il futuro della politica internazionale: devo solo preparare la base per un romanzo di azione che risulti appassionante ma verosimile per chi legge. Nel contempo, però, posso fornire spunti di riflessione e dubbio: e se le cose fossero andate più o meno come dico io? Le notizie reali che cito non hanno forse le stesse implicazioni inquietanti che indico nei miei romanzi? Il fatto è che a volte le cose vanno davvero come dico io, solo che io le scrivo in anticipo. Sicché, quando immagino uno scenario catastrofico, temo sempre che si realizzi sul serio.
L'altro grosso problema di "saperne troppo" è che diventano fastidiose le notizie molto "orientate", quando non decisamente false, usate per giustificare azioni scellerate come appunto la guerra in Iraq, che ha portato alla destabilizzazione perenne dell'area, alla nascita dell'ISIS e persino a un conflitto USA-Iran nel gennaio 2020 in cui, guarda caso, le uniche vittime furono i passeggeri di un aereo di linea ucraino.
Il discorso vale oggi per certe affermazioni sull'invasione in corso, ultimo drammatico atto di una strategia che ho chiaramente delineato nei miei romanzi più recenti, raccontando guerre ibride, finanziamenti occulti e interferenze politiche. Non è un caso se sempre più persone vengono a chiedermi opinioni sulla situazione: a volte un autore di spionaggio può essere utile per chiarirsi le idee.

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Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker.

(Immagine: A. C. Cappi)


viernes, 4 de marzo de 2022

Questa settimana nella rete...

Da una copertina di "Delitto e castigo" di F. Dostoevskij

Eccovi i nuovi articoli nella rete in cui si intrecciano i blog Il Rifugio dei Peccatori, Borderfiction Zone e Kverse, curati dal vostro affidabile Andrea Carlo Cappi.

In Borderfiction Zone trovate l'appuntamento con la mia rubrica La Boutique del Mistero, in onda solitamente la domenica poco dopo le 16.15 su Radio Number One: la scorsa puntata ha riguardato il caso non ancora del tutto risolto dell'attentato al primo ministro svedese Olof Palme, rievocato in Assassinio a Stoccolma. Attenzione: il nuovo appuntamento questa settimana è in via del tutto eccezionale di sabato, oggi 5 marzo alle 14.20, sempre nel programma pomeridiano di Luca Galiati su Radio Number One.

Sempre su Borderfiction Zone: l'articolo quattordicinale di "Iperwriters" della scrittrice Claudia Salvatori, proseguendo il discorso sulle "biodiversità invisibili", si occupa questa volta di bontà e sincerità. Se siete interessati alle acute riflessioni di Claudia sul  mondo in cui viviamo, trovate tutti i suoi editoriali a questo link.

Il Rifugio dei Peccatori ospita una nuova puntata di "Vita da pulp" dal titolo Delitto e pasticcio, innescata dalla recente polemica sulla punizione di Dostoevskij per essere, innegabilmente, uno scrittore russo. Ma posso garantire che non si è mai espresso in vita sua a favore dell'attuale presidente del suo Paese. Tutte le puntate di "Vita da pulp" sono a questo link.

In Kverse, il blog dedicato all'omonima saga narrativa e ai suoi riferimenti a storia e cronaca, in questi giorni si è intensificata l'attività, per valide ragioni.
Per cominciare è uscito su Amazon da Oakmond Publishing, in cartaceo e ebook, il mio Medina-A Milano non c'è il mare, raccolta di racconti e romanzi brevi con protagonista l'antieroe del noir italiano Carlo Medina. Molti di essi sono usciti in passato all'interno di pubblicazioni Mondadori; uno è stato il primo (e forse unico) Giallo Mondadori interattivo a puntate su Internet; un altro è inedito; tutti sono per la prima volta riuniti in un unico volume.
Esce inoltre in edicola e ebook da Segretissimo Mondadori il mio nuovissimo romanzo Sickrose-Matadora, la nuova avventura della sicaria boliviana Rosa Kerr, accolta a tempo di record da una recensione molto favorevole.
Ricorre poi il ventesimo anniversario dell'uscita - sempre da Mondadori - del primo romanzo del ciclo di Mercy Contreras, di cui trovate varie curiosità nei post L'ultimo nastro del Kverse20 anni di Nightshade.
Per restare in tema, un paio di collegamenti esterni: il numero di marzo del mensile online Spionaggio all'italiana è dedicato a una mia intervista-interrogatorio, mentre sul blog di Segretissimo Mondadori trovate la presentazione di Sickrose-Matadora.

