viernes, 23 de diciembre de 2016

Fenomenologia di Diabolik - promo



Andrea Carlo Cappi legge un brano dal suo libro "Fenomenologia di Diabolik", pubblicato in ebook da Algama Editore. Dal 23/12/16 al 5/1/17 in offerta a soli 2,99€ anziché 6,99. Tutti i segreti del Re del Terrore su IBSBOOKREPUBLICAMAZON e le altre piattaforme.

viernes, 25 de noviembre de 2016

Diabolik-L'ora del castigo al WOW



Andrea Carlo Cappi a IL CERCHIO GIALLO (Milano, Wow-Museo del Fumetto, viale Campania 12) due giorni di incontri a raffica sabato 26 e domenica 27 novembre 2016, dalle 15 alle 20. Il 26 alle 15 presentazione del romanzo DIABOLIK-L'ora del castigo, alle 21.30 (Spazio Teatro 89, v. F.lli Zoia 89) il diaboliko concerto dii Graziano Romani & Band.

domingo, 9 de octubre de 2016

Il Rovanino, tra mito e realtà

"La Rovanina" (affresco del Rovanino, XV secolo)


Articolo di Franz von Spinnen

Chi non conosce il celeberrimo artista della Valdimai, il Rovanino,una tra le più belle espressioni pittoriche del Rinascimento,cui tutti invidiano e continueranno a invidiare il tratto verace e realista, raffinato, dai crismi e carismi perfetti nel gioco cromatico, fatto di luci e ombre, nella cui arte il sacro e il profano si intersecano per sfociare all’unisono inno alla Vita che trascende nell’estasi della perfezione.
Nacque nel 1453 da famiglia di umili origini. Il padre era scalpellino nell’allora cava di Sumei, mentre la madre era bracciante agricola. Il Rovanino, il cui nome deriva dalle acque della Rovana, affluente del fiume Maggia, fu da subito costretto a lavorare nei campi con la madre. Ma in lui ardeva il sacro fuoco della passione e dell’arte pittorica.
Fu così che diciassettenne, dopo due anni di apprendistato “a bottega” presso un mastro del luogo di cui si son perse le tracce, fece la sua comparsa in campo artistico.
Innumerevoli le sue opere,sparse in tutto il mondo. Persino i nazisti, durante la Seconda guerra mondiale, cercarono di trafugare le sue tele esposte in Brianza. Fu inutile e vennero, per nostra fortuna, sottratte all’avida aquila del Terzo Reich!
Il valore delle sue opere fu da sempre inestimabile.Tra tutti i capolavori, citerò soltanto - e l’esempio sarà eloquente - La Rovanina. In questo affresco di indubbia sagacia artistica la quintessenza della serena beatitudine si manifesta con inni sussurrati, più che cantati, dagli angeli a colei ch’è troppo pura per essere anche soltanto nominata: la “Rovanina”. Basti soltanto ammirare la leggerezza del drappo plissettato di seta bianca, per comprendere di quale armonia artistica il Rovanino fosse capace. Ne La Rovanina il volto della madre trasecola, come fosse estemporaneo alla realtà, di cui nondimeno rappresenta incarnazione divina e prova vivida di quanto la perfezione illumini la mente umana.
La Rovanina è invito a riflessione e devozione completa alla nostra unica e vera Signora.

sábado, 20 de agosto de 2016

Magalluf Italian Style - Il mistero di García Lorca



Un video e due parole di Andrea Carlo Cappi

Ottant'anni fa, nell'estate in cui scoppiò la Guerra di Spagna, veniva ucciso il trentottenne poeta e drammaturgo Federico García Lorca. Il pubblico italiano (forse) lo ricorda soprattutto attraverso la celebre interpretazione di Arnoldo Foà del Lamento per la morte di Ignacio Sánchez Mejías ("Alle cinque della sera..."). Ma non solo García Lorca è considerato il più grande poeta spagnolo del XX secolo: la sua opera è tuttora vitale.
Non a caso uno dei film che contendono a Julieta di Almodóvar la possibilità di rappresentare la Spagna al prossimo premio Oscar per il miglior film straniero - La novia di Paula Ortiz - si ispira a Nozze di sangue, una delle opere più celebri di García Lorca. Senza contare che, legato com'era alla cultura dei gitani andalusi e del flamenco, a sua volta il poeta ha ispirato e continua a ispirare musicisti che ne hanno ripreso i testi per cantarli e suonarli.
Eppure, a ottant'anni dalla sua morte, ancora non si sa esattamente cosa sia accaduto a García Lorca quando fu arrestato dai franchisti il 19 agosto 1936, come sia stato ucciso... e dove si trovino i suoi resti.

miércoles, 17 de agosto de 2016

Magalluf Italian Style - Black and Blue



Un video e due parole da Andrea Carlo Cappi

Come forse già sa chi segue questo blog, Magalluf (o Magaluf... prima o poi dirò anche qualcosa sulla grafia incerta e misteriosa del nome della località) è l'ambientazione del mio romanzo Black and Blue (Cordero Editore), Ed è anche il luogo in cui ho scritto il libro e da cui sto scrivendo questo post.
Da qui, oltre a raccontarvi qualche retroscena del romanzo, in questa puntata di "Magalluf Italian Style" mi collego al canale YouTube dello scrittore Andrea G. Pinkettts per proporvi un estratto dalla sua videorecensione e vi espongo le regole del "gioco dell'estate" che ho lanciato da un paio di settimane su Facebook: Black&Go, la parola d'ordine per acquistare al momento una copia con dedica di Black and Blue con uno sconto di 5 euro sul prezzo di copertina di 15 euro.
Basta avvicinarmi - non valgono telefonate, geolocalizzazioni o messaggi e-mail, dovete presentarvi di persona e dire "Black&Go!" anche se vi sentite scemi a farlo... Il che implica che vi troviate, tra oggi e, diciamo, il 19 settembre, nello stesso punto del globo in cui mi trovo io.
Coraggio: se siete da queste parti, bando alla timidezza! Avrete la possibilità di leggere un romanzo nello stesso luogo in cui è stati scritto e ambientato. E vi garantisco che sarà un'esperienza molto interessante.




viernes, 12 de agosto de 2016

Magalluf Italian Style - Chi è Andrea Carlo Cappi?



