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viernes, 21 de agosto de 2020

Vita da pulp - Fumo negli occhi


Riflessioni di un celebre scrittore ignoto, di Andrea Carlo Cappi

Per un fumatore di sigari è normale mantenersi lontano dagli altri. Lo era già prima che si parlasse di distanziamento sociale, anche perché se non si distanzia lui, lo fanno loro, di norma bofonchiando imprecazioni. Ora qualcuno però approfitta delle misure anti-Covid per proporre divieti di fumare all’aperto, anche per strada e a distanza di sicurezza (N.d.R. Questo articolo è stato scritto in Spagna nell'agosto 2020). Ha una sua logica: la differenza tra, poniamo, una sigaretta e un gelato da passeggio è che per fumare bisogna togliersi la mascherina antivirus, mentre per mangiare il gelato no. O sbaglio? Non so, di solito non mangio gelati da passeggio.

In ogni caso, le persone sagge d’ogni parte del mondo temono il fumatore, specie quello di sigari. Egli emana cattivi odori, porta malattie, viene da noi a rubarci il lavoro, distrugge le foreste pluviali e buca l'ozono. È persino corsa voce che il tabacco protegga dai coronavirus: in pratica un patto col diavolo. Il fumatore è la nuova strega e, dato che ha familiarità con le fiammelle, qualcuno potrebbe passare dal proibizionismo al rogo, anche per liberarsi del surplus di accendisigari.

Sono sensibile al tema perché spesso l’autore prolifico è anche un fumatore metodico. Non è obbligatorio, beninteso, ma dubito che Georges Simenon sarebbe riuscito a pubblicare centinaia di libri se non avesse potuto fumare in pace la sua pipa. Inoltre un vero scrittore non lavora solo quando è alla sua scrivania (o qualsiasi superficie utilizzi come supporto ai suoi strumenti), ma con la sua testa scrive sempre e dappertutto.

Quando è per strada, senza bisogno di essere Jack Kerouac. O nella vasca da bagno, luogo d’ispirazione dichiarato tanto per William Somerset Maugham quanto per Agatha Christie, la quale non fumava ma mangiava mele gettando i torsoli in acqua. O a un tavolino all’aperto di un bar, situazione ideale per Andrea G. Pinketts tra un sigaro e una birra; anche se a Milano, d’inverno, rischiosa per la salute. O su una spiaggia, meglio se deserta: Ian Fleming in Giamaica ne aveva una tutta per sé.

Se l’autore prolifico è anche uno scrittore pulp, eredita la fama di essere bevitore, oltre che fumatore. Non è obbligatorio e, sia ben chiaro, non bastano alcool e tabacco per diventare pulp. Ma forse è il momento di spiegare che cosa diavolo significhi pulp, dato che è un vocabolo su cui si sprecano gli equivoci.

In origine il termine indicava la pasta di legno impiegata nella fabbricazione della carta e, da qui, la carta a basso costo su cui dagli anni Venti si stampavano negli USA le riviste di narrativa popolare. Erano nate alla fine del secolo precedente, ma in quegli anni ce n’era davvero per tutti i gusti: giallo, avventura, fantasy, fantascienza, western, sport... Tutti i generi che sarebbero presto trasmigrati nel fumetto, nel cinema, nella televisione, per arrivare fino a Netflix e Amazon Prime. Prezzi modici e larga diffusione ne fecero un fenomeno di massa, anche se pulp magazine di solito non era un complimento: come dire... cartaccia e storiacce. D’altra parte fu proprio la letteratura pulp a descrivere in presa diretta l’America negli anni del Proibizionismo, quando a essere cattivi non erano i fumatori bensì i bevitori, per la gioia del crimine organizzato cui il Governo donava una nuova e vasta clientela.

