viernes, 9 de diciembre de 2022

Vita da pulp - Che Cappi regali?


Riflessioni di un celebre scrittore ignoto di
 Andrea Carlo Cappi 

Questa volta le riflessioni sono prenatalizie. No, non temete, non intendo trattare il significato profondo del Natale, solo il lato biecamente commerciale della ricorrenza e una sua conseguenza inaspettata.
Come amo ricordare, chi scrive non vive d'aria e ha bisogno di vendere le sue opere. Se il pagamento è in royalties, più copie vende più può sperare in un compenso adeguato alle sue fatiche; se invece il pagamento è a forfait, con buone vendite c'è la possibilità di scrivere ancora per lo stesso editore. Be', non è detto: di recente ho visto un editore rifiutare il seguito di un bestseller, che per fortuna è stato subito acquisito da un concorrente e venduto come previsto in migliaia di copie.
In ogni caso, per continuare a scrivere, occorre vendere. E per vendere bisogna fare promozione, soprattutto nel periodo natalizio, nell'eventualità che qualcuno decida che regalare libri è più sano ed economico.

Sotto Natale, tuttavia, si deve battere la concorrenza del thriller-rivelazione dell'anno e del libro abbinato al fenomeno mediatico del momento. Se quest'ultimo è un personaggio antipatico a molti, scatta un metodo alternativo di campagna promozionale, che funziona così: sui social newtwork appare un post con la copertina del libro, in cui si dice che è una vergogna che sia stato pubblicato; dopodiché migliaia di persone si uniscono allo sdegno, diventando loro stesse inconsapevoli veicoli pubblicitari gratuiti. La copertina del libro compare dappertutto per giorni e diventa impossibile ignorarne l'esistenza. Dal momento che questo - a differenza di molti altri - ha già riempito tutte le librerie, molti lo compreranno anche solo per vedere che c'è scritto.
Come ho già spiegato tempo fa, ci sono modi ben più efficaci per impedire che un libro venda: l'invisibilità e il silenzio. Il primo è facilissimo: in mezzo a centinaia di migliaia di titoli, chi si accorge di un libro in più o in meno? Il secondo è ancora più semplice. Basta non parlarne. Di tanto in tanto l'omertà si spezza, ma solo ogni tanto, quindi non occorrono sforzi perché il pubblico si dimentichi di qualcuno o lo ignori - letteralmente - fino alla morte, con situazioni tragiche come quella che ho raccontato lo scorso anno.
L'unico modo per far conoscere l'esistenza del proprio libro è ormai l'autopromozione attraverso i social network, il che comporta cercare di essere visibili - possibilmente in modo elegante - in un mercato in cui i lettori sono in continua diminuzione.

Ed è quello che cerco di fare in questo periodo - hashtag #checappiregali - accorgendomi però solo ora di un dettaglio: quando nelle mie biografie compare la scritta "autore di una sessantina di titoli", nemmeno io mi rendo più conto di cosa significhi. Questo perché certi esistono solo in ebook, altri sono fuori commercio da anni e di quelli sul mercato si parla il meno possibile.
Ma in questi ultimi tempi tornano disponibili miei vecchi libri scomparsi, come i primi volumi di Nightshade e Medina (e stiamo parlando di bestseller che hanno venduto anche fino a 100.000 copie); sono reperibili i miei titoli di Diabolik & Eva Kant (dai romanzi originali alle novelization dei film); escono raccolte di racconti e romanzi brevi (come la nuova antologia Neri amori, a quattro mani con Ermione); e sono ordinabili online anche titoli usciti solo in edicola, come i miei romanzi di Martin Mystère, uno dei quali dopotutto ha vinto il Premio Italia 2018 come miglior romanzo fantasy. E non bisognerebbe scordare le varie antologie di cui sono curatore o semplice ospite con un mio racconto.
A questo punto noto che, anche trascurando i miei titoli disponibili solo in ebook, sono presente in almeno una trentina di volumi cartacei attualmente in commercio... e regalabili per Natale. Ma anche che il silenzio mediatico è così efficace che alla fine pure io mi dimentico di tutto quello che ho fatto in oltre trent'anni di lavoro. Figuriamoci voi.

Continua...

(immagine: A. C. Cappi in una foto di S. Di Marino, Christmas card by Gehrard from Pixabay)




Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker. È direttore artistico del Premio Torre Crawford.

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