Riflessioni di un celebre scrittore ignoto, di Andrea Carlo Cappi
Come fa un aspirante scrittore pulp a diventare uno scrittore pulp? Se devo basarmi sulla mia esperienza personale, cui accenavo in una puntata precedente, non è affatto facile. Alla fine degli anni Ottanta – quelli dei "nati per vincere" – la mia posizione è di perdente assoluto. Nella Milano in cui si dev’essere belli, ricchi e pseudosocialisti, mi sveglio tutti i giorni come Gregor Samsa. Saranno necessarie tutta la prima metà del decennio successivo e una serie mirabolante di coincidenze per cambiare radicalmente il mio destino.
Flashback, estate 1978: fuori dalla segreteria del liceo che frequenterò da settembre, presto una biro a una signora che sta iscrivendo il figlio, tale Andrea Pasini. Il primo giorno di scuola lo ritrovo nella mia stessa classe e con lui avrà inizio non solo una lunga amicizia, ma anche una collaborazione tra narrativa e fumetti, non continuativa ma protratta fino a oggi. Torniamo al 1990: mi telefona Pasini, che di lì a poco comincerà la sua brillante carriera di sceneggiatore, da Martin Mystère a Diabolik. Gli è venuta una strana idea per la struttura di una storia gialla e me la sottopone, quasi come scommessa. Io la svolgo sotto forma di parodia hardboiled e di satira sociale, scegliendo un tema che sarà molto attuale anche trent’anni più tardi: il razzismo nella polizia USA; si parla persino di un candidato nero alla Casa Bianca, cosa di cui già si parlava all'epoca, ma a cui si assisterà dal vero solo parecchio tempo dopo. Il racconto, intitolato Pentadramma (che trovate ora a questo link), rimane nel cassetto, dove resterà per qualche mese.
Un anno dopo, 1991, Pasini mi richiama: ha sentito su RadioRAI un programma di fiction in stile Alfred Hitchcock presenta, che invita il pubblico a inviare racconti per un concorso; perché non proporre Pentadramma? Ascolto la trasmissione: ogni episodio di RadioDetective è presentato nientemeno che da Oreste Del Buono ed è introdotto dalla voce di Paolo Lombardi, il doppiatore di Hitchcock; gli interpreti sono attori e doppiatori di primo piano. C’è persino una rubrica settimanale su Il Giallo Mondadori, che per impegni di studio non avevo ormai tempo di leggere.
In quel periodo, tra un faticoso esame universitario e l’altro, andavo spesso all’ufficio postale a spedire invano dattiloscritti. Avevo anche partecipato senza successo a un concorso per un soggetto cinematografico, con una storia postmoderna imperniata su un detective che arriva alla soluzione di un mistero attraverso una serie di sogni improbabili... poi ho visto Twin Peaks, in cui l’agente Cooper usa lo stesso metodo investigativo, mentre nell'ufficio dello sceriffo compare un individuo di nome Cappy, che ha un ruolo irrilevante nella storia. Sì, il fatto che nella giuria di quel concorso figurasse Isabella Rossellini mi ha sempre un po' insospettito, ma non sarà l'unica volta nella mia vita che invento un personaggio in contemporanea con un altro autore. Ve lo racconterò un'altra volta.
Decido in ogni caso che RadioDetective sarà il mio ultimo tentativo e che, se non ottengo risultati, lascerò perdere per sempre l’idea di fare lo scrittore, che tutti in famiglia considerano assurda. E me lo fanno pesare parecchio. È bello avere intorno gente che ti sostiene.
Solo una settimana dopo la spedizione del mio racconto, ricevo una chiamata dalla RAI di Roma: il produttore-regista di RadioDetective, Aldo Zappalà, è entusiasta di Pentadramma, lo vuole adattare per il programma e mi farà inviare regolare contratto come autore (16.000 lire per ogni minuto di trasmissione, al lordo delle ritenute). Non solo: è rimasto così colpito che mi chiede di diventare uno degli autori fissi di RadioDetective e di mandargli altri racconti a mo' di soggetto. Insomma, ho la prova ormai inconfutabile che la mia idea di fare lo scrittore era tutt’altro che assurda. Sto per diventare esattamente ciò che mi ero prefisso: un autore pulp.
Disseppelisco miei vecchi racconti e li rielaboro, ne scrivo di nuovi, invio tutto a Roma. Ma a questo punto Mamma RAI si rivela essere in realtà Norman Bates travestito. Alla straordinaria professionalità dei realizzatori fanno da contraltare burocrazia malsana e giochi di potere di stampo sovietico. Pentadramma viene registrato e annunciato su Il Giallo Mondadori, ma non può andare in onda... perché il contratto non mi è ancora arrivato. Quando cerco di avere informazioni, chiamo la RAI e mi sento rispondere: "Abbiamo un programma che si chiama RadioDetective?" La messa in onda salta. Riceverò il contratto in ritardo di mesi, solo dopo l’interruzione estiva del programma. Tuttavia, malgrado il successo di pubblico e il riscontro sulla stampa, RadioDetective non viene rinnovato per la seconda stagione. Pentadramma non sarà mai trasmesso (non l’ho mai ascoltato neppure io) e sparisce nelle teche RAI. Io non vedo una lira, anche se sulla carta avrei vinto un concorso che prevedeva una trasmissione pagata; alle mie rimostranze ricevo solo un fax inquietante dal direttore di rete, che mi fa capire che devo stare zitto. E i miei racconti successivi non saranno mai adattati per la radio.
In famiglia la mia seconda sconfitta viene considerata la dimostrazione definitiva che devo proprio lasciar perdere. È bello avere intorno gente che ti sostiene. Ora però so che la mia non è un’idea assurda. Io sono uno scrittore e non ho la minima intenzione di cedere. Come due anni dopo lo sia diventato ufficialmente e dopo un altro decennio sia tornato a RaioRAI come sceneggiatore ve lo racconterò un'altra volta.
Continua...
Nella foto: l'aspirante scrittore A. C. Cappi
Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker.
7-Se sapeste cosa c'è dietro...
8-Al buio gli scrittori sono neri
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