miércoles, 18 de octubre de 2023

Vita da pulp - Trent'anni di carta


Riflessioni di un celebre scrittore ignoto di Andrea Carlo Cappi 

Trent'anni fa Il Giallo Mondadori usciva ancora nella sua storica veste di rivista settimanale, pubblicando un romanzo seguito da rubriche, interviste e racconti. Sul numero 2333 (in cima nella foto sopra) datato 17 ottobre 1993, nella sezione "Racconto italiano" apparve il mio Anche il sole tramonta. Ero un esordiente, anche se ero entrato nel settore da due anni e mezzo, reclutato come autore per una serie thriller su RadioRAI, di grande successo ma cancellata prima che andassero in onda i miei episodi. Uno dei quali avrebbe dovuto basarsi proprio su quel racconto, che avevo abbozzato un decennio prima e riscritto appositamente nella primavera del 1991.
Sicché l'uscita de Il Giallo Mondadori n.2333 fu il momento in cui emersi dall'ombra. L'accoglienza riservata dal pubblico a quel mio breve mystery con protagonista Ernest Hemingway fu sorprendente. All'epoca si usavano ancora le "lettere al direttore" e ogni settimana arrivavano in redazione i commenti degli aficionados: la posta relativa a quel numero, ancor più che per il romanzo del seguitissimo Robert B. Parker, mostrava entusiasmo per la mia storia in appendice.
Questo mi aprì la strada per altre pubblicazioni e collaborazioni con la celebre collana di Mondadori: in coda al n. 2351 del febbraio 1994 apparve Cacciatore di Libri, prima storia (in parte autobiografica) con il personaggio omonimo, mentre cominciavo a lavorare come revisore di traduzioni per Il Giallo e I Classici del Giallo, scrivendo quarte di copertina e istruzioni per l'illustratore, e decidendo i titoli italiani per i romanzi inediti; nell'estate di quell'anno ebbi l'incarico di lavorare all'antologia stagionale Inverno Giallo, nella triplice veste di revisore delle traduzioni di racconti provenienti dalla Rivista di Ellery Queen, editor dei racconti italiani e autore a mia volta di un racconto (trovandomi quindi a essere anche editor di me stesso, esperienza molto istruttiva). Su quello speciale, pubblicato nel novembre 1994, fece il suo esordio Carlo Medina in Milano da morire.

Da allora la strada è sempre stata in salita, ma non mi sono mai fermato. Così, in trent'anni di carta stampata, ho pubblicato almeno sessanta volumi tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, parecchie storie a puntate, non so quanti racconti e romanzi brevi sparsi e centinaia tra articoli e recensioni apparsi in volumi o pubblicazioni periodiche.
Si aggiungono, sul piano digitale, parecchie decine di racconti pubblicati solo su Internet e la realizzazione in ebook di uno dei miei tanti progetti che risalivano alla primavera 1991: Dark Duet, di cui sono uscite a oggi dieci novelettes nella collana Spy Game ed è già pronta l'undicesima. Ma ci sono stati anche lavori finalizzati a opere di altro tipo: venticinque anni fa le co-sceneggiature con Andrea Pasini per quattro albi di Martin Mystère e venti anni fa quelle con Villone & Del Mastro per varie puntate della serie Mata Hari di RadioRAI... perché alla fine riuscii a fare un lavoro riconosciuto e retribuito anche come autore di fiction radiofonica, la cui audience fu misurata in milioni.
La verità è che, a parte i lavori come libraio, revisore, traduttore, consulente o direttore editoriale, e organizzatore di eventi culturali, il mio obiettivo è sempre stato scrivere storie. Tutto il resto, benché non sempre retribuito in modo adeguato e talvolta non retribuito affatto, è servito a finanziare l'attività, costantemente sottopagata, di narratore.

Il primo risultato è che molte delle idee che avevo fin dalla fine degli anni Settanta e che nel 1993 erano ancora solo in fase di progetto... oggi sono realtà e a esse se ne sono aggiunte molti altre: l'espansione del Kverse (le serie Medina, Black, Nightshade, Sickrose, Dark Duet e vari racconti con altri personaggi), la collaborazione con Paolo Brera al romanzo Il Visconte/La spia del Risorgimento, il romanzo LUV e la raccolta Neri amori con Ermione, la mia saga Danse Macabre, il mio imminente giallo storico Il ponte sospeso nel volume C'era una volta un ponte, con un saggio di Lucchini & Pimpinella. Da oltre vent'anni inoltre lavoro come romanziere sui personaggi dell'universo di Diabolik & Eva Kant creato dalle sorelle Giussani (chi l'avrebbe mai detto, quando lessi per la prima volta le loro storie intorno al 1970?) e su Martin Mystère di Alfredo Castelli, il "detective dell'impossibile" con cui nel 2018 ho vinto il Premio Italia per il miglior romanzo fantasy.
Il secondo risultato, di cui qualcuno ogni tanto si rende conto, è che senza rinunciare a scrivere per l'intrattenimento sono riuscito a parlare anche di questioni molto serie; l'ho fatto pur non avendo l'etichetta di intellettuale impegnato, che del resto non potrei mai avere dato che la mia matrice è la narrativa popolare.
Il terzo risultato, la conquista più grande di tutte, è che continuo a scrivere. Se chi decide cosa propinare al grande pubblico si basa solo su pregiudizi ideologici e/o di marketing, gli è molto più facile rimuovere dal mercato tutto ciò che non è in grado di capire. Eppure, dopo trent'anni, sono ancora pubblicato e posso contare su decine di migliaia di lettrici e lettori.

Continua...




Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker. È direttore artistico del Premio Torre Crawford. Per Delos Digital cura la collana in ebook Spy Game.

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