Un video e due parole da Andrea Carlo Cappi

Ora che questi video cominciano a circolare, qualcuno si chiederà chi diavolo ne sia l'autore e perché parli di Magalluf, Maiorca, rivolgendosi a un pubblico italiano. La verità è che esistono siti e pagine rivolte a un turismo prevalentemente britannico, ma poco o nulla indirizzato agli italiani, che pure sono una forte presenza tra i visitatori dell'isola e di questa località in particolare. Ho deciso di colmare la lacuna... ma anche, in quest'occasione, di spiegare chi sono a chi non mi conosce.




martes, 9 de agosto de 2016

Magalluf Italian Style - La semplice arte del balconing



Un video e due parole di Andrea Carlo Cappi


Stavolta affrontiamo uno degli argomenti più scottanti di Magalluf, ovvero il fenomeno del balconing, neologismo che indica la pratica suicida di lanciarsi in una piscina da un balcone o un tetto, o di saltare da un balcone all'altro: ogni anno decine di giovani muoiono o restano gravemente menomati per averlo praticato. Qualcuno parla di "selezione naturale", altri danno la colpa al garrafón, ovvero gli alcolici di pessima categoria e bassissimo costo che molti ragazzi britannici (ma non solo) trangugiano in quantità industriale, riducendosi a larve umane incapaci di intendere e di volere, tantomeno di volare.



Ma...  questo non avviene soltanto a Magalluf.  Ho qualche sospetto sui casi di studenti in gita a Milano per l'Expo 2015 precipitati dalle finestre di camere o corridoi e ritrovati l'indomani mattina schiantati sull'asfalto. Nondimeno, mantenere l'immagine di Magalluf come luogo di perdizione per giovani ha un duplice effetto: da una parte stimola un certo tipo di turismo giovanile di massa, squattrinato e alcolico, che fa molto comodo a chi lo sfrutta, dall'altra contrasta l'afflusso crescente di turisti "normali" alle Baleari, a tutto vantaggio di altre località.
In realtà a Magalluf e a Maiorca c'è molto di più delle notti "scandalose", anche se queste fanno più notizia.



jueves, 4 de agosto de 2016

Magalluf Italian Style - Ballando nell'ultimo paradiso



Un video di Andrea Carlo Cappi


Nuovo video dedicato ai turisti italici a Magalluf, Maiorca. Non ci sono solo le notti "scandalose": gli italiani apprezzano l'appuntamento settimanale di El Ultimo Paraiso (Playa de Magalluf) con paella, sangria e flamenco. Delle prime due non vi posso offrire un assaggio via Internet, del flamenco - o, nella fattispecie, delle sevillanas - invece sì. In scena il gruppo Hermanos Crespo, con le ballerine Inma Crespo e Carmen de Pau, e i chitarristi Miguel Crespo ed Esteban Sánchez. Buon divertimento!



Inma Crespo in una foto di A.C.Cappi

miércoles, 3 de agosto de 2016

Magalluf Italian Style: Benvenuti a Magalluf




Un video e due parole di Andrea Carlo Cappi

Ernest Hemingway beveva i suoi cocktail preferiti al Floridita e alla Bodeguita del Medio all'Avana, Ian Fleming sorseggiava champagne o martini sul davanzalle della finestra di Goldeneye, la sua casa a Oracabessa, Giamaica. Andrea G. Pinketts preferisce guardare il mondo - nella fattispecie piazza XXIV Maggio a Milano - da un tavolino de Le Trottoir. Sono anch'io a favore della birra, specie d'estate, ma se posso scegliere prediligo il mio solito tavolo a El Ultimo Paraiso, sulla spiaggia di Magalluf, Maiorca. Guarda caso, il luogo in cui mi trovo in questo preciso istante, agganciato alla connessione wi-fi del locale che è praticamente divenuto la mia casa lontano da casa. O forse la mia vera casa è qui... devo ancora chiarirlo.
Fatto sta che, dopo quarantatré anni che torno in questo posto ogni volta che mi è possibile, in qualsiasi stagione, che ci sia un legame tra me e questa baia è innegabile. Ho ambientato molte delle mie storie in Spagna, soprattutto a Maiorca, e quest'anno è uscito il mio romanzo Black and Blue, che si svolge proprio a Magalluf (o Magaluf, la grafia è incerta). Una località turistica su cui se ne sentono raccontare di cotte e di crude, fino a perderne di vista la vera natura: una gran bella spiaggia affacciata su una baia decorata da un paio di isolette, sopra la quale si celebrano tramonti spettacolari. Un ottimo clima, aria pulita, mare pulito... e prezzi convenienti. Eh, sì, certo, ogni tanto qualche giovane inglese che confonde la Brexit con il balconing piove giù dal quinto piano, ma in tutti questi anni non me ne è mai caduto nessuno in testa. Non è poi così difficile sopravvivere a Magalluf.
Senza contare che, come ho scritto su questo blog un anno fa, i miei amici di El Ultimo Paraiso hanno dato vita a una lodevole iniziativa che unisce paella e sangría ad autentici spettacoli di flamenco, combattendo la globalizzazione che trasforma i luoghi di vacanza in posti uguali tra loro in tutto il Mediterraneo. Per una sera alla settimana, non si può dubitare: qui ci si trova in Spagna.
Sicché ho deciso di aprire Magalluf Italian Style, con una pagina Facebook e una sezione del mio canale YouTube, per raccontare con foto, post e video ciò che gli altri non vi dicono di una delle località turistiche più "scandalose" del mondo. Invitandovi a seguirmi. O, se volete, a venire anche voi a passare una serata di flamenco a El Ultimo Paraiso e a leggere Black and Blue (e non solo) nel luogo in cui è stato scritto.





domingo, 31 de julio de 2016

Fenomenologia di Diabolik



Due parole (e un video) da Andrea Carlo Cappi 

Penso che, a quasi cinquantacinque anni dalla sua nascita, Diabolik possa essere considerato un mito immortale che si rinnova di continuo, pur restando fedele a se stesso. È tuttora, insieme al veterano Tex Willer e al più giovane Dylan Dog, uno degli eroi di fumetti campioni di vendite in Italia e, insieme a Martin Mystère, il personaggio più versatile per la sua capacità di passare da un mezzo comunicazione all’altro. Ma l’aspetto più stupefacente è che ha conquistato e mantenuto questa posizione come primo – e unico a durare ininterrottamente nel tempo – dei criminali della letteratura disegnata made in Italy.