Dalle riviste pulp fantastiche uscirono autori leggendari come il signore del weird H. P. Lovecraft o il maestro della sword and sorcery Robert E. Howard, creatore tra gli altri di Conan il barbaro. Da quelle noir – o, per meglio dire, hardboiled – a partire da Black Mask emersero Dashiell Hammett, ex-detective privato che di fatto anticipò lo stile asciutto di Hemingway; Raymond Chandler, scrittore colto e fitzgeraldiano; Erle Stanley Gardner, che con Perry Mason inventò il legal thriller e con un suo romanzo evidenziò una falla in una legge dello Stato della California, facendola modificare. Chi dice che un libro giallo non possa essere utile?

Il pulp trasmigrò poi nei libri tascabili, che in Italia uscivano in edicola nei periodici Mondadori: Il Giallo, Segretissimo, Urania. Certo, Agatha Christie, l’autrice più venduta de Il Giallo Mondadori, non era pulp, nel senso che non era hardboiled. Ma nella stessa collana uscivano l’inventore del police procedural Ed Mc Bain o il maestro del romanzo criminale Richard Stark, eredi di quella tradizione. Come lo erano gli autori francesi, inglesi e americani editi da Segretissimo, che raccontavano avventurose storie di spionaggio traendo spunto dalla cronaca internazionale. In comune costoro hanno il gusto per la letteratura popolare, accessibile a tutti ma non per questo banale.

Ai racconti delle riviste hardboiled si riferiva Quentin Tarantino quando intitolò Pulp Fiction il suo celebre film costruito su storie interconnesse tra loro. Ma a questo punto nell’Italia degli anni Novanta nacque l’equivoco, alimentato dall’ottima operazione di marketing di un editore che scelse per una propria antologia un titolo provocatorio e la definizione "pulp", creando un fittizio ma vendibile movimento letterario. Da quel momento. se un autore – per esempio Andrea G. Pinketts – pubblicava storie un po’ noir, un po’ strane e un po’ violente, veniva definito pulp. Bebo Storti ne fece in tv la parodia in tempo reale con il personaggio di Thomas Prostata.

Ma il vero pulp, inteso come narrativa popolare, è un’altra cosa. Spesso coincide con una grande prolificità, perché diventa uno stile di vita. Se possibile, l’autore cerca di farne il proprio lavoro o la propria attività principale. Non scrive per diventare ricco e famoso ma perché, dotato di fantasia inesauribile, ha sempre in testa mille storie che chiedono di essere raccontate. Era fatto così Emilio Salgari, che un tempo – pur non essendo un autore per ragazzi nel senso odierno del termine – giungeva in mano a giovani lettrici e lettori (sì, senza distinzione di sesso!) appena la scuola le/li alfabetizzava, educandole/li al piacere della lettura e aprendo loro la mente e gli orizzonti. Vari scrittori di lingua spagnola, da Juan Madrid a Paco Ignacio Taibo II, considerano Salgari la loro iniziazione all’impegno politico e sociale. Chi ha detto che un romanzo di avventura non possa essere utile?

Altra caratteristica dello scrittore di narrativa popolare, specie in Italia, è che dev’essere ignorato dalla maggior parte dei media, in modo da limitarne il numero di consumatori. Come il tabacco, esiste ma non se ne può parlare. Motivo: non è un rappresentante omologato della cultura, non è un soggetto controllabile. Si consiglia di affermare che scriva solo per un pubblico maschile e insinuare che sia pure maschilista, in modo da allontanare le lettrici, la quota di mercato più importante per qualsiasi editore. Uscendo perlopiù in edicola, le sue vendite non sono misurate ai fini delle classifiche, il che rende più facile occultarne il successo e, quindi, contenerlo e ridurlo a lungo termine.

L’obiettivo finale è farlo sparire dal mercato, cosa cui l’autore in questione si oppone sfruttando – come vedremo – la propria creatività. Esiste una sorta di proibizionismo anche nei confronti della narrativa popolare, perché la critica – per restare in tema – lo vede come il fumo negli occhi. Non siamo ancora al rogo della narrativa pulp, ma teniamoci pronti a tutto, come suggeriva Ray Bradbury in Fahrenheit 451. Chi ha detto che un romanzo di fantascienza non possa essere utile?

