Riflessioni di un celebre scrittore ignoto di Andrea Carlo Cappi
Tempo fa spiegavo che "non si può piacere a tutti". Verissimo e più che giusto. E chi scrive di generi e argomenti diversi non può nemmeno pretendere che alla stessa persona piaccia tutto ciò che lei o lui pubblica. Per esempio un mio lettore ritiene che la parte migliore della mia produzione sia la non-fiction. Un altro adora le mie serie noir-spionistiche, ma detesta le mie opere di altri generi. C'è per fortuna chi ama tutto, anche i miei cicli "tie-in", cioè storie che scrivo su personaggi altrui; chi volesse sapere di cosa si tratta può leggere questo mio articolo del 2018 (anteriore alla mia recente novelization di un film del 2021).
Non tutto, dicevo, può piacere a tutti. Ma come si qualifica chi legge senza capire cosa c'è scritto e lo stronca con vibranti parole di sdegno, invitando il pubblico a non avvicinarsi mai più a una mia singola opera?
Ebbene, un giorno mi capitano sotto gli occhi due recensioni su Goodreads relative al mio secondo romanzo tie-in, scritto vent'anni fa. Una delle due recensioni, sintetica ma precisa, lo qualifica come la miglior storia mai scritta su questo personaggio, nella quale "tutto si incastra alla perfezione in un continuo colpo di scena".
L'altra recensione, molto più evidente, ingombrante e dettagliata, è stata scritta da una signora o signorina animata da un odio sempiterno che potrà essere placato solo quando brucerò sul rogo insieme a tutti i miei libri. Si conclude infatti facendo un voto: <<di certo non leggerò mai più niente di questo autore!>>
Di quale orribile colpa mi sarò macchiato agli occhi di costei?
Per cominciare, a suo dire <<la storia vera e propria arriva oltre il primo terzo del libro. Oltre il primo terzo! Prima ci vengono presentati una lunghissima serie>> (sic) <<di personaggi, per lo più inutili, di cui la metà vengono uccisi>> (sic) <<nel giro di poche pagine>>. E i protagonisti, aggiunge la lettrice, <<vengono nominati forse tre volte, e niente ci viene rivelato di loro>>.
Senonché il personaggio principale di questa storia è in scena dalla primissima pagina e già all'inizio si racconta tutto ciò che se n'è saputo nell'arco della sua lunga vita editoriale. Ma tale personaggio fa uso di travestimenti e false identità, quindi (a differenza di lettrici e lettori) i suoi interlocutori non sempre sanno con chi hanno a che fare. Ma la lettrice in questione, semplicemente, non è stata in grado di capirlo.
Il protagonista è un ladro geniale ma, secondo costei, solo perché viene detto così, <<non perché lo vedo studiare e progettare i suoi colpi...>> bensì solo piazzare <<qualche microfono o telecamera... e poi tirare qualche pugno e sparare.>>
La preparazione dei colpi è l'essenza dei miei romanzi di questo ciclo, in cui ogni dettaglio viene spiegato prima, durante o dopo i fatti. Quanto a sparare... be', è noto (e viene dichiarato anche nel libro) che questo personaggio non fa mai uso di armi da fuoco.
Per quanto riguarda "qualche pugno", ci sono scene accurate di arti marziali, per le cui coreografie mi sono rivolto a un maestro che mi ha fornito consulenza anche su moltissimi altri romanzi, così bravo che in vent'anni nessuna/o tra le decine di migliaia di lettrici e lettori dei miei libri ha mai avuto difficoltà a comprenderle, anche senza una preparazione specifica in materia. Tranne questa lettrice, che dichiara <<delle scene d'azione non si capisce niente>>. Io mi sentirei di affermare che sia solo un problema suo, da estendere a qualsiasi testo scritto.
Per essere sicura che l'odio nei miei confronti faccia presa sul pubblico, la lettrice conclude la sua requisitoria con l'accusa di maschilismo. Non ha colto per esempio un'importante figura femminile del romanzo, Yu Sang, che si ribella alle feroci regole maschiliste dell'ambiente in cui vive; ma Yu Sang fa parte di quelle che la lettrice definisce <<altre culture>> che per sua stessa ammissione trova incomprensibili. La lettrice ignora poi che i personaggi principali, di cui ho rispettato fedelmente le caratteristiche, sono stati ideati negli anni Sessanta da due autrici storicamente considerate femministe. E che, prima della pubblicazione, il libro è stato vagliato accuratamente anche da una delle attuali autrici della serie.
Purtroppo, da qualche anno a questa parte, è normale leggere fake news su Internet, in qualche caso fabbricate appositamente, e buona parte del pubblico crede più facilmente alle notizie false che a quelle vere. Quindi poteva andarmi peggio: se la lettrice mi avesse accusato anche di genocidio, come si usa fare oggi, mi sarebbe arrivato un missile russo sulla casa.
Continua...
Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker.
(Nella foto: A. C. Cappi)
Fai un riassunto del libro, forse meglio.Anzi...ideona...Dopo il titolo e presentazione scrivi il nome del killer.Terza pagina...FINE
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