Le regole dell’immortalità, che hanno permesso ai protagonisti di restare coerenti malgrado lo scorrere del tempo: tutto si svolge in un mondo simile al nostro, in cui però la geografia è quasi del tutto immaginaria, la tecnologia si evolve secondo regole proprie e quattro anni di storie a fumetti equivalgono a un anno nella vita dei personaggi. Sicché, per esempio, i cambiamenti caratteriali che hanno reso Diabolik meno spietato rispetto agli inizi della sua carriera sono in fondo il normale sviluppo di un essere umano nell’arco di dodici o tredici anni di vita: l’irrealtà dell’ambientazione rende più realistica la sua esistenza.



Quando un autore inventa una serie di successo, può capitare che le debba dedicare il resto della propria vita. In qualche caso – dato che non tutti godono della longevità di Stan Lee, il creatore dei supereroi Marvel che ancora oggi appare á la Hitchcock nei film basati sui suoi personaggi di oltre mezzo secolo fa – le avventure continuano anche oltre, proseguite da altri scrittori. Capita abitualmente a Sherlock Holmes o James Bond, ma è successo persino a Nero Wolfe e Philip Marlowe. Come Ian Fleming ebbe la preveggenza di fondare prima della sua morte prematura la Glidrose Ltd. (oggi Ian Fleming Publications Ltd.) perché gestisse negli anni l’agente 007, così le sorelle Angela e Luciana Giussani lasciarono alla loro casa editrice, la milanese Astorina, il compito di mantenere in vita Diabolik, Eva Kant e Ginko, con la solenne promessa di non tradire mai le aspettative dei lettori.
Così, dal momento in cui ho cominciato a scrivere i nuovi romanzi di Diabolik, riprendendo in chiave moderna una tradizione degli anni Sessanta, ho studiato le leggi che regolano l’universo del Re del Terrore e dei suoi comprimari. E questo è forse il momento adatto per raccontare cosa ho imparato. Al Wow, il museo del fumetto in viale Campania a Milano si è tenuta la mostra Diabolik – Il passato, il presente, il futuro che si chiude oggi per riprendere dal primo settembre. In questa occasione è stato ripubblicato in edizione cartacea da Il Cerchio Giallo, con due copertine diverse, il primo romanzo del mio ciclo, Diabolik – La lunga notte, che sarà seguito in settembre da Diabolik – Alba di sangue (entrambi sono già disponibili in ebook) ed entro l’anno dai due volumi successivi, Diabolik – L’ora del castigo ed Eva Kant – Il giorno della vendetta. Nel frattempo è uscito in ebook da Algama il saggio Fenomenologia di Diabolik, realizzato con la collaborazione e l’approvazione di Astorina. Nel testo esploro non solo la storia del fumetto delle sorelle Giussani e delle sue trasposizioni sotto forma di film, cartoni animati, videogiochi, musica e un nuovo fumetto alternativo, DK, ma anche e soprattutto la psicologia dei personaggi e i meccanismi del loro mondo.
Per esempio, perché Diabolik continua a rubare, quando a chiunque altro sarebbero bastati i primi dieci o dodici colpi per mettersi a posto per la vita? Qual è la natura del rapporto indissolubile tra Diabolik ed Eva? E per quale motivo, anche se nessuno dei suoi governanti potrebbe mai ammetterlo, lo stato di Clerville ha bisogno di criminali come loro due? Tutto ha una spiegazione. E Fenomenologia di Diabolik rappresenta, a suo modo, i “contenuti speciali” dei miei romanzi e probabilmente soddisfa la curiosità di chi si domanda come un fumetto possa diventare negli anni un riferimento culturale irrinunciabile... persino per chi non lo legge.

Andrea Carlo Cappi
Fenomenologia di Diabolik
ebook (Algama Editore), 6,99€
su IBS
su Amazon



jueves, 16 de junio de 2016

AG Noir 2016: bando di concorso letterario


Dal 15 al 17 luglio 2016 torna ad Andora AG Noir ad Andora (Savona), il festival condotto da Andrea G. Pinketts. E torna il concorso letterario che porterà alla selezione dei racconti per l'antologia Marenoir 2016 (Cordero Editore).
Ecco il bando di concorso ufficiale: 

Bando di Concorso Letterario “AG NOIR ” 2°Edizione


Il Comune di Andora in collaborazione con l’Associazione Culturale CEContemporary ha istituito un Premio Letterario dal titolo “AG NOIR” aperto a tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto i 18 anni di età volto a selezionare 10 racconti del genere Noir ambientato in provincia fra quelli partecipanti alla selezione. 
Il Premio consisterà nella pubblicazione dei 10 racconti vincitori della selezione in una antologica a cura della Cordero Editore - Via Galliano 24 R - 16153 Genova - www.corderoeditore.com


MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE

ART.1 La partecipazione al concorso “AGNOIR” è gratuita. I racconti dovranno pervenire alla mail: contact@cecontemporary.com entro il 3 luglio 2016.
ART.2 Il racconto dovrà essere scritto in lingua italiana e non superare la lunghezza massima di n. 30.000 battute (per battute si intendono le lettere, gli spazi, i punti, le virgole etc.)
ART.3 Il racconto dovrà appartenere al genere Noir nella sua accezione più ristretta, essere inedito e mai pubblicato neppure in forma elettronica.
ART.4 Ogni concorrente potrà partecipare con massimo n. 2 racconti.
ART.5 Ogni concorrente sarà responsabile della propria opera e dovrà avere i pieni diritti del testo/racconto che presenterà per la partecipazione al concorso.
ART.6 Ogni concorrente dovrà autorizzare la pubblicazione del proprio testo sia in versione digitale che in versione cartacea, accettando l’eventuale intervento di editing condotto dall’editore ai fini della pubblicazione. Cedendo i diritti in esclusiva all’editore.
ART.7 Ogni Autore, per il fatto stesso di partecipare al concorso “AG NOIR”, dichiara la paternità e l'originalità delle opere inviate e del loro contenuto e autorizza il trattamento dei suoi dati personali ai sensi del D.Lgs. 196/2003 e succ. modifiche. L'Associazione Culturale CEContemporary, il Comune di Andora e la casa editrice Cordero Editore non rispondono di eventuali plagi o violazioni di legge.
ART.8 Ogni concorrente per partecipare al concorso “AG NOIR” dovrà spedire per ogni racconto presentato due copie dell'elaborato (una formato word e una PDF) in due distinti allegati alla mail : contact@cecontemporary.com. Entro il 3 luglio 2016. Una copia in pdf dovrà essere contrassegnata dal solo titolo. L'altra copia in formato word dovrà contenere il titolo e i seguenti dati dell'Autore: nome, cognome, data e luogo di nascita, residenza, indirizzo mail, re- capito telefonico. Nell'oggetto della mail si dovrà specificare “AG NOIR” L’invio dell’elaborato alla mail sopraindicata comporterà l’accettazione tacita di tutte le regole del presente bando.
ART.9 Gli elaborati pervenuti saranno valutati secondo i seguenti criteri: Voto da 1 a 5: correttezza grammaticale Voto da 1 a 5: scorrimento della trama Voto da 1 a 5: originalità della trama
ART.10 Gli elaborati saranno valutati in forma anonima dalla Giuria il cui giudizio è insindacabile e inappellabile. I nominativi dei Giurati saranno resi noti alla data di proclamazione dei vincitori. La giuria sarà composta da un giornalista, un editore, un responsabile di ufficio stampa, uno scrittore, un coordinatore di eventi culturali internazionali, due docenti.
ART.11 La cerimonia di premiazione avrà luogo nella serata di domenica 17 luglio 2016.
ART.12 Gli autori dei racconti vincitori si impegnano a cedere gratuitamente qualunque diritto relativo alla pubblicazione e alla commercializzazione del proprio elaborato alla Cordero Editore s.r.l.s., nell’ambito della sola opera antologica “Marenoir 2016”.
ART.13 In base alla vigente normativa sulla privacy, gli indirizzi e i dati personali dei partecipanti verranno utilizzati esclusivamente ai fini del “AG NOIR” e per l'e- ventuale pubblicazione dell'Antologia. ART.14 Rilascio a titolo di esclusiva dei diritti.