Torniamo su Kverse, il blog censurato su Facebook per non avere diffuso fake news. Nel caso che qualcuno si chiedesse perché un autore di svariate decine di bestseller si dedichi a parlare di politica internazionale come se ne sapesse qualcosa, ho pubblicato il post Niente da perdere, in cui spiego perché mi ostini a dire la mia. Dopodiché, chi non vuole lasciarsi seppellire dalla propaganda degli appositi uffici di San Pietroburgo trova qualche retroscena nell'articolo Ucraina: la "guerra santa" della Madre Russia.

jueves, 3 de marzo de 2022

Vita da pulp - Delitto e pasticcio

 

Dostoevskij in un ritratto di Vassilij Perov, 1872

Riflessioni di un celebre autore ignoto, di Andrea Carlo Cappi

Il titolo allude, per chi non l'avesse capito, a un'opera di Fjodor Dostoevskij (se si scrive ancora così). E voi penserete: ecco, che barba, anche Cappi vuole commentare la storia del corso su Dostoevskij di Paolo Nori, cancellato dall'università milanese di Bicocca per un "errore umano", come ne scrive la rettrice, o forse per uno sconsiderato gesto di presunta correttezza politica da parte di qualche incompetente. Tutto perché Dostoevskij era russo. Peraltro in Russia fu considerato un pericoloso sovversivo nemico dello zar, quindi come la mettiamo?
Se n'è già letto parecchio in giro e posso solo dire che approvo la decisione dello scrittore di tenere il corso altrove, anche dopo che l'università ha cercato di fare marcia indietro peggiorando le cose, perché gli errori "umani" andrebbero scontati. Ma ribadisco un concetto espresso in giorni non sospetti (il primo marzo) in un post su un altro blog: i popoli non vanno giudicati - né i loro artisti sottoposti a censura - a causa del comportamento incondivisibile di loro leader del presente o del passato. Altrimenti non dovreste leggere nemmeno i miei libri, perché in Italia non è che abbiamo sempre avuto bella gente al potere.

Diciamo che il mio è un modesto tentativo di "acchiappaclick". Non sono bravo a inventarne come quel sito meteorologico che lancia titoli efficacissimi tipo "In arrivo tempesta di neve a bassa quotaaa!" oppure "Nei prossimi giorni devastanti inondazioniii!" e, soprattutto, "Un meteorite sta per colpire la Terraaa!" Gliene suggerisco uno: "Imminente pioggia di missili nucleariii!"
Ma non voglio nemmeno commentare la guerra in atto, perché lo sto facendo sempre su quel blog in un'apposita serie di approfondimenti, l'ultimo dei quali vi illustra a quali pretesti appellarvi nel caso abbiate voglia o necessità di invadere uno stato sovrano.
La vera ragione di questo post è che devo fare un po' di propaganda strisciante. Be', la fanno tutti, la faccio anch'io. Poco più di un anno fa, per non invadere di elementi autopromozionali i blog con cui collaboro, "Il Rifugio dei Peccatori" e "Borderfiction Zone", ne ho aperto appunto uno che parla del mio ciclo noir-spionistico denominato Kverse e dei suoi retroscena di cronaca e storia: dal momento che tali libri hanno raggiunto diverse centinaia di migliaia di lettrici e lettori, meritavano uno spazio dedicato. 
Poche settimane dopo un anonimo, non so se un hacker russo per i miei contenuti di politica internazionale o un hater in zona Lodi-TIBB a Milano per suoi problemi personali, è riuscito a farlo censurare su Facebook, il mio principale canale di comunicazione. Quindi, se cerco di condividere su Facebook un post o un link di Kverse, sul computer scattano allarmi come se un meteorite stesse per colpire la Terraaa! Non potevo perdere tempo a chiudere il blog e rifarne daccapo grafica e struttura a un altro url. Ma ora sono usciti due miei nuovi libri e da qualche parte devo pur parlarne.
Su Kverse trovate quindi (anche) vari articoli che riguardano la nuova raccolta di racconti "Medina - A Milano non c'è il mare", contenente pure un inedito della serie cominciata ventotto anni fa; il ventennale della serie "Nightshade" inaugurata nel marzo 2002, di cui uscirà a breve un nuovo romanzo; e, da un momento all'altro, il romanzo "Sickrose - Matadora" ora in uscita da Segretissimo Mondadori in edicola e ebook (sotto lo pseudonimo François Torrent, ma sono sempre io). Buone letture.

Continua...



Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker.