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domingo, 27 de octubre de 2024

Concerto per Mafalda e orchestra


Articolo e foto di Andrea Carlo Cappi

Quino en la música, Casal Solleric (Passeig des Born 27, Palma de Mallorca) fino all'8 gennaio 2025, ingresso libero. Chiuso lunedì, Natale e Capodanno; orari martedì 10-20, domenica e festivi 11-14.30.

Sono molte le ricorrenze di quest'anno per Joaquín Lavado Tejón, in arte Quino (1932-2020), il grande umorista grafico argentino noto soprattutto per le strisce di Mafalda, la bambina "contestataria" che, nel rispecchiare la società del suo Paese degli anni '60-'70, porta alla luce le inquietudini del XX secolo e anticipa quelle del XXI. Sono trascorsi settant'anni dall'ingresso di Quino a livello professionale nel mondo dei fumetti e sessanta dalla nascita di Mafalda, che sarebbe apparsa regolarmente sulla stampa argentina fino al 1973; e dieci anni dall'assegnazione in Spagna del Premio "Príncipe de Asturias", da poco ricevuto (nell'attuale versione "Princesa de Asturias") da un suo caro amico: il cantautore catalano Joan Manuel Serrat. Infine il 24 ottobre 2024 a Palma di Maiorca è stata inaugurata una mostra che il fumettista Jorge Isaurralde alias Tatúm non esita a definire la più importante mai dedicata a Quino.

L'immagine scelta per la locandina della mostra

Quino en la música - nell'ambito del festival internazionale Comics Nostrum, organizzato da Cluster de Comics - segue uno degli argomenti che hanno accompagnato l'opera del disegnatore per tutta la sua carriera fin dagli anni '50 - prima, durante e dopo Mafalda - con gli originali di vignette singole, brevi storie da una tavola e, naturalmente, strisce del suo personaggio più celebre. Molte delle illustrazioni sono veri e propri backstage umoristici del lavoro di direttori d'orchestra, solisti e musicisti, un ambiente che Quino conosceva sia come appassionato di musica classica, sia come... zio. I due nipoti Guillermo Lavado (ispiratore del personaggio di Guille in Mafalda) e Diego Lavado, che hanno da circa un anno l'incarico di gestire l'archivio di Quino, condivisero per un certo periodo lo studio del flauto, puntualmente convertito dallo zio in oggetto di vignette; Guillermo è diventato poi flauto solista, oltre che insegnante di musica.

Tatúm, a sinistra, con i Lavado a Casal Solleric

La mattina di sabato 26 ottobre Tatúm, ideatore del percorso espositivo, ha condotto un incontro con Guillermo e Diego Lavado, che hanno scelto il materiale per la mostra. Prima di una visita da loro stessi guidata, i nipoti hanno raccontato Quino come lo hanno conosciuto. Le origini risalgono all'Andalusia - in particolare Fuengirola (Málaga) - da cui furono in molti a emigrare in Argentina già prima dell'avvento della dittatura in Spagna. Quino, nato a Mendoza (località celebre per il suo vino) oltre al nome avrebbe ereditato la passione per il disegno dallo zio, l'illustratore Joaquín Tejón. E avrebbe ricordato in particolare la nonna Teté, repubblicana e comunista (unica "politicizzata" in famiglia) per le sue accese discussioni a tavola: fu probabilmente lei il modello per Mafalda, che fisicamente e caratterialmente le assomiglia, raccontano Guillermo e Diego Lavado.