PER INFORMAZIONI:
CEContemporary - SEGRETERIA ORGANIZZATIVA 348 9031514 - contact@cecontemporary.com



jueves, 5 de mayo de 2016

I Peccatori un anno dopo

Fotografia di Fabio Viganò
Due parole di Andrea Carlo Cappi


Salve a tutti. Minuto più, minuto meno, è passato un anno da quando è apparso il primo post su questo blog. Da allora abbiamo avuto una media di mille visite al mese... che non è un pessimo risultato per un blog tutt'altro che glamour, cui ci dedichiamo in modo discontinuo, dati i nostri impegni e le nostre vicissitudini. Specie se si considera che Fabio Viganò svolge un lavoro socialmente utile, laddove io sono solo uno scrittore e traduttore. Ma, anche se abbiamo poco tempo libero, non ci manca mai la voglia di esprimere le nostre opinioni, con articoli, poesie, narrativa, sproloqui. Per dire, come dichiarato fin dal principio, quello che ci passa per la testa.
Sicché abbiamo parlato di arte, mafia, cultura, terrorismo, passato, presente. Abbiamo pubblicato storie, visioni, testi, fotografie e video. Ci siamo associati al webmagazine Fronte del Blog, che a sua volte è collegato ad Algama Editore, nuova casa editrice digitale che sta pubblicando i miei nuovi ebook di narrativa e, prossimamente, una raccolta di poesie di Fabio Viganò. Dato però che il nostro primo amore è il libro di carta, abbiamo anche contribuito ad aprire su una nostra pagina La Libreria Virtuale di Ermione che spedisce volumi per corrispondenza. Stiamo proponendo un romanzo in fieri di Fabio Viganò di cui presto apparirà una nuova puntata. Insomma, anche quando non ci vedete ci stiamo dando da fare. Ci potete seguire su Facebook, ma la cosa migliore è vagare senza una meta precisa tra le nostre pagine.
Siamo sicuri che troverete storie - come quella suggestiva e inquietante di Abe Sada pubblicata ieri - fotografie e video molto interessanti. Il primo anno è solo l'inizio.

miércoles, 4 de mayo de 2016

C'era una volta Sada Abe

Articolo di Andrea Carlo Cappi

Se si conosce la storia, il nome "Sada" parrebbe un'invenzione letteraria. Ma così si chiamava la donna che conquistò le prime pagine dei giornali giapponesi nel maggio del 1936, distogliendo l'attenzione dei lettori dalle notizie sulla vittoriosa invasione della Cina da parte dell'Impero del Sol Levante. E la vicenda è realmente accaduta, anche se ben presto ha acquisito una dimensione letteraria e quasi mitica, forse perché richiamava alla mente del pubblico nipponico il filone chiamato ero-guro (fusione delle parole "eros" e "grottesco"). Tra il 1975 e il 1976 la storia viene raccontata in ben due film che si fanno concorrenza a vicenda: il primo, Abesada-L'abisso dei sensi, di grande successo in Giappone; il secondo, Ecco l'impero dei sensi, celebre a livello mondiale.

Sada Abe nel 1935
Sada Abe, ultima nata - a Tokyo, nel 1905 - da una famiglia di fabbricanti di tatami, viene violentata all'età di quattordici anni e manifesta ben presto quello che oggi potremmo chiamare "disturbo da stress post-traumatico", con una tendenza all'iperattività sessuale; sintomi che possono restare incompresi oggi, figuriamoci nel Giappone di quei tempi. La famiglia risolve il problema come ancora si usava in quella classe sociale negli anni Venti: indirizzando la ragazza al mestiere di geisha. Ma la giovane Sada forse non ha la preparazione culturale necessaria e passa al ruolo di comune prostituta. È irrequieta, a volte aggressiva e violenta, e cambia di continuo città, lavorando di tanto in tanto come cameriera o trovandosi amanti compiacenti che la mantengono. Tra questi un professore con ambizioni politiche, Goro Omiya, che diviene quasi una figura paterna e si preoccupa della sua salute: una frequentazione che Sada manterrà sino alla fine.
Dal febbraio 1936 la donna trova lavoro a Tokyo come apprendista presso il ristorante Yoshidaya, di proprietà del quarantaduenne Kichizo Ishida, un self-made-man che ora preferisce far lavorare la moglie e correre dietro alle ragazze. L'incontro tra "Kichi" e Sada (che in quel periodo cerca di nascondere il proprio passato usando una delle sue numerose false identità) scatena la passione. Tra aprile e maggio Kichi sparisce per due settimane, passate tra case da tè e alberghi, tra fiumi di birra e saké, in una serie di sfiancanti amplessi con la nuova amante, alla presenza di geishe e di cameriere. Fino a quando si ricorda di avere un'attività commerciale e una famiglia, e torna brevemente dalla moglie.