Continua...

Leggi anche la prima puntata

Immagine: A. C. Cappi in una foto di Catilina Sherman 

Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker.

1-Il Paradosso Strumpf

2-Fumo negli occhi

3-Una testa piena di gente

4-Giallosapevo

5-Le storie dentro di noi

6-Lo scrittore inesistente

7-Se sapeste cosa c'è dietro...

8-Al buio gli scrittori sono neri

9-Perché sono le donne...

10-Nato per perdere?

11-E' solo l'inizio



viernes, 21 de junio de 2019

Un'estate tra i libri

Foto di A. C. Cappi

Agenda di Andrea Carlo Cappi

Nel primo mese dell'estate 2019 i "Peccatori" di questo blog saranno coinvolti in eventi e presentazioni di libri: i nostri e alcuni di quelli di cui abbiamo parlato su queste pagine. Motivo per cui condivido con voi la nostra agenda estiva, con i relativi consigli di lettura "sotto l'ombrellone". Ovviamente i nostri sono consigli di parte.


A Marina di Andora (Savona), domenica 23 luglio, ore 21.00, il ciclo Monsieur Le Pop dedica una serata al libro postumo del suo co-ideatore Andrea G. Pinketts, "E dopo tanta notte strizzami le occhiaie": a poco più di sette mesi dalla prematura scomparsa dello scrittore e a quasi un anno dal giorno in cui concepimmo la rassegna culturale dedicata alla cultura popolare, parlerò con vari ospiti del suo ultimo gioiello letterario, nato in simbiosi con i dipinti di Alexia Solazzo che lo illustrano. Saremo accompagnati dal "musico" di fiducia di Pinketts, il Maestro Zac, co-autore insieme a lui di varie canzoni che punteggeranno l'incontro. Questa volta la sede sarà il Delos, in fondo alla Passeggiata di Ponente.


Il discorso riprende alle 21.00 di martedì 25 giugno al Blue Bar sulla Spiaggia Grande di Positano (Salerno), dove si parlerà di orizzonti del racconto nell'ambito di "Mare, sole e cultura - Positano 2019". Un altro appuntamento a cui Andrea G. Pinketts, ospite delle edizioni precedenti, non potrà partecipare di persona, ma presenteremo ugualmente il suo "E dopo tanta notte strizzami le occhiaie" insieme a "Vita di C." di Caterina Zaccaroni e a "Nel territorio del diavolo" di Antonio Monda (tutti e tre editi da Mondadori).


Da mercoledì 26 a domenica 30 giugno si celebrerà il Mystfest 2019, ovvero la nuova edizione del Gran Giallo Città di Cattolica, ricchissima di appuntamenti. Vi rinvio per i dettagli al programma sul sito.


Ma comincio a segnalarvi la serata di giovedì 27 giugno in piazza Primo Maggio, cui parteciperò anch'io, insieme alla sceneggiatrice Patricia Martinelli e all'amico e collega Carlo Lucarelli: riguarderà il più celebre fumetto criminale italiano, con la proiezione del docu-film di Giancarlo Soldi "Diabolik sono io" e della pellicola di culto "Diabolik" di Mario Bava (regista cui è dedicata una retrospettiva nel corso di tutto il festival), oltre alla presentazione della nuova edizione de "Le regine del terrore" (Editoriale Cosmo), il libro di Davide Barzi che racconta la storia delle sorelle Giussani. Tanto il libro quanto il dvd del film di Soldi sono in uscita proprio in questa data.


A proposito di uscite: da venerdì 28 giugno è in vendita l'antologia "24 a mezzanotte" (Officina Milena), raccolta di storie italiane del terrore a cura di Lastrucci & Raimondi, che include un ampio assortimento di autori tra cui il più importante è di certo il grande Biagio Proietti, di cui si è parlato spesso in questa pagine; ma nel volume ci sono anche io, con il racconto "Offryo".



