Riflessioni di un celebre scrittore ignoto di Andrea Carlo Cappi
Torniamo alle esperienze di chi scrive narrativa popolare, una volta tanto - però - raccontando una grande soddisfazione personale, di quelle che danno un senso al proprio lavoro.
4 marzo 2023, pomeriggio: partecipo all'inaugurazione de Il genio del delitto, una bella mostra su Diabolik & Eva Kant presso il Museo di Lentate sul Seveso (Monza-Brianza). L'evento coincide con il 60° anniversario di Eva Kant, apparsa per la prima volta a inizio marzo del 1963. Il pubblico, numeroso e multigenerazionale, include tanto cultrici e cultori dei fumetti delle sorelle Giussani, quanto adolescenti che probabilmente vedono questi personaggi per la prima volta.
Durante la lunga sessione di autografi al termine dell'incontro, mi si presenta una giovane lettrice, che chiameremo M., per farsi fare una dedica su una copia della prima edizione del mio romanzo Diabolik - La lunga notte (2002)... e intanto mi racconta quali effetti il libro abbia avuto su di lei.
Innanzitutto, dopo averlo letto all'età di undici anni, diventò una fan di Diabolik: già questo per me è una soddisfazione, considerando che M. ne ha conosciuto i personaggi non direttamente dai fumetti - il loro medium naturale - ma in un romanzo tie-in, una storia originale con cui oltre vent'anni fa esordivo nell'universo creato dalle sorelle Giussani.
Inoltre M. apprezzò così tanto le scene di inseguimento, "scritte così bene che sembra di vederle" (parole sue), da diventare in seguito un'appassionata di automobilismo. Nel mondo reale non ho neppure rinnovato la patente, ma in quello alternativo della narrativa sono un guidatore spericolato; in quel romanzo non appare soltanto la mitica Jaguar E-Type di Diabolik, ma il meglio della produzione automobilistica di fine anni Sessanta, che a quanto pare sono riuscito a presentare in modo efficace.
Non solo. La mia descrizione dell'immaginaria città di Gau Long, ricostruita con un complesso lavoro di ricerca sulla Hong Kong degli anni Sessanta; gli ideogrammi che mi ero fatto scrivere da un'esperta e che, ridisegnati da me, appaiono come elementi grafici nel testo; e infine il glossario in appendice hanno talmente affascinato M. da indurla a dedicare i propri studi a lingue e culture dell'Estremo Oriente.
Insomma, il mio romanzo le ha davvero cambiato la vita. Metto passione ed entusiasmo in tutto quello che scrivo e qualcosa potrà piacere di più o di meno a seconda dei gusti, ma non avrei mai immaginato che un mio libro potesse addirittura aprire nuove strade nel futuro di una persona.
Tempo fa, su un sito specializzato in recensioni, una lettrice dedicò fiumi di inchiostro virtuale a esprimere disprezzo nei confronti di questo stesso romanzo, concludendo con l'invito a boicottare la mia intera attività di scrittore. Le sue dettagliate osservazioni - che per chi conosce il libro denotano seri problemi di comprensione di un testo, ma possono invece convincere chi non lo abbia letto - mi hanno dato lo spunto per ben due articoli di "Vita da pulp", intitolati "Non si capisce niente" e "La cosa che fa bang bang".
Un riflesso della società in cui viviamo: di tanto in tanto si incontrano persone intelligenti che apprezzano con discrezione il tuo lavoro e ne traggono spunti utili; laddove bastano pochi secondi di ricerca su Internet per trovare fanatici carichi di odio e pregiudizi che cercano di plasmare le opinioni altrui a propria immagine e somiglianza, e questi ultimi fanno molto più rumore.
Continua...
(Immagine: A. C. Cappi in una foto di Stefano Di Marino)
Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker. È direttore artistico del Premio Torre Crawford. Per Delos Digital cura la collana in ebook Spy Game.