L'arresto di Sada Abe, 20 maggio 1936 
Quando lo rivede l'11 maggio, Sada lo minaccia con un coltello da cucina, imitando la scena di uno spettacolo di geishe che ha visto di recente: potrebbe sembrare uno scherzo, ma l'episodio lascia trasparire la profonda gelosia che Sada prova nei confronti della moglie di Ishida e il senso di possesso nei confronti di quest'ultimo. Ha inizio una nuova settimana di sesso e saké, durante la quale la coppia, scambiandosi i ruoli, si dedica allo strangolamento erotico. Uno dei loro giochi rischia di condurre Kichi alla morte e lo lascia sofferente per ore. Sotto l'effetto di un tranquillante, prima di addormentarsi l'uomo mormora: "Cercherai ancora di strangolarmi nel sonno, vero? Se cominci a farlo, vai fino in fondo, perché dopo è troppo doloroso." O almeno così racconterà Sada, che avrebbe interpretato la frase come un invito a uccidere l'uomo.
In effetti non è chiaro se si sia trattato di un incidente durante un altro amplesso sado-maso o di un omicidio nel sonno, deliberato ancorché "su richiesta". Fatto sta che nelle prime ore del mattino Kichizo Ishida muore strangolato. La donna giace per ore accanto al cadavere. Dopodiché con il suo coltello da cucina, gli asporta il pene e i testicoli, che chiude in un involto sanguinolento e nasconde sotto gli indumenti: quelli dell'uomo, sopra i quali indossa il proprio kimono. Prima di andarsene, traccia sul corpo dell'amante le parole Sada e Kichi noi due soli. Si allontana dall'albergo verso le otto del mattino, raccomandando alle cameriere di non disturbare Ishida, che "sta dormendo". 
La donna fa visita a Omiya, scusandosi con il professore per eventuali danni alla sua carriera politica che potrebbero derivare dal fatto che si sono frequentati. L'uomo non sa di cosa lei stia parlando, ma in effetti quando la vicenda verrà alla luce, la loro relazione sarà scoperta e Omiya dovrà abbandonare le proprie ambizioni. Poi Sada gira per Tokyo e si nasconde sotto falso nome in un albergo, dove cerca di trastullarsi con ciò che resta dell'amante. Pensa di suicidarsi, di lì a qualche giorno, per raggiungere Kichi. Ma la polizia, che le sta dando una caccia frenetica fin da quando è stato trovato il cadavere di Ishida, arriva per prima, il 20 maggio.

Abesada-L'abisso dei sensi
Al processo dichiara di avere ucciso Kichizo perché nessun'altra donna potesse averlo (curiosamente, è la stessa motivazione addotta oggi da molti femminicidi). Sada spera nella pena di morte, ma nel frattempo la sua storia ha fatto presa sull'opinione pubblica, che simpatizza per lei. La condanna è a soli sei anni, di cui lei sconterà in effetti solo cinque. Viene scarcerata il 17 maggio 1941. Un dettaglio macabro: dopo il 1945 i genitali di Kichizo Ishida sono esposti al pubblico presso l'Istituto di Medicina legale dell'Università di Tokyo, ma in seguito scompaiono.
La singolare storia d'amore non viene però dimenticata. E si torna a parlare di Sada Abe nel 1969, quando viene intervistata in un film documentario sui delitti al femminile. Ma di lì a poco la donna fa perdere le proprie tracce. E due registi giapponesi decidono di portare il caso sullo schermo.
Il primo è Noboru Tanaka, con Jitsuroku Abe Sada (che credo significhi "La storia di Abe Sada", secondo l'usanza giapponese di indicare prima il cognome), uscito in Giappone nel 1975. Narrando la vicenda in chiave erotica - con frequenti scene di nudo dell'attrice Junko Miyashita, in amplessi simulati con il co-interprete Hideaki Esumi - viene messa in luce la natura disperatamente romantica di Sada, che in quel periodo si fa chiamare Kayo. Il film segue la vicenda da quando è già in corso la prima fuga dei due amanti fino all'arresto di Sada, intervallato da alcuni rapidi flashback che raccontano il passato della donna. È netta anche la contestualizzazione storica, con riferimenti sia al fallito colpo di stato in Giappone del 26 febbraio, sia alla guerra imperialista che l'Impero sta conducendo in Cina, visualizzata con inserti di filmati d'epoca. L'esposizione lascia intuire una sorta di rifiuto dei due protagonisti nei confronti di ciò che il loro paese sta diventando, rifugiandosi l'uno nell'altra. In Italia il film viene distribuito con il titolo Abesada - L'abisso dei sensi, unendo nome e cognome in un'unica parola e giocando forse sul fatto che in Francia usciva in un alone di scandalo l'altro film sullo stesso caso.

Ecco l'impero dei sensi
Co-produzione franco-giapponese, diretto da Nagisa Oshima, Ai no korida/L'empire des sens non si intrattiene troppo sull'ambientazione storica, limitandosi a una scena in cui il protagonista, camminando per la strada, incrocia le truppe in partenza per la Cina che marciano nella direzione opposta, salutate da bambini che agitano bandierine. Il linguaggio scelto da Oshima è assolutamente esplicito e molti dei rapporti sessuali tra Sada (Eiko Matsuda) e Kichi (Tatsuya Fuji) sono ripresi dal vero. C'è qualche cambiamento rispetto alla vicenda originale: qui Sada usa il suo vero nome e Kichi è il proprietario di un albergo, non di un ristorante. Numerose scene e dialoghi coincidono tra questo e l'altro film, anche perché in entrambi i casi derivano dalle dichiarazioni della stessa Sada Abe al processo, che raccolte in un libro erano divenute un bestseller nel 1936.

Ma oltre all'abbandono totale al sesso, viene dipinta in modo più nitido la natura a tratti violenta con pulsioni omicide, a tratti autodistruttiva della protagonista, in uno scambio di ruoli sadomaso che viene gestito in ogni caso dalla donna. E, dato il realismo totale scelto dal regista, anche la sequenza della mutilazione è molto più esplicita e brutale... per quanto auspicabilmente realizzata con opportuni effetti speciali. Quando arriva in Italia - con alcune scene censurate - anziché L'impero dei sensi il film viene intitolato Ecco l'impero dei sensi, quasi a sottolineare che questo sia il film di cui tutti parlano.
La storia è tornata almeno altre quattro volte sullo schermo, contando anche una versione con la pornoattrice Asa Akira, in cui la vicenda è ambientata nell'America di oggi. Ma sicuramente il film più celebre di tutti, a distanza di quarant'anni, rimane quello di Nagisa Oshima, che ha acquisito una fama "scandalosa" pari a quella ottenuta a suo tempo del caso Abe Sada.

