jueves, 27 de agosto de 2020

¡Cerrado!

Cerrado n.0 Paradise Delayed (ph. A. C. Cappi)

Fotografie e articolo di Andrea Carlo Cappi

C'era una volta nel Mediterraneo un luogo di vacanza elegante ma poco costoso e fiorente tutto l'anno: l'area di Palmanova e Magalluf, Costa de Calvià, sull'isola di Maiorca, Spagna. Ci ho messo piede per la prima volta nel 1973, ci ho vissuto e lavorato a lungo, per cui ne conosco le realtà, le apparenze e almeno in parte i retroscena. In questi ultimi anni ne ho parlato nei miei video della serie Magalluf Italian Style e nei miei racconti e romanzi con Toni Black. Nell'estate 2020 la situazione dovuta al Covid e a scelte politiche internazionali che poco hanno a che fare con la salute pubblica, ma molto con singoli interessi economici, hanno reso questa zona al tempo stesso una delle più sicure del Mediterraneo e una delle più disertate dai turisti. Il risultato è che in pieno agosto il panorama di alberghi. negozi e locali somiglia a quello che si vede d'inverno e che fin quasi a metà degli anni 2000 non si vedeva mai: cerrado, closed, chiuso.

Cerrado n.1 (ph. A. C. Cappi)

Fino agli anni Ottanta la zona di Palmanova-Torrenova-Magalluf, facente parte del municipio di Calvià, coniugava in modo equilibrato il turismo per famiglie a quello dei giovani in cerca di divertimento, con una forte presenza di britannici, tedeschi, scandinavi, francesi e successivamente anche italiani. Poi qualcuno - soprattutto nel Regno Unito - pensò di fare più soldi: una delle società in questione ha un nome che, tradotto in italiano, significa massacro. A Magalluf nacquero localacci rumorosi in cui si vendevano liquori di bassa qualità, mentre nella futura Brexitland si riempivano voli charter di ragazzotti in cerca di sbronza e sesso. La prima era facile, il secondo non saprei, date le condizioni in cui si riducevano i giovani turisti, che spesso non erano nemmeno coscienti di essere all'estero. I localacci erano perlopiù concentrati su una strada di cinquecento metri, la famigerata calle Punta Ballena, ma i media descrivevano tutta l'area di Magalluf come Sodoma e Gomorra.

Cerrado n.2 (ph. A. C. Cappi)

Un po' alla volta Magalluf acquisì l'immagine di luogo di perdizione, sottolineata da servizi delle tv britanniche che mostravano i giovani sudditi di Sua Maestà barcollanti per le strade, innaffiati di sangria sui battelli delle booze cruise o dediti al balconing, pratica che pare abbia fatto più vittime della guerra in Afghanistan. Per non parlare delle ragazze che, stando a un video di grande successo qualche anno fa, si davano al mamading, pratica quasi altrettanto rischiosa. Per sfruttare l'alone di scandalo sessuale, si moltiplicarono anche i postriboli e la prostituzione per strada; purtroppo, in mancanza di clienti sobri, le professioniste del settore spesso dovevano dedicarsi a furti e scippi per portare a casa la cifra richiesta ogni notte dal loro gestore-padrone. Insomma i soldi facili per pochi danneggiarono gli onesti guadagni per molti.

Cerrado n.3 (ph. A. C. Cappi)

Invano la zona si riqualificava con alberghi rinnovati, negozi graziosi, buoni ristoranti, e persino iniziative culturali, i media inglesi facevano del loro peggio per aggiornare i connazionali sulle vergognose estati di Magalluf, riprendendo i ragazzi ubriachi in calle Punta Ballena. Non che non ci fossero: io stesso, mentre lavoravo tra le cinque e le sei del mattino, li sentivo scendere in spiaggia ubriachi, urlando come ossessi a squarciagola: per i giovani inglesi dev'essere una sorta di rito di passaggio alla maggiore età. La parte più tranquilla di Magalluf cominciò persino a farsi chiamare Calvià Beach, per non essere associata all'area dello scandalo. Ma nel frattempo la pessima pubblicità si era sommata ad altri eventi.

Cerrado n.4 (ph. A. C. Cappi)

Alla fine di luglio del 2009 l'ETA, il gruppo terrorista che reclamava l'indipendenza dei Paesi Baschi e che già in passato, per attirare l'attenzione internazionale, aveva colpito zone turistiche spagnole, fece saltare in aria un Nissan Patrol della Guardia Civil (l'equivalente dei Carabinieri) nei pressi della caserma di Palmanova, facendo le sue ultime vittime. Nei giorni successivi altre bombe furono collocate nei bagni di ristoranti nel capoluogo, Palma di Maiorca, anche se la polizia fu avvisata per tempo e poté evacuare i bersagli e disinnescarle. Ma l'obiettivo era stato ottenuto: quell'estate il turismo in tutta l'isola subì un grave danno. Le spiagge erano deserte. Per la prima volta nell'estate di Magalluf regnava il silenzio. Si sarebbe detto che l'ETA fosse stata pagata da località di mare concorrenti. Fu l'ultima stagione di sangue e tritolo per i terroristi baschi: di lì a poco il governo Zapatero riuscì ad avviare un processo di pace che portò alla dissoluzione della banda armata dopo decenni di sangue.

