Elisabetta Viviani in una fotografia di Fabio Viganò |
Intervista di Fabio Viganò
Abbiamo incontrato Elisabetta Viviani nella sua Milano, che tanto ama e dove vive. Abbiamo colto l’occasione per intervistarla.
Sappiamo dei suoi trascorsi artistici come attrice: teatro, varietà televisivi, cinema. Qual è il ricordo di quegli anni passati a interpretare i ruoli più disparati?
Un ricordo bellissimo, perché quando lavoravo in televisione, specialmente in RAI, era un paradiso per me. Mi sentivo a casa. La RAI per me era proprio come una seconda mamma. Mi accoglievano tutti bene. Potevo fare quello che mi piaceva: recitare, cantare, eccetera. E poi interpretavo quei ruoli... è stata sempre la mia passione fare televisione e cinema.
Dal "Radiocorriere" |
Ha cantato al Festival di Sanremo, nell’anno in cui si esibirono anche Vasco Rossi e Zucchero “Sugar” Fornaciari.
Nel festival cui ho partecipato io non c'erano solo Zucchero e Vasco ma anche Fiordaliso, ha debuttato Michele Zarrillo. E c'erano tanti altri personaggi: anche Mal, che aveva vissuto un periodo più occultato ed è tornato al successo.
Sanremo è ancora da considerarsi un trampolino di lancio per i nuovi talenti?
Penso di sì, per molti ragazzi. Pensiamo a Elisa, qualche anno fa, una grande artista. La Pausini... ne sono usciti tantissimi. Forse oggi un po' meno, perché non c'è più solo la RAI, ci sono tanti canali, ci sono molti talent show e Sanremo non è più l'unico trampolino di lancio, ma è sempre una vetrina molto forte.
A un certo punto della sua carriera, però, s’imbatte in Heidi. Il disco vende tantissimo ma… cosa accade a Elisabetta Viviani?
Accade che improvvisamente non faccio più le cose che mi piaceva fare in televisione. Faccio solo la cantante di Heidi. Per un periodo questo mi ha penalizzato moltissimo. Però diciamo che Heidi poi si è fatta perdonare, perché negli anni è diventata un cult, che mi porta comunque a essere ancora sulla cresta dell'onda.
Soltanto oggi, alla mostra dal titolo Emozioni pittoriche presso il Centro Culturale San Protaso a Milano,scopro che Lei dipinge. E’ un’ottima pittrice. I suoi quadri, realisti, dalla cromia vivace, dal tratto gioioso, inducono a pensare al desiderio di una dimensione più consona per la Milano in cui vive. Si direbbe la speranza torni a essere una città a misura d’uomo. Mi sbaglio?
Una volta un critico ha fatto un'osservazione molto bella su una mia mostra su Milano: ha detto che la vedo come una città luminosa, colorata, piena di gioia e di vita. E' vero, io la vedo così. C'è chi la vede invece grigia, nebbiosa, triste, con la gente che corre. Io, dal mio punto di vista, la vedo così.
Sappiamo anche che è uscito un suo nuovo cd.
E' tutto merito di Claudio Damiani, il mio produttore. Siamo amici da più di venticinque anni e lavoriamo insieme da tantissimo tempo.
Non posso che ringraziarla, sia per l’ospitalità che per la disponibilità a nome di tutti i lettori del Rifugio. Lei è davvero un’artista polivalente!
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