Mercoledì 4 maggio alle ore 21.30 al MoviePlanet di S. Martino Siccomario (Pavia), per la rassegna Erotica, Andrea Carlo Cappi introduce la proiezione di Ecco l'impero dei sensi di Nagisa Oshima.

jueves, 14 de abril de 2016

Black and Blue: booktrailer



Un video di Andrea Carlo Cappi

E ora il romanzo è uscito. È in vendita in edizione cartacea su IBS e, presto o tardi, anche in ebook. Ed è accompagnato dalla miniserie di racconti settimanali leggibili gratuitamente online sul webmagazine Fronte del Blog, in cui vengono narrate le origini del protagonista. Senza dimenticare i video sul canale YouTube dell'autore, con le colonne sonore di Signor Wolf Funk Exp. Un lancio multimediale - che potete seguire comodamente anche da questo blog - per una nuova serie che da una parte si collega all'universo narrativo presente in molti romanzi e racconti di Andrea Carlo Cappi, ma dall'altra segue regole e linguaggi completamente diversi. In poche parole, anzi, in un hashtag: #blackisthenewnoir

sábado, 9 de abril de 2016

Lo scrittore che non era nei Panama Papers

Fotografia di Andrea Carlo Cappi

Sproloquio di Andrea Carlo Cappi

Una quindicina di anni fa, ospite al Courmayeur Noir in Festival, il brillante autore di (meritati) bestseller John Grisham espresse un'opinione che condividevo: il miglior film basato su un suo libro era The Rainmaker, che Francis Ford Coppola aveva tratto da L'uomo della pioggia. Purtroppo, aggiungeva lo scrittore, il film era uscito nella stessa settimana in cui era stato lanciato Titanic, la cui pesante campagna promozionale lo aveva oscurato. Ogni tanto capita.
Per esempio - anche se le cifre in gioco sono molto inferiori - il sette aprile ultimo scorso è uscito un romanzo cui tengo molto, come mi capita quando scrivo qualcosa di radicalmente diverso da quanto ho fatto prima. Non che non mi piacciano gli altri miei libri: se così fosse, non li avrei scritti, perché a mio avviso se un libro non piace all'autore, non piacerà neanche ai lettori che pagano per poterlo leggere. Ma Black and Blue rappresenta qualcosa di nettamente diverso dalla mia produzione precedente, così come nel 1997 Ladykill-Morte accidentale di una lady si differenziava dalla maggior parte delle storie che avevo scritto sino da allora e nel 2014 Danse Macabre - Le vampire di Praga si distaccava nettamente dalla mia produzione principale.
Quando scrivo un libro, da qualche anno a questa parte, grazie ai social network faccio quello che in altri tempi avrebbe potuto fare l'editore: una campagna pubblicitaria. Scatto fotografie, realizzo video (attività in cui per anni mi ha aiutato l'amico scrittore-videomaker Francesco G. Lugli) e mi invento slogan. Poi inondo Internet di messaggi promozionali che cerco di rendere sempre curiosi e divertenti. È un lavoro che si sovrappone al lavoro, per rimediare al problema di base: l'invisibilità imposta alla maggiore parte dei veri libri di veri scrittori, includendo, sia chiaro, nella categoria i narratori che puntano all'intrattenimento. Ma l'intrattenimento destinato a un pubblico intelligente ha l'obbligo di essere a sua volta intelligente, quindi spesso è visto con estremo sospetto.
Al lancio il sette aprile 2016 di Black and Blue - figlio di un progetto cominciato tre anni fa - mi sono dedicato per cinque mesi. Mi sono occupato di persona di molti elementi: dato che sono, marginalmente, un fotografo, ho scattato la foto di copertina, cercando di immaginare cos'avrebbe fatto Helmut Newton se avesse dovuto illustrare un romanzo pulp; visto che sono stato uno dei primi a sostenere l'uso del booktrailer in Italia (partecipai a un convegno in proposito allo IED di Milano una decina di anni fa) ho realizzato diversi videoclip musicali con la colonna sonora di Signor Wolf Funk Exp, straordinaria band con cui ho avuto il piacere di collaborare; poiché da più di sei anni propongo quasi ogni settimana un mio racconto online gratis ai miei lettori, ho ideato una miniserie partita il sette aprile sul webmagazine Fronte del Blog, Insomma, un sacco di lavoro, fatto con passione, arrivando alla splendida serata al Balubà di Milano, sempre il sette aprile, con i colleghi Andrea G. Pinketts, Stefano Di Marino e Paolo Sciortino, in cui ho venduto tutte le copie disponibili, cominciando ancora prima della presentazione. Ormai, per promuovere il libro, mi mancano giusto i "rollinz" e le action figures dei personaggi.
Non avevo previsto però che lo stesso giorno, il sette aprile, uscisse anche il libro autobiografico firmato dal figlio di un boss, con tanto di apparizione televisiva in un programma di massimo ascolto, preceduta da una lunga polemica sull'opportunità o meno di mandarla in onda. Premetto che, essendo contro la censura, non sono contrario a priori né alla pubblicazione del libro né all'intervista in tv. Condivido pienamente l'opinione di un giornalista di grandissimo impegno e serietà come Edoardo Montolli in un suo articolo su Fronte del Blog e non solo perché siamo amici e lavoriamo insieme da quasi vent'anni. Di libri di mafiosi e figli di mafiosi di tutto il mondo ne sono stati pubblicati molti e alcuni sono testi fondamentali per conoscere retroscena, anche se bisogna sempre filtrare il punto di vista degli autori. Detto questo, non sento il bisogno impellente di leggere questo libro o assistere all'intervista, perché temo non siano illuminanti sulle questioni che importano davvero, ma potrei persino sbagliarmi.
Piuttosto, ciò che mi dà fastidio, è l'operazione commerciale che c'è dietro.
Primo, per un fatto personale: l'editore del libro in questione è lo stesso che due anni fa ha pubblicato il mio Le vampire di Praga, annunciandolo come il primo di una trilogia; non ho ancora potuto scrivere i volumi successivi e temo che il motivo sia che ho fatto presente all'editore le necessità retributive del proseguimento della collaborazione.
Secondo, perché l'editore non mi ha mandato da Bruno Vespa, ma da questo punto di vista lo posso anche capire: io non sono figlio di vampiri. Be', non sono neanche figlio di agenti segreti, ma per Le grandi spie Augias mi ha invitato lo stesso nel suo programma.
Terzo: perché lo "scandalo" dell'intervista serve a fare più pubblicità a un libro di quanto possa farne io per il mio. In un certo senso anche i librai che espongono il cartello in cui dicono che nel loro negozio non si tiene quel libro - alcuni, suppongo, come autentico atto di coraggio e impegno civile, altri forse solo per moda - contribuiscono a loro modo a reclamizzare un libro che si può comprare da un'altra parte.
Ma allora, quando ho scritto libri che raccontavano retroscena di questioni di enorme importanza (omicidi politici, guerre, terrorismo...) librai o edicolanti avrebbero dovuto esporre, con lo stesso impegno, un cartello che diceva che loro vendevano il mio libro. Ma non sapevano neanche di venderli (quelli che li vendevano). Perché la tattica migliore per far tacere un libro scomodo e evitare che si sappia in giro che esiste.
Ora però vorrei rivendicare il diritto degli autori veri di libri veri a far sapere che esistono. Anche perché a volte i nostri libri - scritti con passione e cognizione di causa - sono la nostra fonte di sostentamento. E, se continuate a correre dietro ai fenomeni da baraccone televisivo del momento, rischiamo di morire di fame. Di sicuro, non troverete i nostri nomi nei Panama Papers.


