miércoles, 12 de marzo de 2025

Vita da pulp - Non sei nessuno

Riflessioni di un celebre scrittore ignoto di Andrea Carlo Cappi

Poco dopo le otto del mattino, l'uomo è seduto al volante del SUV parcheggiato nella piazza. Ha appena accompagnato a scuola il figlio, che quest'anno ha l'esame di maturità. A quest'ora l'uomo dovrebbe andare nel suo studio a lavorare, dopotutto è lunedì. Invece rimane seduto in macchina, senza accendere il motore. Si toglie di tasca il cellulare, il portafogli con i documenti. "Non sei nessuno", dice a se stesso. Scende dal SUV, blocca le portiere, mette in tasca le chiavi. "Non puoi farcela", ripete fra sé, mentre si incammina. "Non vali niente."
Non andrà nel suo studio neanche oggi: è un mese che non ci va. I clienti ne sono all'oscuro, del resto sanno che il loro consulente finanziario si fa sempre vivo quando serve e non si preoccupano se non hanno sue notizie. Così alla mattina lui si comporta come tutti i giorni, fino a quando accompagna a scuola il figlio, che quest'anno... Il pensiero svanisce, sopraffatto da una frase. "Non sarai mai all'altezza."
Nessuno sa dove vada fino all'ora di rincasare. Non lo sa nemmeno lui. Una volontà sconosciuta guida i suoi passi. Una voce che anni prima era di altri, ma da parecchio tempo è solo la sua, gli ripete nella testa: "Non sei nessuno. Non puoi farcela. Non vali niente..."

Conosco quest'uomo, almeno un po'. A un pranzo di famiglia di qualche anno fa, quando mi vide per la prima volta come neo-fidanzato di una delle persone a tavola, partì subito all'attacco con sarcasmo aggressivo nei miei confronti. Qualcuno gli aveva detto che faccio lo scrittore e forse pensava che volessi insidiare il suo ruolo di maschio alfa tra i presenti. Mi erano già capitate situazioni del genere, quindi risposi con un sorriso e qualche battuta innocua. In seguito avrei constatato che sarcasmo, provocazione e aria di superiorità erano il suo modo di esprimersi con chiunque. Cominciai persino a trovarlo simpatico... a piccole dosi: intuivo che per la moglie e per i figli - una femmina e un maschio - non doveva essere facile averlo in casa tutti i giorni, anche se con il ragazzo si innescava un classico meccanismo di male bonding nel comune interesse per il campionato di calcio.
Capii qualcosa in più di quest'uomo qualche anno dopo, quando seppi che suo fratello si era appena suicidato, di punto in bianco, senza alcun motivo apparente, impiccandosi nel proprio box. Mi arrivarono voci su genitori severi, ricchi ed egoisti. Con l'esperienza della mia e di altre famiglie, non mi era difficile immaginare come i figli fossero stati cresciuti: uno dei meccanismi più diffusi per l'educazione della prole consiste nell'esortarla a raggiungere risultati sempre maggiori, così da non far sfigurare chi li ha messi al mondo; ma nel contempo - per evitare che la discendenza metta in dubbio l'autoaffermata superiorità dei genitori - a ribadirle sin dall'infanzia che non vale niente e non sarà mai all'altezza. In questo modo figli o figlie ricevono un messaggio contraddittorio che li sottopone ad aspettative impossibili, con la certezza predeterminata che non riusciranno mai a soddisfarle: un condizionamento efficace, che per loro durerà tutta la vita. Per questo dovranno a tutti i costi mantenere a propria volta, in pubblico, l'apparenza della superiorità, altrimenti tutti scopriranno che è solo una maschera per nascondere la paura del proprio fallimento.
Dopo la tragedia, l'uomo dovette anche preoccuparsi dei propri genitori, ormai bisognosi di cure per questioni di età, portandoli nella più lussuosa residenza per anziani della zona (tanto loro i soldi per pagarsela li avevano). Il padre sarebbe morto di lì a poco, mentre la madre, una volta vedova, sarebbe rifiorita. Ma una delle conseguenze più crudeli del condizionamento subito da un figlio sin dalla più tenera età è che, quando scompare la figura cui per tutta la vita ha cercato invano di dimostrare qualcosa, non ci sono più speranze. Non potrà mai più convincere il padre (o la madre, o entrambi, a seconda dei casi individuali) che non è vero che "non è all'altezza": la sentenza emessa alla sua nascita diviene irrevocabile alla morte del giudice.

Così, con la mente annebbiata in cui oggi risuona solo l'eco di frasi di cui nemmeno ricorda l'origine e che non ha mai potuto mettere in discussione, l'uomo raggiunge il lungolago. Manca poco alle otto e trenta del mattino di questo lunedì di marzo, grigio e piovoso. Non c'è nessuno intorno. La condanna è stata emessa da cinquantotto anni ed è lui stesso, finalmente, a eseguirla. L'acqua è torbida, gelida, paralizzante. I vestiti sono ingombranti, ma lui non prova neanche a nuotare, mentre gli si riempiono le narici, la gola, i polmoni...
Il corpo viene avvistato due ore dopo da qualche passante, mentre galleggia poco lontano in un porticciolo. I vigili del fuoco lo ripescano intorno a mezzogiorno, la stessa ora a cui la madre si prepara per il pranzo nella residenza per anziani ricchi. L'uomo non ha indosso documenti, ma in tasca ci sono le chiavi della macchina. Quando il SUV viene localizzato nella piazza, ottocento metri più in là, si trovano la carta d'identita e la patente, il suicida viene identificato e la polizia avvisa la moglie. Nelle ore successive, la catena dello shock raggiungerà il figlio, quando esce da scuola, e la figlia, che lavora in un'altra città. Rimarrà un marchio indelebile anche su di loro.
Il delitto perfetto esiste. A volte l'assassino riesce a colpire anche dalla tomba. E, se potesse parlare, le uniche parole alla sua vittima sarebbero: "Visto? Te l'ho sempre detto che non valevi niente!" 

(Immagine realizzata con AI)

Continua...




Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una settantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker. Presiede la giuria del Premio Torre Crawford ed è membro di IAMTW e World SF Italia.

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