Riflessioni di un celebre scrittore ignoto di Andrea Carlo Cappi
Assassini SpA (The Assassination Bureau, Ltd.) è il titolo di un romanzo incompiuto di Jack London (1876-1916), ispirato da Sinclair Lewis (1885-1951), completato nel 1963 da Robert L. Fish (1912-1981) sulla base di appunti di London e della sua vedova. La trama, ambientata nel primo Novecento, ruota intorno a Ivan Dragomiloff, creatore di una "anonima assassini" internazionale disposta per motivi etici a sopprimere importanti figure di potere, se a seguito di un'opportuna indagine queste vengono giudicate pericolose per l'umanità... (Le implicazioni filosofiche, come si può immaginare, sono sconfinate). Ma, appunto per queste ragioni, presso la Assassini SpA viene aperto un contratto il cui bersaglio è il suo stesso fondatore, Ivan Dragomiloff. Lessi il romanzo in un'edizione BUR degli anni Settanta, dopo avere visto il divertente (benché infedele) adattamento cinematografico con Oliver Reed, Diana Rigg e Telly Savalas.
Questa lunga premessa introduce il fatto che a volte nella vita ti capita di incontrare un'Assassini SpA che si ritiene "eticamente" motivata a distruggerti. A volte è una singola persona, a volte un gruppo, a volte una singola persona manipolata da un gruppo. Queste Assassini SpA sono convinte di essere infallibili e insindacabili. E, sì, ci sono sempre di mezzo i soldi.
Il denaro, del resto, è una potente arma di guerra. Una legge ancora non del tutto chiarita della fisica dice che "i soldi vanno dove ci sono i soldi". Se l'aggressore ha maggiori disponibilità economiche rispetto all'aggredito, gli sarà più facile saccheggiarlo per impadronirsi dei suoi beni e diventare ancora più ricco e potente. Ma l'aggressore è convinto di obbedire al richiamo "Dio lo vuole!", una certezza che lo assolve preventivamente da qualsiasi peccato. Tutto ciò ha un forte impatto sulla vittima: anche se, come nei casi che vedremo tra poco, non viene esercitata violenza fisica, le conseguenze possono essere "fisiche" oltre che economiche e il risultato può essere la morte (naturale, ma procurata) dell'aggredito. Un delitto perfetto.
Credo che il caso più diffuso nel mondo sia quello dei parenti che vogliono appropriarsi di un'eredità che spetterebbe a te. Questo vale se fai parte della metà degli eredi che viene derubata, non della metà che li deruba. La conseguenza più immediata: non solo l'aggressore ti porta via beni e averi di famiglia, con tutto il dispiacere che questo comporta, ma devi anche spendere soldi in avvocati per cercare di salvare il salvabile. Nella mia vicenda personale - un incubo durato dieci anni - ho potuto osservare che l'Assassini SpA era effettivamente motivata dalla missione divina di spazzare mia madre e me dalla faccia della Terra.
Un caso specifico del settore in cui lavoro da oltre trent'anni, il mondo dell'editoria, è quello del datore di lavoro che non paga il dovuto a chi scrive, traduce o lavora in redazione. Al momento opportuno, l'editore truffaldino può dichiarare un fallimento a orologeria, che allungherà i tempi delle cause e renderà economicamente insostenibile agli aventi diritto continuare a pagare le spese legali. In sostanza costringerà le vittime a rinunciare al dovuto, perché il poco che riuscirebbero a spuntare dopo anni sarebbe una cifra irrilevante rispetto al costo in tempo, denaro e salute necessario per ottenerla. L'Assassini SpA sa che la sopraffazione, a lungo termine, premia. E, sì, nella vicenda più eclatante che mi è capitata - un incubo durato stavolta solo tre anni, poi ho dovuto lasciar perdere - l'obiettivo finale, dichiarato pubblicamente, era quello di vedermi morto.
Altri casi molto comuni sono quelli dei proprietari di appartamento che alzano gli affitti fino a renderli intollerabili e quelli degli amministratori condominiali che, d'accordo con i consiglieri per spartirsi la torta, gonfiano le spese - letteralmente - all'inverosimile. Qui, oltre a derubare l'inquilino o il condomino, più che la morte l'obiettivo può essere la pulizia etnica: solo chi appartiene a una determinata categoria, cioè gli evasori fiscali, può abitare in quella casa. L'unica soluzione è il trasloco, a patto di muoversi quando ancora ci sono i soldi per pagarne uno. Anche qui parlo per esperienza personale, prima della mia famiglia e poi mia, durata quasi tutta la vita.
