A. C. Cappi con Joe Denti dopo il cineforum al Cinema Splendor di Bollate |
Salve a tutti e benvenuti al racconto del venerdì. Reduce dai festival letterari GialloCarta a Civitanova Marche e Garfagnana in Giallo tra Lucca e Barga, sono nel pieno di una settimana "cinematografica": l'uscita da Edizioni Il Foglio del volume Biagio Proietti - Un visionario felice cui ho collaborato, la serata di martedì scorso al cineforum presso lo Splendor di Bollate (MI) al fianco del veterano Joe Denti - nella foto sopra - e l'appuntamento di sabato prossimo con il regista, produttore e scrittore Aldo Lado per il ciclo Monsieur Le Pop - Wine & Words al Momart in v. Trieste 14 a Marina di Andora (SV). Sicché ho deciso di scegliere per questa settimana una storia a sfondo, appunto, cinematografico.
L'ho scritta nel 2012, a seguito del mio lavoro di ricerca per due libri di discreto successo, che grazie alle manovre di fallimento programmato dell'editore non solo non mi sono mai stati pagati, ma risultano tuttora in vendita illecitamente e mi tocca pure invitarvi a non acquistarli, nel caso riuscissi a ripubblicarli da qualcuno che mi paga il dovuto. Il racconto parte da due fatti curiosi e poco noti che, se fossero andati in modo diverso, avrebbero potuto cambiare il corso della storia: Marilyn Monroe fu considerata, prima ancora di Grace Kelly, come possibile moglie del principe Ranieri di Monaco; laddove Grace Kelly fu lì lì per fidanzarsi con John Fitzgerald Kennedy, molto prima che questi avesse come amante Marilyn Monroe. Cosa sarebbe successo, se quei due matrimoni si fossero celebrati?
Buona lettura e buon weekend dal vostro K
SCRITTO CON I SE
Racconto di Andrea Carlo Cappi
Sull'auto che lo portava dall'aeroporto di Nizza al Palais Princier di Monaco alla fine dell'estate del 1972, Francis Albert Sinatra rifletteva sulla donna che stava per incontrare dopo tanto tempo. La conosceva piuttosto bene e da parecchi anni. Ma, da quando si era sposata con il principe Ranieri, sessualmente era diventata territorio off limits. E in tutto questo Frank le aveva dato una mano. Un'amante di meno, ma un investimento per il futuro.
I giornali avevano detto che l'ultimo film che lei aveva girato, Il principe e la ballerina, era stato realizzato sull'onda delle cronache rosa, dato che il fidanzamento tra lei e Ranieri era già stato annunciato ufficialmente. In realtà il progetto era già in marcia da tempo, la sceneggiatura era basata su una commedia che Olivier aveva già recitato in teatro con la moglie Vivien, insomma, era stato tutto una fortunata coincidenza, che aveva portato un trionfo di pubblico e permesso a Marilyn di vincere un Oscar dopo che aveva abbandonato le scene per sposarsi un'ultima volta. Quella definitiva.
Non era precisamente un sogno americano, piuttosto una favola europea: la piccola operaia della fabbrica di aviazione che da grande diventa la principessa Norma Jean di Monaco. Non che fosse stato facile: il consigliere spirituale di Ranieri, un prete cattolico americano di nome padre Tucker, si era opposto con tutte le sue forze. Fino a quando un paio di vecchi amici di Frank avevano approfittato di una visita del prete alla sua vecchia parrocchia negli USA, per fare un'offerta. Che padre Tucker non aveva potuto rifiutare.
