Recensione di Andrea Carlo Cappi
Torna con un nuovo romanzo Giuseppe Foderaro, di cui abbiamo parlato l'anno scorso a proposito di Anche gli angeli mangiano kebab. Ma questa volta non siamo nella Milano nera del
detective assicurativo Sauro Badalamenti (qui nominato solo di
sfuggita), non ci sono delitti né indagini e la morte è
solo piccola. E deliziosa. Morte deliziosa è del resto
il nome della pasticceria più esclusiva di Roma – a due
passi da Castel Sant'Angelo – che Agnese Crosara ha battezzato con
il nome della sua creazione più celebre. Rifornisce politici e
prelati, crea status symbol culinari per l'alta borghesia, esplora
sempre nuove frontiere del gusto fuori dalle convenzioni.
Il suo approccio alla pasticceria
non è diverso da quello all'erotismo: senza freni o barriere.
Perché, prima per pagarsi gli studi e ora per finanziare la
sua attività imprenditoriale, Agnese è anche una
raffinata mistress su commissione, con tanto di costume da Catwoman e
frustino. E, lasciato il negozio, si trasferisce nella sua altra
bottega, Lo specchio dei desideri, dove si presentano uomini e
donne in cerca di umiliazione, espiazione e appagamento. Agnese è
mistress per necessità ma anche per vocazione: il suo
atteggiamento con i clienti dell'una e dell'altra attività è
sempre più simile, così come è dominante il
rapporto con gli allievi dei suoi corsi di pasticceria, perlopiù giovani
viziati e perditempo tra i quali si nascondono solo pochi ma
meritevoli possibili successori.
La relazione più ambigua
è però quella con Jerome, ex bocconiano, fiscalista e socio, ma
anche cliente e amante. Il rapporto tra loro dovrebbe essere quello
tra padrona e schiavo, ma a insaputa di lei Jerome si umilia per
vincere. Sicché alla lunga tra i due si crea una mutua dipendenza, che né
lui né lei (ma forse soprattutto lei) vogliono ammettere
essere amore. L'ansia di autocontrollo e indipendenza da parte di
Agnese, la consuetudine all'apparenza da parte di Jerome sono i
peggiori nemici di sentimenti che entrambi trovano troppo
ingombranti. E, come in certe invenzioni gastronomiche di moda oggi,
l'ossessione per l'estetica e l'esteriorità rischia di far
passare in secondo piano la ricerca dei sapori più autentici.
Quale sarà il
destino dei due protagonisti? Perpetuare all'infinito il gioco di
ruoli oppure distruggere ciò che rifiutano di vedere? È
il mistero da risolvere in questo romanzo erotico-filosofico, ironico
e sentimentale, che rivela appieno l'altro lato di uno scrittore già
di per sé imprevedibile.
Latex e biscotti di Giuseppe Foderaro (Giraldi Editore, 168 pagine, 11,50 euro).
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