viernes, 26 de octubre de 2018

Cacciatore di canzoni (racconto del venerdì)

A. C. Cappi in una foto di Stefano Di Marino

Nota dell'autore: Salve a tutti e benvenuti al racconto del venerdì. Sto finendo di scrivere un racconto della mia serie dedicata al Cacciatore di Libri che uscirà prossimamente e mi sono reso conto che sono passati ben dieci anni dall'ultima volta che ho raccontato una storia di quel personaggio. Per la precisione da quando scrissi il racconto che segue, per l'antologia di Todaro Editore Delitti & Canzoni, a cura di Fabrizio Canciani (prematuralmente scomparso) e Stefano Covri. Se è vero che negli anni 2000 aveva abbandonato il suo lavoro di Cacciatore di Libri per l'attività poco più sicura di consulente editoriale, è anche vero che gli ultimi due racconti aprivano nuovi potenziali sviluppi per la serie. Prima o poi dovrò tornarci. Intanto qui facciamo un balzo indietro all'estate del 2008, quando ancora il social network di maggior successo era MySpace, con tutte le caratteristiche dei suoi profili. Buona lettura e buon weekend dal vostro K

CACCIATORE DI CANZONI
Racconto di Andrea Carlo Cappi

L'ultima canzone che avevo sentito in lontananza quella notte d'estate, quando mi ero addormentato, era la stessa che udii al momento di riprendere conoscenza la mattina dopo. Ebbi vagamente la sensazione che il disco, al piano di sotto, si fosse incantato e stesse ripetendo lo stesso ritornello da ore. Ma non avevo tempo di preoccuparmene: quel giorno avevo parecchio da fare e uscii di corsa. Rientrai dopo le sei, quando la portineria era già chiusa. Alle sei e trenta qualcuno parve voler buttare giù la mia porta a forza di bussare. “Polizia!” gridava.
Ero sicuro di non aver fatto niente di male. O niente di peggio del solito. Quando aprii la porta, mi trovai davanti un individuo che sembrava un boy scout vittima di un incantesimo: camicia sahariana, pantaloncini corti della stessa sfumatura, altezza media, fisico grassoccio, occhiali e folti capelli ricci. Il viso paffuto e giovanile, su un corpo che doveva avere almeno quarant'anni e un tasso di colesterolo persino superiore al mio, creava l'effetto di un bambino da cartone animato improvvisamente ingigantito da un colpo di bacchetta magica.
Ispettore Biondi”, si presentò. “Perché il suo campanello non funziona?”
Non ha mai funzionato. Mi piace mantenere vive le tradizioni.”
Perché non c'è il suo nome sulla porta?”
Le consegne le fanno in portineria. E chi mi conosce sa dove trovarmi.”
Perché non mi fa entrare?”
Mi venivano in mente parecchie risposte, ma nessuna che sarebbe stata gradita a un poliziotto. Lo feci entrare. Biondi si muoveva come se fosse già stato in casa mia, conosceva la disposizione delle stanze. In realtà, mi spiegò, aveva passato l'intera giornata in un appartamento identico, quello del piano di sotto, dove la notte precedente era stato commesso un delitto. Il mio vicino Martino Cornati era stato assassinato, colpito alla testa con un grosso posacenere.
Mio Dio. A che ora?” domandai.
Tra le dieci e mezzanotte. Perché me lo chiede?”
Perché... perché...
Stanotte ho avuto la sensazione che al piano di sotto si fosse incantato un disco”, risposi. “Si sentiva di continuo lo stesso ritornello. Cornati è un collezionista di dischi in vinile. Non credo che ne lascerebbe uno a girare a vuoto per tutta la notte senza togliere la puntina. A meno che non gli sia successo qualcosa.”
Lo conosceva bene?” Mi suonava strano l'uso del passato nei confronti del mio vicino del piano di sotto. Maledizione, mi era pure simpatico.
Non molto. Due chiacchiere in ascensore ogni tanto. Una volta mi ha visto con indosso la maglietta di un concerto di Bruce Springsteen e mi ha raccontato della sua collezione. Era tutta la sua vita. Per il resto era un solitario, non vedeva molta gente e le uniche ragazze che frequentava erano conoscenze occasionali su MySpace.”
Su cosa?” fece Biondi.
Internet. Si apre una pagina e si fa amicizia con le pagine degli altri.”
Ieri sera c'era una donna con lui, c'erano tracce di rossetto su un bicchiere. Ma nessuno l'ha vita entrare o uscire. Ha idea di chi potesse essere?”
No, ma forse possiamo scoprirlo. Venga.” Lo portai nel mio studio. “Non faccia caso al disordine”, gli dissi, scavalcando una pila di Diabolik sul pavimento. La mia casa sembra sempre in preda a un interminabile trasloco.
Cornati era più ordinato”, commentò il poliziotto, scuotendo il capo.