Tornando invece al Mystfest 2019, come si intuisce dal manifesto, lo "sceriffo di Cattolica" sarà presente in spirito oltre che in immagine. Sabato 29 alle 18.30 presso l'Hotel Kursaal si inaugura la mostra "Enjoy Your Monsters" con i dipinti di Alexia Solazzo che fanno parte del libro. Domenica 30 giugno si aprirà alle 18.30 in viale Bovio la mostra fotografica dedicata allo scrittore, cui seguiranno dalle 21.00 in piazza Primo Maggio la cerimonia di consegna del primo Premio Andrea G. Pinketts, assegnato allo straordinario scrittore texano Joe R. Lansdale; la presentazione di "E dopo tanta notte strizzami le occhiaie", con il filosofo Giulio Giorello e me, infine i ricordi degli amici di Pinketts con la partecipazione musicale del Maestro Zac.


Se pensate che il mio socio del Rifugio dei Peccatori se ne stia con le mani in mano... vi sbagliate: martedì 2 luglio alle 21.00, presso l'ARCI Casa del Popolo di Trobaso (via Renco 91, Verbania) il PCI di Verbania organizza la presentazione di due nostri libri di spionaggio.
Uno è la novità di Fabio Viganò "Nome in codice: Fritz", edita da Otma2, vicenda di intrighi ispirata a fatti realmente accaduti durante la Seconda guerra mondiale, protagonisti un ex-criminale inglese costretto a lavorare per l'Abwehr tedesco ma subito pronto al doppio gioco in favore dei servizi segreti britannici, e un partigiano che si finge funzionario fascista nella Parigi occupata dai nazisti.


L'altro - in anteprima assoluta - è il mio romanzo "Nightshade - Missione Cuba" (Oakmond Publishing), in uscita il 4 luglio 2019 ma già prenotabile in tutto il mondo su Amazon, in volume e in ebook. Si tratta della riedizione del primo libro del ciclo con protagonista Mercy Contreras alias "Nightshade", serie che prosegue tuttora con le nuove avventure su "Segretissimo" Mondadori (qualcuno avrà notato l'ultima uscita in edicola, "Agente Nightshade-Effetto Brexit").


Oakmond ripubblicherà quella che i lettori più affezionati considerano la "prima stagione" delle avventure di Mercy, spia ribelle destinata a combattere una propria battaglia contro un'organizzazione che mira a destabilizzare Europa e America Latina. In questo romanzo, ambientato e pubblicato in origine nel 2002, il bersaglio degli avversari è L'Avana e l'obiettivo è riportare Cuba a prima della Rivoluzione, rischiando di scatenare una guerra nei Caraibi.

Giovedì 4 luglio è una giornata particolarmente intensa. Alle 16.00 doppia presentazione nella sala incontri dell'Istituto Redaelli in via Bartolomeo D'Alviano 78 a Milano. Parliamo di "Delitti alla milanese" (Excalibur-RaccontaMi), l'antologia giallo-gastronomica a cura di Gian Luca Margheriti che riunisce racconti gialli a sfondo culinario e ricette ambrosiane tradizionali legate alle diverse storie, i cui proventi vanno in beneficenza.
E, poiché uno degli autori dell'antologia è Marco Donna, grande esperto di James Bond e di viaggi, riprendiamo in mano il suo "Dall'Italia con amore" (Edizioni del Faro), una guida turistica sulle tracce delle avventure italiane dell'agente 007. Tanto più che da metà giugno fino a settembre l'Istituto Redaelli ospita due mostre: una dedicata al cinema di James Bond e una dedicata a un altro mito degli anni Sessanta, cioè il già nominato Diabolik. della quali alle 14.00 di giovedì 4 conduco una visita guidata.


Sempre giovedì 4 luglio alle 21.15 l'accoppiata Cappi & Viganò replica la presentazione di "Nightshade - Missione Cuba" e "Nome in codice: Fritz" con un incontro spionistico presso il Cafè Clubino, già sede di molti appuntamenti letterari a Milano: in via Cosseria 1 (angolo via Gian Galeazzo).



