jueves, 25 de noviembre de 2021

Genitori e prole


Riflessioni di Andrea Carlo Cappi

Ricevo da un amico, coinvolto in prima persona sull'argomento, la segnalazione del convegno di cui riporto qui sopra il programma, previsto a partire dalle 9.30 di sabato 27 ottobre all'auditorium dell'Umanitaria di Milano (v. S. Barnaba 48). Il tema principale è la situazione dei minori all'interno del rapporto tra genitori separati.
Non sono un genitore. Come ho scritto altrove, credo nelle riproducibilità dell'opera d'arte, ma non mi ritengo tale, quindi non mi riproduco.
Ma ho anch'io, in un certo senso, una prole: quello che scrivo. Non è certo la stessa cosa, ma so che, quando metto al mondo un testo, voglio che sia trattato bene, non che cada nelle mani di un editore incompetente o truffaldino, come talvolta è capitato. Non voglio che qualcuno abusi della temporanea proprietà che può esercitare su ciò che ho dato alla luce. Non voglio che me lo portino via per farne il proprio giocattolo.
Nel caso dei genitori, ci sono di mezzo la vita, il futuro e l'equilibrio di esseri umani: figlie e figli, per cominciare, ma anche madri e padri. Che dovrebbero avere tutti pari diritti, da rispettare e tutelare senza distinzioni o discriminazioni, senza che sia dato spazio a prepotenze e sopraffazioni per mettere le altre persone coinvolte di fronte a un fatto compiuto e a volte irrimediabile.
So solo cosa provo io quando un editore - mi è successo, una decina di anni fa - mi commissiona libri che io scrivo con cura, dedizione e partecipazione (altrimenti non avrei accettato di scriverli) per poi vedere loro e me ingiustamente sfruttati e maltrattati. E questo solo perché le spese legali per far valere i miei diritti come "genitore" possono essere insostenibili e, addirittura, insufficienti a ottenere il risultato.
Da quella e altre esperienze so che la sopraffazione spesso ha la meglio.
Ma ciò diventa inaccettabile, quando ci sono di mezzo esseri umani.

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