sábado, 26 de marzo de 2016

miércoles, 23 de marzo de 2016

Black is the new noir



Nuovo video teaser - con un vago sentore di tv in bianco e nero degli anni Settanta, e una incalzante colonna sonora di Signor Wolf Funk Exp - per il progetto Black di Andrea Carlo Cappi: la miniserie sul webmagazine Fronte del Blog e il romanzo Black and Blue da Cordero Editore. La miniserie racconta la metamorfosi di un precario spagnolo di colore ai tempi della crisi in un investigatore privato che ricorda certi eroi degli anni Settanta (uno in particolare). I lettori più attenti rcorderanno di averlo già incontrato nel 2015, nel romanzo Agente Nightshade: Bersaglio ISIS, libro riportato tristemente di attualità proprio in questi giorni. Il nuovo romanzo presenta il protagonista in azione, ormai consolidato nel suo ruolo di detective senza licenza, nel corso dell'estate 2015. Il suo territorio è una splendida isola del Miediterraneo, dove si trova però una delle località turistiche, a torto a ragione, più famgerate d'Europa. Si avvicina il momento in cui potrete scoprire le sue avventure... #‎blackisthenewnoir

Immerso nella natura - Quattro passi per la Valmalenco


 



Testi e fotografie di Fabio Viganò 


Ascendere una montagna, anche se la si conosce,non è mai un fatto scontato. È immergersi nella Natura ritrovando la dimensione umana, passo dopo passo, sacramentando a volte per la fatica. Fatica… Silenzio e fatica, nella Via Alta della Valmalenco. Dalla diga di Campo Moro si cominciano a scalare i “sette sospiri”, sette gradoni praticamente verticali che impongono una certa preparazione e buon fiato. Il peso dello zaino lo si sente soprattutto durante le brevi soste, quando lo si toglie.
In due ore, passiamo dai 1990 metri della diga di Campo Moro ai 2636 metri del Rifugio Carate Brianza. L’accoglienza è calorosa e,quel che più conta, genuina. Lasciati gli zaini, saliti di poco, incontrerete la Bocchetta delle Forbici. Solo allora comincerete a capire perché sia valsa la pena di sudare, scarpinando lungo il sentiero e sui detriti che portano al Rifugio Carate.





Incamminatevi quindi lungo il percorso che vi condurrà al Rifugio Marinelli. Attraverserete una conca, un'ampia vallata, avventurandovi tra corsi d’acqua e laghi di alta montagna, camminando tra rocce e pietrisco, ma sempre al sicuro.

Alla fine, anche se apparentemente distante, vi apparirà , posto sopra il cucuzzolo ,ancora, di un’altra montagna. Eccolo, il Rifugio Marinelli-Bombardieri! Da qui si può proseguire per il Rifugio Marco-Rosa; e da lì alla vetta del Pizzo Bernina oppure, in alternativa,  la Punta Marinelli, affrontando un breve ghiacciaio per chiudere quindi con l’arrivo al Rifugio Bignami. 
“Cavolo. Sembra distante!” esclama il mio compagno d’arrampicata.
“Il bello deve ancora venire. L’ultimo tratto, la salita, è caina… come direbbero al Carate”, gli rispondo.
Oggi a fondovalle tira un’arietta gelida da non prendere alla leggera. Si continua a camminare e alla fine veniamo ripagati dal panorama apprezzabile dal Marinelli-Bombardieri.


Tutto qui è silenzio. Siamo a quota 2813 metri. In lontananza si sente il rumore di un passo; parrebbe stanco, ma cadenzato. Calpesta il suolo quasi ritmicamente… Poi si ferma. Attende la propria compagna di scalata. Passeranno la notte al rifugio invernale e quindi, tempo permettendo, saliranno al Marco-Rosa.
Quando sarete qui, capirete il significato di “sentirsi immersi nella Natura”. Anche voi probabilmente ne sarete estasiati. Di fronte vedrete il Bernina, lo Scerscen, il Roseg. Non avrete parole. Udrete soltanto il vostro respiro.


Il cielo oggi è terso. Soltanto alcune nubi che paiono disegnate proprio per far da cornice a questo spettacolo. Il silenzio ora regna indisturbato. Persino il vento pare essere calato…



Rispetto. Andare in montagna impone rispetto.
Il prezzo del sacrificio, la natura.
Il prezzo del dovere… il sangue!
Il sangue versato dagli alpini, ricordati da un monumento poco distante da qui. Bombardieri, il relitto dell’elicottero… lo si intravede nella vallata.