miércoles, 6 de abril de 2016

Arriva Black and Blue!


Messaggio promozionale

#blackisthenewnoir

Acquista il romanzo di Andrea Carlo Cappi Black and Blue (Cordero Editore) su IBS
o presso commerciale@corderoeditore.com

Scopri l'evento su Facebook: giovedì 7 aprile alle 21.30 al Balubà di Milano (via Carlo Foldi 1 - piazza S. Maria del Suffragio, ingresso libero), con Andrea Carlo Cappi presentato da Andrea G. Pinketts e Stefano Di Marino 

Segui la miniserie dal 7 aprile su Fronte del Blog
e alla pagina Facebook Il racconto del venerdì di A.C.Cappi 

Leggi l'articolo nel blog


Guarda il videoclip n.4


Guarda il videoclip n.3 


Guarda il videoclip n.2 


Guarda il videoclip n.1 


martes, 5 de abril de 2016

Venticinque anni in nero



Appunti e video di Andrea Carlo Cappi


Questa primavera compio venticinque anni. Come scrittore. In effetti, quando ne avevo sul serio venticinque, ero solo un aspirante scrittore. Poi, a ventisei e mezzo mi venne offerto per la prima volta di farlo a livello professionale ed è da quel momento che comincio il conteggio della mia attività. Anche se era da quando avevo sei anni che volevo diventare uno scrittore (di gialli) e dall'età di tredici che avevo cominciato a raccogliere un archivio di ritagli su crimini, intrighi internazionali e storie di spionaggio, una parte del quale sarebbe sfociata nel 2010 nel volume Le grandi spie. E anche se già a fine anni Ottanta un mio romanzo era andato in lettura a Segretissimo Mondadori ma - giustamente, con il senno di poi - non era arrivato alla pubblicazione; aveva lasciato però un buon ricordo in uno di coloro che lo avevano letto e di cui poi sarei diventato collega, lo scrittore Stefano Di Marino.
Fu nel 1991 che imparai una cosa fondamentale: scrivere pensando a un pubblico anziché al cassetto fa scattare un meccanismo interessantissimo, un senso di responsabilità che permette di giudicare quello che si scrive con la stessa severità con cui si valuta un testo scritto da altri. Una tecnica che applico sempre a me stesso. Con questo, non è che si possa piacere a tutti, ma di solito si riesce a non deludere i propri lettori.
E fu nel 1991 che, ripercorrendo appunti e racconti scritti nel passato, trovai un bagaglio di trame e persino colpi di scena che nemmeno ricordavo di avere concepito. Lo stile delle mie storielle giovanili lasciava a desiderare, ma le trovate riuscivano a sorprendermi. Così, tra idee vecchie e nuove, si consolidarono vari universi narrativi. Tra cui quello più esteso, che oggi i lettori chiamano Kverse e che comprende le storie con Carlo Medina, Mercedes "Nightshade" Contreras e Rosa "Sickrose" Kerr, ma anche racconti e progetti narrativi con altri personaggi.
Uno di questi si fa chiamare Black e non dovrebbe essere passato inosservato a chi ha letto il romanzo Agente Nightshade - Bersaglio ISIS, pubblicato in Segretissimo sotto lo pseudonimo François Torrent nel settembre 2015. Lui in realtà è stato concepito la prima volta nel 1979, quando volevo a tutti i costi un personaggio che assomigliasse a Shaft il detective. Ed è rinato tre anni fa in un racconto scritto a seguito di un'ispirazione improvvisa. Era un po' diverso e molto più evoluto e complesso, rispetto alla sua versione originaria. Sembrava piuttosto interessante.
Così in questi ultimi tre anni ho continuato a lavorare su di lui, fino a scoprire tutta la sua storia, che potrete conoscere attraverso Black, una miniserie di racconti che avrà inizio giovedì 7 aprile sul webmagazine Fronte del Blog e sarà un appuntamento settimanale per tre mesi, e nel primo romanzo interamente dedicato a lui, Black and Blue, pubblicato ora da Cordero Editore. Non dico che sia il più bel libro che io abbia mai scritto, ma posso affermare di averci dedicato tempo, energie e sentimenti, al ritmo delle musiche di Signor Wolf Funk Exp che ora fanno da colonna sonora ai video promozionali. Dopo venticinque anni, volevo ancora una volta proporre ai miei lettori qualcosa di diverso. Buon divertimento, spero.
A cominciare dall'appuntamento a Milano il 7 aprile alle 21.30 al Balubà (via Carlo Foldi 1, vicino a piazza S. Maria del Suffragio) che aprirà appositamente per la serata in cui Andrea G. Pinketts e Stefano Di Marino presenteranno Black and Blue.


lunes, 4 de abril de 2016

Appuntamenti inattesi a Milano


A grande richiesta, in una sola settimana ben due incontri letterari a Milano con la collaudata coppia Pinketts & Cappi, prima di un'interruzione che si protrarrà per varie settimane... quindi vi consigliamo di cogliere al volo l'occasione.
Martedì 5 aprile alle 21.30, alla Libreria Verso (corso di Porta Ticinese 40) i due e l'autore Giuseppe Foderaro - ritratti nella locandina da Angela Varani - presentano il romanzo Latex e biscotti (Giraldi Editore) di cui abbiamo già parlato qualche giorno fa: leggi la recensione.