Tutto ciò - specie dopo la crisi globale, la crisi post-pandemia e in quest'epoca di guerre - comporta che i ricchi diventino sempre più ricchi, o quantomeno lo sembrino e possano vivere come tali, sulle spalle degli strati sociali inferiori. Poiché i compensi per certi lavoratori diminuiscono anziché adeguarsi ai tempi, coloro che come me hanno la fortuna di poter svolgere compiti diversi nello stesso settore trovano come unica soluzione quella di accettare ogni possibile incarico, sperando beninteso di essere pagati. L'unico modo per non guadagnare di meno è lavorare di più, fino a ridurre al minimo le ore del sonno e saturare di impegni ogni minuto di veglia. Il che azzera il tempo libero, compromette la vita sociale e causa problemi di salute.
Ma ecco profilarsi, inaspettatamente, un nuovo tipo di Assassini SpA: quella che dice di voler tutelare la tua salute, ma di fatto la distrugge. Per vent'anni, conscio di non poter avere una pensione, sono riuscito faticosamente a mettere da parte un minimo di risparmi presso una compagnia di assicurazioni, grazie a una seria e onesta professionista. Quando lei si è ritirata, la mia pratica è stata traferita a un'agenzia con sede in un moderno palazzo vetrato milanese, dove un nuovo referente mi ha proposto una ragionevole e sostenibile polizza sanitaria. Poi però una nuova referente ha innescato un meccanismo diverso e perverso: poiché si avvicinava il momento in cui avrei potuto riscattare i miei risparmi, l'obiettivo dell'agenzia è diventato riprendersi in anticipo il denaro che mi avrebbe dovuto pagare, mediante disinformazione e procedure confuse di "aggiornamenti" e "integrazioni". Da tre anni a questa parte, senza avere mai chiesto un singolo rimborso in vita mia, mi sono trovato a dover pagare cifre superiori ai miei guadagni e a dover lavorare di più solo per pagare l'assicurazione. Altrimenti scattano minacce di azioni legali e pignoramento dei beni. La situazione è analoga a quella dello strozzinaggio, solo che sono io a "prestare" i miei soldi all'agenzia.
Cambiata di nuovo la referente, da oltre due anni sto chiedendo di uscirne, spiegando che con la crisi dell'editoria le mie entrate diminuiscono di continuo e già in quel momento non potevo far fronte alle loro esagerate e fameliche richieste. Con fatica, sono riuscito a farle chiudere svariate polizze ma - a quanto afferma lei - l'unico modo per uscire da quella "sanitaria" (rigorosamente quinquennale) è quella di sottoscriverne una meno gravosa, ma sempre quinquennale a partire dal momento della firma, intrappolandosi ogni volta in un meccanismo senza fine. Poiché finalmente sono riuscito a chiedere la liquidazione dei miei risparmi e presto avrei avuto soldi sul mio conto corrente (per anni appena sopra il rosso) nel febbraio 2024 un altro individuo della stessa agenzia ha tentato di impormi una polizza che in cinque anni mi avrebbe portato via più di quanto stavo per incassare; gli è andata male.
Ora però che la liquidazione, grazie al cielo, è stata effettuata e non sono più sulla soglia della povertà, rimane la maledetta polizza sanitaria che da qui al 2027 mi sottrarrebbe tre quinti dei miei risparmi; l'unica via d'uscita - mi viene detto - è sottoscriverne di nuovo una meno pesante, che però mi vincolerebbe fino al 2029, portandomi via solo un terzo dei miei risparmi. Quindi dovrei continuare con il superlavoro sottopagato al solo scopo di arricchire l'Assassini Spa, compromettendo la mia salute per la "tutela della salute". Considerando che tutto questo è stato ottenuto con l'inganno, viene la nostalgia dei bei tempi de La fiamma del peccato, in cui le truffe venivano fatte alle assicurazioni.
Continua...
Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato oltre una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker. È direttore artistico del Premio Torre Crawford. Membro di IAMTW e World SF Italia, vincitore del Premio Italia 2018 (miglior romanzo fantasy), cura le riedizioni di Andrea G. Pinketts con l'associazione omonima e per Delos Digital la collana in ebook Spy Game.