viernes, 24 de febrero de 2023

Il racconto breve più politicamente corretto della storia della letteratura


di Andrea Carlo Cappi

La recente polemica riguardante la "riscrittura" in chiave politicamente corretta delle opere di narrativa per l'infanzia del grande Roald Dahl da parte di un suo editore, che pare si sia conclusa con la decisione di non far sparire i testi come sono stati scritti, bensì di far convivere le due diverse edizioni, quella originale e quella censurata, mi ha riportato alla mente che avevo affrontato il tema il 25 febbraio del 2011, quando su Facebook tenevo la mia rubrica "Il racconto del venerdì".
Com'è noto, oggi l'unico modo per risolvere questioni di razzismo, maschilismo e via dicendo non è combattere sul serio discriminazione e sopraffazione, per esempio insegnando alle nuove generazioni a non praticare l'una e l'altra. No, bisogna prendersela con la letteratura, i fumetti, la televisione o il cinema, vale a dire tutto ciò che, quantomeno a gente come me, ha insegnato a non essere razzista, maschilista e via dicendo. Il problema è che è impossibile rispettare la sensibilità di tutti, specie quella di fanatici intolleranti.
Per esempio, anni fa su questo blog pubblicai un racconto imperniato su una donna realmente vissuta un secolo prima (e vittima di un celebre caso di femminicidio ante litteram), illustrandolo con un'immagine ricavata dal "Corriere della Sera", l'unica esistente della protagonista della vicenda: una foto artistica in cui costei appare a seno parzialmente scoperto. Quando misi su Facebook il link alla pagina, il post fu bloccato dal noto social network e il blog messo in punizione per alcune settimane, perché vi si scorgeva un capezzolo femminile: una cosa che chiunque può vedere su una spiaggia, ma disturba la sensibilità dei talebani che vogliono le donne in burka (e per i quali sospetto che il femminicidio non sia nemmeno un reato).
In ogni caso già dodici anni fa avevo indicato la via da percorrere: scrissi un racconto "politicamente corretto al di là di ogni ragionevole dubbio o sospetto", prendendo "ogni possibile accorgimento per riuscirci. Questa volta nessuno, davvero nessuno si potrà offendere o trarre motivo alcuno di risentimento dalle parole di questa breve storia".
E quindi preparatevi a leggere...

Il racconto breve più politicamente corretto della storia della letteratura

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"                                    ."


FINE

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