Giovedì 7 aprile alle 21.30 un'altra sorpresa: il Balubà Café Restaurant, che avevamo dato ormai per chiuso con la serata su Alda Merini del 3 marzo, si rifiuta di abbassare definitivamente la saracinesca e apre per una nuova "ultima serata". Ci auguriamo che possa essere il preludio a un ritorno in attività... ma per ora accontentiamoci di questa occasione. Stavolta Andrea Carlo Cappi è in veste di scrittore e a presentare il suo nuovo romanzo Black and Blue (Cordero Editore) sono Andrea G. Pinketts e Stefano Di Marino. L'incontro è dunque nell'accogliente cripta del Balubà, in via Carlo Foldi 1 (a un passo da piazza S. Maria del Suffragio, corso XXII marzo).

sábado, 26 de marzo de 2016

miércoles, 23 de marzo de 2016

Black is the new noir



Nuovo video teaser - con un vago sentore di tv in bianco e nero degli anni Settanta, e una incalzante colonna sonora di Signor Wolf Funk Exp - per il progetto Black di Andrea Carlo Cappi: la miniserie sul webmagazine Fronte del Blog e il romanzo Black and Blue da Cordero Editore. La miniserie racconta la metamorfosi di un precario spagnolo di colore ai tempi della crisi in un investigatore privato che ricorda certi eroi degli anni Settanta (uno in particolare). I lettori più attenti rcorderanno di averlo già incontrato nel 2015, nel romanzo Agente Nightshade: Bersaglio ISIS, libro riportato tristemente di attualità proprio in questi giorni. Il nuovo romanzo presenta il protagonista in azione, ormai consolidato nel suo ruolo di detective senza licenza, nel corso dell'estate 2015. Il suo territorio è una splendida isola del Miediterraneo, dove si trova però una delle località turistiche, a torto a ragione, più famgerate d'Europa. Si avvicina il momento in cui potrete scoprire le sue avventure... #‎blackisthenewnoir

Immerso nella natura - Quattro passi per la Valmalenco


 



Testi e fotografie di Fabio Viganò 


Ascendere una montagna, anche se la si conosce,non è mai un fatto scontato. È immergersi nella Natura ritrovando la dimensione umana, passo dopo passo, sacramentando a volte per la fatica. Fatica… Silenzio e fatica, nella Via Alta della Valmalenco. Dalla diga di Campo Moro si cominciano a scalare i “sette sospiri”, sette gradoni praticamente verticali che impongono una certa preparazione e buon fiato. Il peso dello zaino lo si sente soprattutto durante le brevi soste, quando lo si toglie.
In due ore, passiamo dai 1990 metri della diga di Campo Moro ai 2636 metri del Rifugio Carate Brianza. L’accoglienza è calorosa e,quel che più conta, genuina. Lasciati gli zaini, saliti di poco, incontrerete la Bocchetta delle Forbici. Solo allora comincerete a capire perché sia valsa la pena di sudare, scarpinando lungo il sentiero e sui detriti che portano al Rifugio Carate.





Incamminatevi quindi lungo il percorso che vi condurrà al Rifugio Marinelli. Attraverserete una conca, un'ampia vallata, avventurandovi tra corsi d’acqua e laghi di alta montagna, camminando tra rocce e pietrisco, ma sempre al sicuro.

Alla fine, anche se apparentemente distante, vi apparirà , posto sopra il cucuzzolo ,ancora, di un’altra montagna. Eccolo, il Rifugio Marinelli-Bombardieri! Da qui si può proseguire per il Rifugio Marco-Rosa; e da lì alla vetta del Pizzo Bernina oppure, in alternativa,  la Punta Marinelli, affrontando un breve ghiacciaio per chiudere quindi con l’arrivo al Rifugio Bignami. 
“Cavolo. Sembra distante!” esclama il mio compagno d’arrampicata.
“Il bello deve ancora venire. L’ultimo tratto, la salita, è caina… come direbbero al Carate”, gli rispondo.
Oggi a fondovalle tira un’arietta gelida da non prendere alla leggera. Si continua a camminare e alla fine veniamo ripagati dal panorama apprezzabile dal Marinelli-Bombardieri.


Tutto qui è silenzio. Siamo a quota 2813 metri. In lontananza si sente il rumore di un passo; parrebbe stanco, ma cadenzato. Calpesta il suolo quasi ritmicamente… Poi si ferma. Attende la propria compagna di scalata. Passeranno la notte al rifugio invernale e quindi, tempo permettendo, saliranno al Marco-Rosa.
Quando sarete qui, capirete il significato di “sentirsi immersi nella Natura”. Anche voi probabilmente ne sarete estasiati. Di fronte vedrete il Bernina, lo Scerscen, il Roseg. Non avrete parole. Udrete soltanto il vostro respiro.


Il cielo oggi è terso. Soltanto alcune nubi che paiono disegnate proprio per far da cornice a questo spettacolo. Il silenzio ora regna indisturbato. Persino il vento pare essere calato…



Rispetto. Andare in montagna impone rispetto.
Il prezzo del sacrificio, la natura.
Il prezzo del dovere… il sangue!
Il sangue versato dagli alpini, ricordati da un monumento poco distante da qui. Bombardieri, il relitto dell’elicottero… lo si intravede nella vallata.


Al ritorno…una sorpresa! In prossimità della Bocchetta delle Forbici incontriamo gli stambecchi.
Tra noi e loro non si riesce a capire chi sia maggiormente incuriosito. Ma la Bocchetta delle Forbici ci attende. Eccola, in lontananza! Poco sotto saremo al Rifugio Carate Brianza, dove l’accoglienza è di casa. Lì studieremo la cartina. Poi, parafrasando una nota canzone, “Domani si vedrà…”
A dire il vero, il cielo non promette bene. Ma a cena la compagnia è ottima. Anzi, di più!
Domani si vedrà…