miércoles, 17 de marzo de 2021

Chomplotto!

Elucubrazioni di Andrea Carlo Cappi

Leggi anche gli articoli di Kverse - Il mondo thriller di Andrea Carlo Cappi

Terzo e ultimo (spero) articolo su conspiracy theories e fake news dopo Qomplotto!Komplotto! Entriamo subito nel vivo con due notizie-shock!
-Intollerabile. Non si può andare avanti così. Vi rendete conto? Non c'è neanche una donna tra i candidati all'Oscar come miglior attore!
-Il vaccino è così pericoloso che il mese scorso la signora M. è stata ricoverata per una trombosi e non è nemmeno ancora in lista per farlo!
E qui mi viene in mente quel brillante finto saggio scientifico di Isaac Asimov sulla sostanza che si scioglie ancora prima di essere messa in acqua. Beninteso, si trattava di un racconto di fantascienza.
Ma ci sono stati articoli falsamente scientifici - presentati però come autentici - contenenti teorie che si sono poi ampiamente diffuse: quando queste sono state smentite scientificamente, i loro sostenitori sono giunti alla conclusione che fosse in atto un complotto dei Poteri Forti per metterle sotto silenzio. D'altra parte, comprendere una dimostrazione scientifica richiede sforzo e competenza, mentre accettare una superstizione è molto più immediato. Così la civiltà si sbriciola, come recita il poster di Godzilla qui sopra. 

Nell'articolo precedente ragionavo sui motivi per cui si tende a credere ai complotti e sulla difficoltà di distinguere tra ipotesi che non vanno trascurate e altre che non stanno né in cielo né in terra: è davvero un labirinto impenetrabile.
Anni fa mi sono occupato di Marilyn Monroe e della sua morte nel 1962, con la ferma decisione di smentire le teorie di complotto. Tra le varie ricostruzioni, ne è emersa una molto plausibile di overdose accidentale. Dopodiché però nelle mie ricerche mi sono imbattuto a sorpresa nel nome di E. Howard Hunt, un agente della CIA che compare in parecchie vicende sospette di quegli anni, poi passato al servizio di Nixon e finito in carcere per il suo coinvolgimento nello scandalo Watergate. A questo punto la spiegazione "accidentale" rimane valida, ma il dubbio che ci sia sotto qualcosa mi è rimasto.
Hunt ha sempre smentito il suo coinvolgimento nell'assassinio di John Fitzgerald Kennedy nel 1963 (sì, il suo nome spunta anche in quell'occasione). La ben nota versione ufficiale è che il colpevole sia Lee Harvey Oswald, il "tiratore solitario" (lone gunman, da cui il nome di battaglia dei complottisti che aiutano l'agente Fox Mulder in X-Files). Intendiamoci: potrebbe essere davvero stato Oswald, da solo e senza trame oscure. Ma, poco dopo l'arresto, questi è stato messo a tacere a colpi di pistola in una centrale di polizia da tale Jack Ruby (individuo, pare, prossimo alla malavita) colto da un improvviso slancio di patriottismo: un po' sospetto lo è.
Il film JFK racconta l'indagine sul caso Kennedy del giudice Garrison e il processo a un collaboratore della CIA di nome Clay Shaw, poi assolto per non avere commesso il fatto. Per la legge, innocente, dunque. Peccato che il suo nome spunti anche in un'altra vicenda, la Strategia della Tensione. E ci troviamo daccapo: siamo di fronte a un onesto cittadino perseguitato da un magistrato ossessivo o a un artefice di trame nere che arrivano a intrecciarsi persino con la Loggia P2?

