Riflessioni di un celebre scrittore ignoto di Andrea Carlo Cappi
Immagino che avrete presente un paio di stereotipi ricorrenti: lo scrittore agli esordi che non riesce a cominciare o a proseguire il proprio romanzo e l'autore di successo che sente di aver perso l'ispirazione, sicché il foglio - cartaceo o virtuale che sia - rimane vuoto e minaccioso davanti ai loro occhi. Quando mi viene chiesto se anche per me questo sia un problema, rispondo che non riesco neppure a concepire la supremazia della pagina bianca.
Sarà che mi occupo di narrativa di intrattenimento - che ha la sola ambizione di essere intrattenimento intelligente - e che non ho mai preteso di scrivere "il grande romanzo". Nondimeno la realtà mi offre sempre così tanti spunti che il mio problema è un altro: ho molte più idee per romanzi e racconti che tempo a disposizione per scriverli. Inoltre mi è capitato spesso di dover tenere ferma una storia per anni o decenni non solo a causa di altri impegni lavorativi, ma perché non trovavo l'editore e il contesto adatti al progetto.
Il pericolo, per chiunque scriva a lungo una o più serie sugli stessi personaggi, non è la "pagina bianca", semmai la pagina ripetitiva, meccanica, poco originale. Da questo punto di vista può essere salubre passare da un filone all'altro, per ripulirsi la mente affrontando di volta in volta storie diverse. Ciò, beninteso, è possibile per chi vive la narrativa con rapidità di scrittura e spirito "pulp" (nel significato, ribadisco, che il termine aveva un secolo fa). Un autore di bestseller che impiega dodici mesi per consegnare all'editore il suo faldone annuale da cinquecento pagine guadagnerà di certo più di me, ma dopo un po' rischia di perdere vitalità ed entusiasmo nella routine.
Come spiegavo in un post di tre anni fa, dato che mi dedico parecchio alla spy story, spesso la mia fantasia si innesta sulla realtà geopolitica. Nel 2025 è prevista l'uscita non di due nuovi romanzi di spionaggio come di consueto, ma uno solo, anche se gli spunti offerti dalla cronaca internazionale ne richiederebbero una dozzina. Tuttavia non è solo questione di raccontare qualcosa "a posteriori": il mio continuo lavoro di documentazione e analisi mi ha portato spesso ad anticipare episodi poi realmente accaduti o a ipotizzare retroscena che in seguito hanno trovato conferme parziali o totali.
Uno dei casi più singolari risale ormai a vent'anni fa. Il 5 aprile 2005, intuendo un gravissimo rischio di sicurezza durante gli imminenti funerali di Giovanni Paolo II a Roma, scrissi un racconto ambientato proprio in quel momento. Dopo qualche settimana in un radiogiornale pomeridiano sentii dare come notizia... la mia trama: un attentato di proporzioni apocalittiche previsto a Roma durante le esequie papali, identico a quello che ipotizzavo nel racconto, sarebbe stato sventato nella realtà. La notizia non fu mai ripresa: non ne ho mai trovato traccia su Internet e quando il racconto fu pubblicato nel marzo 2006 (e poi ancora nel febbraio 2007) nessuno fece commenti. Da allora mi chiedo se la notizia fosse una bufala senza alcun fondamento, oppure se fosse vera, resa pubblica per errore e poi rapidamente messa sotto silenzio per evitare il panico retroattivo.
Tolto questo caso tuttora misterioso, parecchi episodi narrati nei miei libri coincidono - prima o dopo - con notizie tanto clamorose quanto attendibili, che sono sotto gli occhi di tutti ma rimangono sistematicamente ignorate, come ho scritto mesi fa in un altro post. Ogni tanto mi sento come il personaggio interpretato da Kevin McCarthy ne L'invasione degli ultracorpi - l'unico ad avere compreso cosa stia accadendo - che invano grida "Ascoltatemi!" in mezzo alla strada.
Ci sono anche casi in cui non so quanto di ciò che scrivo derivi da notizie ascoltate distrattamente e poi rielaborate senza accorgermene. Sempre nel 2005, una mattina d'estate mi svegliai con in testa un'idea per una possibile storia di Martin Mystère, il "detective dell'impossibile" creato da Alfredo Castelli, personaggio su cui ho scritto qualche sceneggiatura per fumetti e una decina di romanzi. Presi un appunto sulla trama, che vedeva il protagonista costretto a vivere esperienze virtuali in contesti diversi da quelli abituali (il vecchio West, il noir metropolitano anni Cinquanta, lo spazio...) in modo non dissimile dalle avventure di Martin Mystère nelle realtà alternative della serie Zona X, laddove la mia vicenda si sarebbe inserita nella continuity della serie principale.
Dieci anni dopo, quando Castelli stava proponendo a Sergio Bonelli Editore di aprire la collana "I Romanzi di Martin Mystère", ripresi in mano quel soggetto, in cui a essere responsabile delle vicissitudini del protagonista era un'intelligenza artificiale, e inserii nella trama un imprenditore che creava un programma spaziale privato, argomento di cui si parlava da tempo. Data l'analogia con le storie di Zona X, battezzai il progetto Zona Y. Ma Castelli preferì che proseguissi la storyline di due miei romanzi precedenti, L'occhio sinistro di Rama e L'ultima legione di Atlantide, sicché nel 2017 l'editore inaugurò la collana narrativa di Martin Mystère con La Donna Leopardo.
Passò qualche altro anno e Castelli mi propose di scrivere anche storie a puntate del detective dell'impossibile, in appendice agli albi mensili a fumetti. Per una di queste (2022-23) recuperai la trama di Zona Y, che si prestava a episodi parzialmente autoconclusivi. Nella storia il personaggio dotato di veicoli spaziali e intelligenza artificiale impiega come proprio marchio la lettera Y, e per varie puntate minaccia l'equilibrio mondiale. Nella realtà era la lettera X a essere associata già allora a un programma spaziale privato e presto lo sarebbe stata anche a un'AI. Quanto alla voce "equilibrio mondiale", meglio tacere: in passato in un mio romanzo di spionaggio ho usato per certi personaggi l'ultima lettera dell'alfabeto e poi questi, nel mondo reale, l'hanno dipinta sui loro carri armati.
(Illustrazione di Carlo Velardi da Martin Mystère n. 400, Sergio Bonelli Editore, 2023)
Continua...
Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una settantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker. Presiede la giuria del Premio Torre Crawford ed è membro di IAMTW e World SF Italia.