Guillermo Lavado

Diego Lavado

Quino non aveva affiliazioni politiche, ma come libero pensatore e intellettuale impegnato si scontrò con la censura: nel 1973 fu proibita la pubblicazione di una vignetta di Mafalda che, indicando il manganello di un poliziotto, diceva "Questo è il paletto per le ideologie". A quel tempo il ministro del Benessere Sociale José López Rega detto "lo Stregone" - oltre a influenzare pesantemente prima Juan Perón e poi la vedova di questi, Isabelita - dava vita all'organizzazione estremista Triple A, poi responsabile di azioni punitive, sparizioni e attentati.
Una sua squadra fece visita a casa di Quino a Buenos Aires, per fortuna una sera in cui la famiglia era in campagna. Fu un'avvisaglia che indusse l'artista a trasferirsi prima per qualche mese a Mendoza - per la gioia dei nipoti - poi andare in esilio insieme alla moglie Alicia a Milano, nel 1975. Nel 1976 la Triple A assassinò un gruppo di cinque sacerdoti (il Massacro di San Patricio) lasciando come "messaggio" una riproduzione della vignetta del "palito de las ideologías" accanto ai cadaveri.
La scelta dell'Italia come rifugio non era casuale: era uno dei primi paesi d'Europa in cui Quino aveva avuto successo; vi sarebbe rimasto fino agli anni '80. Ma già dall'inizio della sua carriera aveva viaggiato molto: per i nipoti, quando lui andava a trovarli a Mendoza, Quino - el tio piola, come dire "lo zio sveglio" - era sempre stato per loro una finestra sul mondo. Il rapporto continuò anche nel periodo dell'esilio:  mentre studiava musica a Basilea, Guillermo Lavado andava a trovarlo a Milano, prendendo un treno per la Stazione Centrale (poi diventata scenario della vignetta qui sotto, in cui il nipote appare con la custodia del suo flauto).

"... L'orologio della Stazione Centrale è indietro.
E nessuno fa niente?"

In Quino en la música si percorre quindi l'intera carriera dell'autore - fino a quando dovette abbandonare matita e chine per seri problemi alla vista - con le tavole originali recuperate dai nipoti, oltre che con alcune sequenze in anteprima di un documentario in lavorazione sulla sua vita. La mostra rimarrà aperta fino all'8 gennaio ed è in preparazione un libro che riunisca tutte queste immagini, mai raccolte sinora in un unico volume.

miércoles, 28 de agosto de 2024

Per le strade con Julian Opie


Reportage e fotografie di Andrea Carlo Cappi

Ho incontrato i suoi personaggi quattro mesi fa per le strade del centro storico di Palma de Mallorca, ma non ho fatto in tempo ad approfondire l'argomento e a scriverne se non ora, a solo un fine-settimana dalla fine della sua esposizione pubblica e gratuita in una città sempre più vivace anche sul piano dell'arte contemporanea condivisa.
L'artista visivo e scultore Julian Opie, nato a Londra nel 1958 e attivo dal 1982, si ispira alla segnaletica stradale e alla sintesi del logo per esprimere ritratti ridotti all'essenziale, architetture condensate in profili e figure che richiamano quelle dei geroglifici egizi riadattate ai nostri tempi. La sede principale di questa sua mostra è La Lonja (o "Sa Llotja" nella lingua locale, il balearico-maiorchino), ovvero la loggia dei mercanti, costruzione gotica del XV secolo.



Nella piazza all'esterno torreggiano "Julia" e "Joshua" (2024), figure in acciaio galvanizzato su base di cemento (foto in apertura e sopra).





All'interno di Sa Llotja si incontrano sul lato destro i "ritratti" in cemento di Nethaneel, Jiwon, Charles ed Helena (2023, foto sopra).




Sulla sinistra si allineano le figure in alluminio, dipinte con vernice automobilistica, "Black Cap", "Blue Jeans", ""White Hat" e "Purple Bottle" (2023).




Al centro di Sa Llotja vediamo le torri "Universidade", "Estrela", "Se de Averio" e "Ildefonso" (2020, foto sopra), che ritroviamo sotto forma di vessilli in poliestere oscillanti al vento nella collezione "Portuguese Towers" esposta invece poco lontano, nel cortile di Casal Solleric sul Passeig d'Es Born (video sotto).


All'esterno, nella vetrina di Casal Solleric, vediamo invece animarsi le figure di "Daytime" (2021), cui si aggiungono le immagini double face di "Coffee" (2021) vicino alle Sfingi del Passeig d'Es Born, nei pressi di Plaça Reina, e di "Trotting Horse" (2023) lungo il Passeig de Segrera, a un passo da Sa Llotja.