Il resto era stato un lavoro di squadra. Ranieri, innamorato perso, aveva chiamato i migliori medici d'Europa per disintossicare la fidanzata e rimetterne in sesto la psiche a pezzi. Marilyn aveva finalmente trovato il "paparino" dei suoi sogni. Nel frattempo Frank aveva convinto il presidente USA - un'altra amicizia di lunga data - a incontrare il papa, sicuro che dal loro scambio di vedute sarebbe uscito qualcosa di positivo: dopotutto il presidente veniva da una famiglia ricca, irlandese e cattolica. In cambio di un forte impegno finanziario e politico da parte della CIA per ridurre la presenza del Partito Comunista in Italia, il presidente USA aveva ottenuto appoggio alla sua politica verso l'Est europeo... e anche un piacere per la cara ex collega: tutti i matrimoni precedenti di Marilyn andavano considerati nulli dalla chiesa cattolica, in modo da permetterle di sposare, come convertita, il principe Ranieri e diventare la legittima sovrana di Monaco.
Per Frank era stato un ottimo investimento. La situazione negli USA si stava facendo scottante. Il presidente era stato chiaro: il cantante dagli occhi azzurri era un vecchio amico e le aveva fatto parecchi favori, okay, e solo per questo sarebbe stato risparmiato dalla Grande Purga, ma doveva levarsi di torno.
Il Partito Democratico aveva trionfato nel 1968 con la coppia formata dalla vedova e dal fratello di John Fitzgerald Kennedy, Robert, come presidente e vicepresidente. L'attentato a cui entrambi erano sfuggiti per miracolo a Los Angeles aveva accresciuto a dismisura le simpatie del popolo americano verso di loro; era chiaro che sarebbero stati rieletti anche nel 1972 e il povero Richard Nixon, persa ogni speranza, aveva lasciato per sempre la vita politica.
Dall'ingresso della vedova Kennedy alla Casa Bianca, tutti gli elementi sospettati per la morte di JFK (e successivi complotti) erano stati arrestati, se criminali, o quantomeno rimossi dalle loro cariche, se funzionari del Governo. Le mosse successive erano stato il graduale ritiro delle truppe dal Vietnam e le trattative con Cuba per allontanarla amichevolmente dall'influenza sovietica.
Per quanto riguardava Frank... i suoi peccati sarebbero stati perdonati, a condizione che lasciasse gli Stati Uniti. Per fortuna il suo piano a lungo termine aveva funzionato: la principessa Norma Jean lo aveva chiamato a dirigere il Casinò di Montecarlo, incarico che gli sarebbe stato conferito ufficialmente di lì a un paio d'ore. Ottimo lavoro, Frank, si disse. Tutto di guadagnato: dopo la Purga, Las Vegas non era più la stessa. Il presidente Grace Kennedy - che aveva voluto, per ovvie ragioni, mantenere il cognome del marito - era stato inflessibile come solo una donna cattolica irlandese sapeva esserlo. Lo era in tutto. Non aveva reintrodotto il Proibizionismo solo per non fare un favore al crimine organizzato.
Per un attimo, Francis Albert si domandò come sarebbero andate le cose se nel 1955 Onassis non avesse proposto a Ranieri di sposare un'attrice americana per rilanciare le sorti del Principato, e se Ranieri non avesse incontrato Marilyn, perdendo la testa per lei come capitava a tutti. E, un paio di anni prima, se il vecchio Joe Kennedy non avesse dato il suo benestare al matrimonio tra il figlio John e quella ragazza di Filadelfia, Grace Kelly, che faceva la modella e lavorava spesso in teatro e in tv. In televisione c'era arrivata all'inizio degli anni Cinquanta grazie alle conoscenze di Frank, naturalmente; e una volta ci aveva interpretato una principessa pure lei, in una breve riduzione de Il cigno. Le avevano persino chiesto di riprendere la parte per una versione cinematografica, ma lei ormai aveva abbandonato la recitazione per seguire la carriera politica del marito.
Senza quella fortunata combinazione di eventi, sarebbe stato tutto molto diverso. Ma la storia non si fa con i se, pensò Frank, mentre le porte del Palais Princier si aprivano davanti alla Rolls Royce con autista che la principessa Norma Jean gli aveva mandato all'aeroporto.