Al ritorno…una sorpresa! In prossimità della Bocchetta delle Forbici incontriamo gli stambecchi.
Tra noi e loro non si riesce a capire chi sia maggiormente incuriosito. Ma la Bocchetta delle Forbici ci attende. Eccola, in lontananza! Poco sotto saremo al Rifugio Carate Brianza, dove l’accoglienza è di casa. Lì studieremo la cartina. Poi, parafrasando una nota canzone, “Domani si vedrà…”
A dire il vero, il cielo non promette bene. Ma a cena la compagnia è ottima. Anzi, di più!
Domani si vedrà…










martes, 22 de marzo de 2016

Europa (e non solo) nel mirino



Riflessioni di Andrea Carlo Cappi


Questa volta il sangue è stato versato a Bruxelles. Altre volte a Istanbul, a Parigi e in Tunisia. In realtà molto altro ne viene versato, ma non riusciamo a più a tenere il conto di quanto accade in Siria o in Iraq.
Se in Turchia la situazione è aggravata dai rapporti conflittuali con la minoranza curda - che comprende molte vittime innocenti, ma a quanto parrebbe tuttora anche frange estremiste che compiono attentati sulla folla inerme - altrove la firma è solo una: Daesh, o Isis che dir si voglia.
I bersagli si ripetono. La Turchia, paese che ha sempre fatto da ponte tra Europa e Asia Minore, ai tempi dell'Impero Romano come a quelli dell'Impero Ottomano. La Tunisia, il paese del Nordafrica che meglio ha gestito le conseguenze della Primavera Araba e in cui è planato il Premio Nobel per la Pace. La Francia e il Belgio, due paesi in cui l'osmosi dei jihadisti è continua. L'attentatore del Museo Ebraico di Bruxelles del ventiquattro maggio 2014 fu arrestato in Francia. I terroristi dei giorni di Charlie Hebdo avevano contatti con confratelli in Belgio. La mente delle stragi del tredici novembre veniva dal Belgio, dove è stato arrestato pochi giorni fa.
Coincidenza? Rappresaglia? Di certo la scelta di un giorno feriale alle soglie della Pasqua non sembra casuale: forse il piano era già pronto ed è stato messo in atto con tempestività. In fondo bastano pochi volontari per commettere varie stragi simultanee e coordinate. La tecnica: attaccare su più fronti e fare il maggior numero possibile di vittime, come a Parigi lo scorso autunno. Ma, a differenza del tredici novembre, la scelta dell'orario è stata il mattino, quando sui mezzi pubblici ci sono folle di studenti e lavoratori. La stessa scelta degli affiliati ad al Qaeda per le stragi di Madrid e Londra. Dopotutto, prima di rendersi indipendente dall'organizzazione che fu di bin Laden, per qualche tempo ciò che oggi si fa chiamare "Stato Islamico" è andato sotto il nome di "al Qaeda in Iraq".
Stessi metodi, dunque, anche se le denominazioni sono diverse. E di diverso c'è il grado di fanatismo: il Daesh supera persino i livelli di al Qaeda. Ma, se la sorella maggiore affonda le radici nella guerra in Afghanistan degli anni Ottanta e negli aiuti americani in funzione antisovietica di quell'epoca, lo "Stato Islamico" trae origine da una serie di gravi errori degli USA. Primo fra tutti, quello di abbattere con pretesti infondati il regime iraqeno - in origine laico e ormai inerte - di Saddam Hussein, destabilizzando l'area; secondo, quello di raggruppare nelle prigioni americane in Iraq i leader dei vari gruppi fondamentalisti, consentendo loro di costruire in riunioni carcerarie certe alleanze e coalizioni altrimenti impossibili; terzo, sostenere in Iraq un governo a prevalenza sciita, dando ad al-Baghdadi un valido pretesto per ergersi a (sedicente) difensore della causa sunnita.
Fortunatamente George Bush Jr. non ha fatto in tempo ad aprire - dopo Afghanistan e Iraq, missioni tutt'altro che compiute - un terzo fronte in Iran, altrimenti la conseguenza sarebbe stata una guerra di tutti contro tutti. Già le alleanze sono scomode ora che USA ed Europa si sono riavvicinati all'Iran.
La guerra civile esplosa in Siria all'indomani della Primavera Araba non ha subito interferenze dirette europee o americane - a differenza di quanto accaduto in Libia. A Damasco il dittatore, grazie anche al sostegno russo oltre che a quello iraniano, è rimasto al potere e la guerra non ha avuto svolte decisive in favore dei ribelli. Il che ha permesso l'ingerenza del Daesh, già consolidatosi in Iraq. Così i ribelli si sono trovati tra due fuochi: lo "Stato Islamico di Iraq e Siria" e l'esercito regolare siriano, cui si sono aggiunti di recente i bombardamenti russi, che non si sono concentrati sull'Isis ma hanno colpito chiunque fosse contrario al regime.
Nel frattempo il Daesh, come al solito, ha bisogno di "nemici esterni" per consolidare il proprio potere interno. Quindi: l'Occidente. L'America è lontana e in genere è più facile colpire in Europa, di cui Bruxelles è un centro nevralgico. Un'Europa dove si trovano molti proseliti non già negli immigrati di recente acquisizione - per quanto nel grande numero si nascondano anche gli infiltrati - ma in una base di cittadini europei di origini nordafricane e mediorientali costretti - complice anche la crisi - negli strati più bassi e frustrati della società. Ed ecco le cellule autarchiche (ma sempre ben fornite di armi ed esplosivi) e gli attentati, vissuti come una presunta rivalsa sulla società.
Risultato degli attacchi, a parte il triste conteggio delle vittime: una torrenzialità mediatica che mantiene vivo il senso di terrore nella popolazione (distraendola temporaneamente dal calcio) e funziona da pubblicità per il reclutamento di nuovi aspiranti fanatici, che evidentemente puntano a esperienze più sanguinose dei tafferugli alle partite. Del resto, ci sono anche foreign fighters italiani con famiglie, nomi e cognomi italiani.
Ulteriore effetto collaterale: far sì che gli occidentali di origine "occidentale" comincino a guardare con sospetto quelli di origine nordafricana o mediorientale, gli immigrati e i profughi, questi ultimi già al centro di una grave crisi per "risolvere" la quale è stato appena approvato un accordo euro-turco su cui ci sarebbe da discutere sotto molti aspetti.
E in tutto questo il Belgio, per quanto molto attivo nelle indagini all'indomani degli attentati di Bruxelles e Parigi, ha seri problemi ad affrontare la situazione. Basti pensare che in dicembre l'artefice delle stragi in Francia del tredici novembre riuscì a sfuggire alla polizia belga grazie - si dice - a una legge arcaica che proibisce le perquisizioni dalle ore ventitré alle sei del mattino seguente.
Come risolvere il problema del terrorismo? Trasformare l'Europa in uno stato di polizia dalle frontiere sbarrate, che diverebbe invivibile per i cittadini innocenti ma non ostacolerebbe più che tanto gli attentatori? Scacciare tutti coloro che hanno una tonalità di pelle diversa da quella ritenuta autoctona? Acuire le tensioni in modo che sempre più "stranieri" o figli e nipoti europei di "stranieri" comincino a pensare di improvvisarsi foreign fighters per legittima difesa? Tutte soluzioni che sarebbero facili da cavalcare per i politici, che notoriamente non condividono i problemi quotidiani dei loro sudditi - pardon - concittadini. E poi chi sbraita più forte raccoglie sempre un po' di elettori. Trump docet. Ma in queste situazioni la soluzione migliore passa sempre per l'intelligence, nel duplice significato di raccolta di informazioni e, più semplicemente, intelligenza.