Accesi il computer, mi collegai a Internet e cercai il profilo di “Marty, the 7th Beatle”, come si faceva chiamare su MySpace. Faceva una strana impressione visitare la pagina web di un morto, rimasta esattamente come lui l'aveva lasciata l'ultima volta che l'aveva aggiornata.
Intanto l'ispettore guardava con sospetto la mia collezione di action figures, che comprendeva personaggi come Elvis Presley e il Dottor Octopus.
Nel giro di qualche secondo si caricò il brano musicale che Cornati aveva scelto come propria colonna sonora: Nowhere Man. “I Beatles erano i suoi preferiti”, dissi. “Aveva tutto, compresi album e 45 giri incisi dopo lo scioglimento.” Indicai lo schermo: “Ecco, qui si vedono tutti i suoi 'amici' di MySpace. Per la maggior parte sono gruppi musicali emergenti che cercano pubblicità, pagine ufficiali di band e cantanti, e, uhmmm, un altro collezionista di vinili...” Dei trecento e passa amici, le uniche donne erano tre. “Ho idea che, dopo avere passato una serata con lui a sentir parlare di gruppi rock degli anni Sessanta, le ragazze lo cancellassero dalle loro amicizie.” Controllai i commenti più recenti alla pagina di Cornati: si intuivano tentativi di corteggiamento nei confronti delle tre donne: Glenda, Padme e Mary (o almeno così si facevano chiamare su MySpace). “Intanto vediamo le loro pagine”, dissi all'ispettore, che mi guardava come se fossi un alieno.
Aprii la pagina di Glenda e gli spiegai: “In questa sezione si vedono i loro interessi, compresi i gusti musicali e i loro 'eroi'. Si può capire la loro personalità.”
Biondi prese di tasca un block-notes ciancicato e si mise a prendere appunti. Nel giro di mezz'ora ricostruimmo il profilo delle ragazze, tutte e tre di Milano.
Glenda, trent'anni, un tipo dark. Canzone preferita: Where the Wild Roses Grow di Nick Cave e Kylie Minogue, Interessi: letteratura e cinema horror, musicalmente piuttosto raffinata. Alcool: sì. Fumo: sì. Religione: non precisata. Eroe: H. P. Lovecraft.
Potrebbe essere lei”, commentò Biondi.
Padme, trentadue anni, era un tipo dai gusti rétro, la foto che usava come avatar era virata al seppia e la canzone preferita era Uomo mio bambino mio cantata da Ornella Vanoni. Interessi: fantascienza. Alcool: sì. Fumo: no. Religione: buddista. Eroe: il Dalai Lama.
La scelta della Vanoni doveva aver fatto scattare qualcosa nel cuore del poliziotto, che fu immediatamente propenso a escludere Padme dalla lista degli indiziati.
Mary, ventitré anni, era la più colta delle tre. Tra gli autori preferiti indicava Alessandro Manzoni. Come brano musicale aveva Gesù mia gioia eseguito all'organo da Virgil Fox (e non sembrava conoscere nessun musicista posteriore al XIX secolo.) Interessi: la chiesa cattolica (sic). Alcool: no. Fumo: no. Religione: cattolica (repetita juvant). Eroe: papa Benedetto XVI, e padre Amorth, esorcista.
Questa non può essere stata”, fu l'opinione di Biondi. “È una specie di santa.”
Ha detto che c'era un bicchiere macchiato di rossetto. Che cosa conteneva?”
Vino bianco. Vede: non può essere stata lei: c'è scritto che non beve.”
O almeno non beveva fino a ieri sera. Piuttosto, guardi i titoli del suo blog: cita un discorso di Papa Woytila sulla presenza del maligno, parla di esorcismo, di demoni e del numero della Bestia.”
666”, disse l'ispettore Biondi, e indicò la mia collezione di Dylan Dog. “Quelli li ho letti anch'io.”
Provi a immaginare: una ragazza cattolica, fermamente convinta dell'esistenza del diavolo, si lascia invitare a casa di un nerd conosciuto su MySpace, che probabilmente ritiene innocuo. Accetta un bicchiere di vino bianco, che le va subito alla testa perché non è abituata a bere. Stanno ascoltando una canzone che la ragazza è troppo giovane per avere già sentito. E improvvisamente, mentre lei è in preda ai fumi dell'alcool... il disco si incanta su quella che lei può scambiare per una frase satanica. Teme una trappola del demonio. Afferra un posacenere, colpisce alla cieca e scappa.”
Una frase satanica?” Qualcuno doveva avere spento il giradischi prima dell'arrivo di Biondi, altrimenti, forse, ci sarebbe arrivato da solo.
La canzone che stavano sentendo era un successo di Paul McCartney e Michael Jackson. Il disco si è incantato sul ritornello e ha ripetuto per tutta la notte Say say say... say say say...
Oh, porca vacca”, disse l'ispettore.
Be', il resto lo avrete letto sui giornali. Maria Assunta Queirolo, “Mary” su MySpace, ha confessato l'omicidio. E adesso vi saluto: ho appuntamento con Glenda. Mi fido dei miei giudizi come... cacciatore di canzoni.

©Andrea Carlo Cappi, 2008

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