Quando qualcuno muore in circostanze anomale, chi cerca di dimostrare - specie se con qualche forzatura - che non ci sia stato alcun complotto non fa che gettare benzina sul fuoco. In particolare quando intorno a una morte sospetta e... tempestiva ruotano parecchi interessi. Anni fa ho scritto un romanzo intitolato Ladykill (che vi consiglio di acquistare, se vi interessa, nell'edizione Oakmond in uscita il 4 luglio 2021), basato sulla morte di Lady Diana: la mia intenzione non era di fare complottismo gratuito, ma di combattere l'anticomplottismo a priori, non meno dannoso.
Il che non vuol dire che il complottismo abbia sempre senso, specie quando sfocia nel negazionismo a ogni costo. Dal momento che nel 1945 Alfred Hitchcock collaborò come consulente a un agghiacciante documentario sui campi di concentramento nazisti, c'è chi ha sostenuto che i filmati (dal vero) fossero stati falsificati dal regista britannico mediante effetti speciali.
Nel 1976 la stessa teoria è stata applicata alle immagini degli allunaggi che, anziché riprese on location, sarebbero state realizzate in studio da Arthur C. Clarke e Stanley Kubrick (reduci dal successo di 2001: odissea nello spazio) e dalla Walt Disney Production. In realtà l'idea deriva forse da una scena del film Agente 007 - Una cascata di diamanti (1971) in cui James Bond si aggira in una sala di addestramento per astronauti nel Nevada, e a sua volta ha ispirato il film Capricorn One (1978) in cui a essere simulata in studio è una spedizione su Marte.
Di recente ho scoperto su Internet un'improbabile teoria di complotto: il portiere notturno dell'edificio Dakota di New York che fu testimone dell'assassinio di John Lennon nel 1980 era un esule cubano di nome José Sanjenis Perdomo, cui viene attribuito un passato nella polizia di Batista e nella CIA. Dato che Lennon era stato a lungo sorvegliato dall'FBI (ma non dalla CIA) ecco a voi la cospirazione: l'assassino non sarebbe Mark David Chapman - con la calibro 38 da lui acquistata (legalmente) in un negozio e i proiettili dum-dum procuratigli (illegalmente) dall'amico poliziotto Dana Reeves - bensì... il portiere-killer! E Yoko Ono, che era presente, non avrebbe visto nulla?
A volte la spiegazione del "tiratore solitario" è la più plausibile. Per questo trovo molto più convincente la teoria sul Mostro di Firenze come unico serial killer autonomo, esposta anni fa dagli scrittori-giornalisti Mario Spezi e Douglas Preston, rispetto a quella complicatissima della setta satanica, oggetto delle ultime indagini... che portarono addirittura all'arresto di Spezi e alla cacciata dall'Italia di Preston, proprio alla vigilia dell'uscita del loro libro-inchiesta sul caso in questione.

Si può costruire una teoria di complotto su qualsiasi cosa, a patto di alterare lievemente la realtà. Io lo faccio di continuo, nei miei romanzi di spionaggio e in quelli con protagonista Martin Mystère. Con la differenza che nei primi spesso la realtà su cui mi baso è già piuttosto deviata di per sé. Ma si tratta di romanzi: è dichiarato in modo esplicito che si tratta di fiction.
Nel 1982 il trio di autori Baigent, Leigh e Lincoln pubblicò - proclamandolo invece non-fiction - un libro tanto appassionante quanto fantasioso, intitolato Il Santo Graal, in cui si descriveva un complotto della Chiesa per nascondere segreti inconfessabili. Il sedicente saggio - costruito su un cumulo di fandonie - ebbe peraltro il merito di ispirare a Umberto Eco lo splendido romanzo Il pendolo di Foucault (1988), in cui un complotto immaginario ideato dai protagonisti viene pericolosamente scambiato per vero. Nel 2003 l'opera di Baigent e soci fu clonata in un mediocre ma reclamizzatissimo thriller di un autore americano; molti dei suoi lettori si convinsero non solo che fosse tutta farina del suo sacco, ma che la vicenda narrata si basasse su fatti reali. Quindi l'unico vero complotto, riuscito, è stata la promozione del suo libro come bestseller globale.
Per restare in tema di religione, nell'aprile 2005 notai che il giorno dei funerali di papa Giovanni Paolo II a Roma si sarebbero riuniti circa duecento capi di stato, circostanze ideali per un attentato potenzialmente disastroso. Ci scrissi un racconto che sarebbe uscito nel marzo 2006 (potrete ritrovarlo in un volume della serie Nightshade in uscita da Oakmond nel 2022), ma dopo solo qualche settimana sentii una trama identica... come notizia alla radio, anche se non venne mai più ripetuta. Perché era una bufala o perché era vera e pertanto avrebbe potuto seminare il panico?
Ormai è difficile distinguere tra realtà e apparenza, quando si leggono titoli roboanti e apocalittici. La paura è uno strumento del marketing dell'informazione e non c'è bisogno che a crearla siano un Grande Vecchio o gli Uomini in Nero o i Nove Ignoti de I Tiranni delle Ombre, un bel romanzo d'avventure e complotti di Clive Cussler e Boyd Morrison che ho tradotto qualche mese fa, appena uscito in Italia. Ma in fondo anche la paura - quando è commisurata alla minaccia e non diventa panico irrazionale - serve a stimolare la cautela e a evitare inutili danni.





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