lunes, 21 de marzo de 2016

Black and Blue - Bookteaser



Chi è "il nuovo detective"?
Dov'è la "città del peccato"?
Chi è la donna con la Ruger 327 magnum?
Cos'è Black and Blue?
E perché da oggi sui social network appaiono messaggi contrassegnati da un hashtag #blackisthenewnoir?
Lo scoprirete presto... seguendo gli indizi su questo blog.

sábado, 19 de marzo de 2016

Le Grandi Spie - booktrailer



Nel 2010 Le grandi spie di Andrea Carlo Cappi fu l'unico successo di Vallardi Editore che non parlasse di cucina bensì... di agenti segreti, Attualmente è in commercio solo in versione ebook. Ma ora è possibile ordinare copie autografate del libro in edizione cartacea, in vendita a 10,00 euro presso la Libreria Virtuale di Ermione.
Guarda tutti i video de Le Grandi Spie.



viernes, 18 de marzo de 2016

Enrico Luceri "Lacrime di donne tradite"



La presentazione del giallo di Enrico Luceri Lacrime di donne tradite, edito in ebook da Delos Crime: un'indagine del commissario Buonocore, già protagonista del romanzo Le colpe dei figli, apparso ne Il Giallo Mondadori. Una serata all'Admiral Hotel di Milano, con l'autore e gli scrittori Andrea Carlo Cappi e Stefano Di Marino.