L'esposizione - patrocinata dal Govern de les Illes Baleara e dall'Ajuntament de Palma, con la collaborazione della Galeria Mario Sequeira, che rappresenta l'artista in Portogallo - ribadisce non solo quanto Sa Llotja sia preziosa anche come spazio per mostre oltre che come opera architettonica in sé, ma anche il ruolo persistente di Casal Solleric come referente dell'arte e della cultura contemporanea. La mostra, inaugurata il 26 aprile, si conclude il 31 agosto 2024








viernes, 6 de octubre de 2023

Connecting @ Casal Solleric

Casal Solleric Palma de Mallorca, 6/10/2023 Foto: A.C.Cappi

Reportage di Andrea Carlo Cappi

A guardar bene dietro i portoni, aldilà delle sue già note attrattive turistiche, Palma di Maiorca rivela sempre maggiori spazi dedicati all'arte. Tempo fa ho segnalato la casa-museo Casal Balaguer, oggi vi parlo di Casal Solleric, in occasione di Connecting dell'artista portoghese Sandra Baía (v. foto di apertura), inaugurata in vista della Nit de l'Art del 23 settembre 2023.

Sandra Baía "Connecting" 21/9/23 (C. Solleric) Foto A.C.Cappi

Così la sera del 21 settembre 2023 (v. foto sopra) una misteriosa sfera si è affacciata come una luna artificiale sul palco di Casal Solleric, rispecchiando il viale sottostante. Questa e la gemella che occupa il patio dell'edificio (orario martedì-sabato 10.00-20.00, domenica e festivi 11.00-14.30, chiuso lunedì e festivi, inclusi 25 dicembre e 1 gennaio) saranno esposte fino al 7 gennaio 2024. Ne riparlo più avanti, intanto spiego dove ci troviamo.

Casal Solleric, patio, agosto 2021. Foto A.C.Cappi

Casal Solleric o Can Solleric, con ingresso principale dal Paseo del Borne - una delle ramblas di Palma di Maiorca - al civico 27, fu costruito a partire dal 1764 per il marchese di Solleric. Alla morte di questi nel 1790 fu acquisito dalla famiglia Morell. Dal 1975 è di proprietà dell'Ayuntamiento di Palma - il municipio - che lo ha convertito in spazio espositivo.

Casal Solleric, interno. Foto: A.C.Cappi

Credo di averne scoperto questa funzione nell'estate 2003, quando Casal Solleric ospitò una singolare e per me appassionante mostra di tavole originali anni '70 del Marvel Comics Group, dal titolo Marvel - Els Setenta. Da allora torno occasionalmente a visitarne le sale. Qui sotto due delle opere esposte nell'estate 2021.

Ro Caminal "Inventario-Nostalgia del futur" (C. Solleric, 2021) Foto A. C. Cappi

Vediamo sopra l'installazione Inventario della artista barcellonese Ro Caminal (n. 1966) e sotto Screamqueens della scultrice-musicista granadina Laura Llaneli (n. 1986) in vetro soffiato che riproducono tridimensionalmente le onde sonore di un grido femminile.

Laura Llaneli "Screamqueens (C. Solleric, 2021) Foto: A.C.Cappi

Veniamo a Connecting, che si manifesta sotto forma di due lucide sfere argentee che riflettono l'ambiente circostante. Sì, l'aspetto fa pensare a due immense decorazioni natalizie e non a caso saranno visibili fino all'Epifania del 2024. Una delle due spunta dal palco della facciata di Casal Solleric, assorbendo in sé tutto lo spazio esterno del Paseo del Borne. L'altra occupa il patio del palazzo, come un'immensa mela di Magritte materializzatasi in cortile, inglobando e restituendo tutto l'edificio e i suoi visitatori. Interno ed esterno entrano improvvisamente in connessione.

Sandra Baía "Connecting" (C. Solleric 2023) Foto A.C.Cappi

Nel curriculum di Sandra Baía, nata a Lisbona nel 1968, figurano le mostre Wild Urbanity, Filomena Soares Gallery (2023); Finger Print, Fundación Manolo Paz (2022); Formas encontradas, Mudas Contemporary Art Museum (2021); Dialogas with Amadeo, Amadeo de Souza Cardoso Museum (2021); One's story is not enough, Galería Fernando Santos (2019); Half The Sky, Árpád Szenes-Vieira de Silva Foundation (2019); There Are Always Plazas Along The Way; Terreiro das Missas, Belém, Lisboa (2018); Entalada, Travesía de Ermida Project (2018). Le sfere di Casal Solleric sono il punto d'arrivo, per ora, sul suo sviluppo dialogico delle superfici riflettenti.

Sandra Baía "Connecting" (C. Solleric 2023) Foto A.C.Cappi