Cerrado n.5 Ghosts of summer past (ph. A. C. Cappi)

Negli ultimi anni la maggior parte dell'attività si era concentrata soprattutto sull'estate. Con il calo del turismo del 2009, dovuto alla crisi globale oltre che alle bombe, d'inverno restavano solo le offerte speciali per i pensionati spagnoli. Molti alberghi e locali che tenevano aperto tutto l'anno presero l'abitudine di chiudere tra novembre e marzo, perché proseguire l'attività in carenza di clienti risultava troppo costoso. E così, per cinque mesi all'anno, compreso il periodo di Natale un tempo molto redditizio, Magalluf diventava una città morta, a dispetto dei numerosi residenti quasi fissi: personale di alberghi e negozi, ma anche pensionati britannici che ormai vivono qui.

Cerrado n.6 Bar with no drinks (ph. A. C. Cappi)

Da maggio-giugno ripartiva la giostra ed ecco che i media del Regno Unito si cibavano nuovamente di nefandezze giovanili a Magalluf, subito riprese dai media italiani per sconsigliare di frequentare certi luoghi proibiti (ovverosia: concorrenti delle spiagge della Riviera Adriatica). Ma, approfittando del mito negativo, ci si è messo persino un giallista svedese, tale Mons Kallentoff, con un thriller di routine in cui a una sedicenne di Stoccolma bastano poche ore di vacanza in questa perfida località per ubriacarsi, consumare droghe, essere rapita da un'organizzazione criminale e finire violentata e uccisa. Ovviamente nessuno ha mai parlato di cosa accadesse al di fuori di calle Punta Ballena: niente, a parte gente normale in vacanza al sole. Ma la quiete non crea scandalo e non fa notizia.

Cerrado n.7 Shadows of forgotten ice-creams (ph. A. C. Cappi)

Ed ecco che arriviamo all'estate del Covid. A Maiorca e in tutte le Baleari i casi non sono stati numerosi come invece nel resto della Spagna: la vigilanza sugli arrivi da porti e aeroporti era altissima già da fine gennaio, quando in tutto il resto d'Europa tutti si credevano immuni e sicuri. Per dare un'idea, in tutto l'arcipelago a metà agosto i casi totali dall'inizio della pandemia erano circa 4200, contro gli oltre 38.000 dell'Emilia-Romagna. Alcuni paesi si sono accorti che Baleari e Canarie erano destinazioni sicure e hanno imposto un cordone sanitario solo ai passeggeri proveniente dalle aree della Spagna peninsulare realmente a rischio; la Germania ha deciso solo di recente, non si sa in base a quale ragionamento (una corposa bustarella dalle Canarie?) che le Baleari erano improvvisamente pericolose, comportando la chiusura dal 26 agosto di 144 alberghi nella sola Maiorca. Ma Boris Johnson ha deciso già da inizio estate di imporre la quarantena obbligatoria a tutti i britannici di ritorno dall'intera Spagna, ben sapendo quante sterline i suoi connazionali fossero soliti spendere qui. La mia anziana vicina di casa inglese preferisce tuttavia restare al sicuro a Magalluf e tenersi alla larga dai pericolosi focolai dell'area di Birmingham.

Cerrado n.8 Distant light of the five stars (ph. A. C. Cappi)

Alberghi, negozi e locali hanno dovuto fare i conti: parecchi gestori hanno deciso di non aprire, per non affrontare spese superiori ai guadagni; altri hanno aperto in ritardo o solo qualche giorno alla settimana. Inoltre, dopo un cauto tentativo a metà luglio, nelle zone più a rischio (per esempio su calle Punta Ballena a Magalluf) sono stati chiusi per decreto tutti i locali pubblici che non potessero garantire sicurezza anche all'esterno. Purtroppo ci sono andati di mezzo anche alcuni bar e ristoranti tranquilli e sicuri, ma vicini alla strada dello scandalo. Quindi quest'anno niente inglesini ubriachi... e devo dire che non ne sento la mancanza.

Cerrado n.9 Wood and ropes (ph. A. C. Cappi)

La manovra più sospetta è stata quella del Governo italiano: in prossimità di Ferragosto tutte le località estere scelte dagli italiani come destinazione per le vacanze sono state classificate a rischio, con obbligo di tampone al ritorno e quarantena in attesa dell'esito. Vale per Grecia, Malta, Croazia e tutta la Spagna: non solo le zone a rischio sulla penisola iberica, ma anche Baleari e Canarie, ben più sicure di molte località turistiche in patria. La Sardegna, per dirne una. Così molti italiani hanno dovuto annullare viaggi prenotati da tempo, per non rischiare attese in clausura di almeno una settimana per poter dimostrare ufficialmente di non essere contagiati. Oltre al vantaggio di far spendere i soldi agli italiani in Italia, non va dimenticato che queste località estere sono in genere servite da voli diretti di compagnie come EasyJet e RyanAir, i rivali low-cost dell'Alitalia. E la nostra compagnia di bandiera, un tempo gloriosa, da anni e anni viene tenuta in vita artificialmente con iniezioni di denaro pubblico e concorrenza sleale. Diciamo la verità: se non esiste un Grande Complotto del Coronavirus, ci sono in ogni caso i complottini di chi cerca a tutti i costi di guadagnare qualcosa approfittando della situazione.

Cerrado n.10 Lost god of the beach bar (ph. A. C. Cappi)

E alla fine questo è proprio l'anno in cui per molti è valsa la pena di venire in vacanza a Magalluf, silenziosa, rilassante e sicura. Certo, il mio locale preferito, la mia casa lontano da casa, cioè El Ultimo Paraiso, è rimasto chiuso e i miei amici che lo gestiscono hanno perso un'intera stagione, così come molti altri sull'isola. Ma spero che Magalluf sopravviva e che continui sulla strada di un turismo non solo privo di Covid, ma anche di chiassosi inglesini ubriachi.

Cerrado n.11 Silence in the stereo temple (ph. A. C. Cappi)







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