Mentre il pomeriggio successivo, venerdì 5 luglio alle 18.30 siamo di nuovo in scena, stavolta oltre il confine elvetico: ad Airolo, in via Fontana 3, presso il Ristorante Caseificio del Gottardo, dove Fabio Viganò presenta nuovamente "Nome in codice: Fritz" mentre stavolta io parlo del mio ciclo di romanzi dedicato a Diabolik & Eva Kant editi da Excalibur-Il Cerchio Giallo.


Per restare nel tema degli eroi dei fumetti trasformati in personaggi della narrativa, vi ricordo che mercoledì 17 luglio nelle edicole italiane esce il mio nuovo romanzo "Martin Mystère - Il mestiere del diavolo", un'avventura inedita del detective dell'impossibile creato da Alfredo Castelli nel 1982: è il terzo libro di narrativa pubblicato in edicola da Sergio Bonelli Editore, dopo i due precedenti con lo stesso protagonista: "La Donna Leopardo", con cui ho vinto il Premio Italia 2018 (miglior romanzo fantasy italiano del 2019) e "Le guerre nel buio", grazie al quale ho portato a casa il Premio Atlantide 2019 (miglior storia di Martin Mystère del 2018). Avremo modo di parlare del nuovo romanzo in prossimità della pubblicazione.


Nel weekend da venerdì 19 a domenica 21 luglio ci vediamo al Fillmore Summer Festival di Cortemaggiore (Piacenza), in via Matteotti 2/A, per una nuova presentazione di "E dopo tanta notte strizzami le occhiaie" di Andrea G. Pinketts e la mostra di Alexia Solazzo. In queste settimane c'è parecchia carne al fuoco. Spero che abbiate preso appunti per le vostre letture estive, con o senza ombrellone.



miércoles, 6 de mayo de 2015

Milano, maggio e giugno: libri, alcool e risate




Articolo di Andrea Carlo Cappi

Per molti le presentazioni di libri sono sinonimo di noia pazzesca. Peggio che andare a scuola. In effetti a volte è anche vero: ricordo ventidue anni fa un appuntamento con il grandissimo Manuel Vázquez Montalbán, in cui l'ironico scrittore spagnolo ebbe la parola solo dopo lunghe e pedanti prolusioni di almeno tre relatori che sforarono con i tempi. Ma è vero anche che da oltre vent'anni a Milano (e non solo) esiste la formula ideata da Andrea G. Pinketts della "birreria letteraria" che ha trasformato le presentazioni di libri e, in generale, gli incontri letterario-culturali in divertentissime serate di spettacolo improvvisato. Chi conosce Pinketts dalle sue apparizioni televisive non immagina cosa possa combinare in serate del genere, specie se fiancheggiato da me, come avviene più o meno da una ventina d'anni a questa parte. (Nella foto sopra: un momento della recente presentazione al Balubà dell'antologia Scritti con il sangue di Francesco G. Lugli, Edizioni Dunwich).
È una formula che abbiamo spesso usato anche nelle serate Borderfiction all'Admiral e di tanto in tanto al Torchietto Bistrò (sempre a Milano), che di solito organizzo io, ma non in questo periodo perché le giornate sono solo di ventiquattr'ore. L'abbiamo esportata a Latina per diversi eventi del festival GialloLatino, dove caliamo come barbari l'ultima settimana di settembre insieme allo scrittore Stefano di Marino, per unire le forze con l'organizzatore Gan Luca Campagna, giornalista e scrittore, e il leggendario romanziere e autore televisivo Biagio Proietti. Ma in questa primavera-estate 2015, all'appuntamento settimanale milanese con "Giovedì Mistero Pinketts" all'accoglientissimo Balubà Café Restaurant di via Carlo Foldi 1 (una traversa di corso XXII marzo all'altezza di piazza Santa Maria del Suffragio) se ne aggiunge per il mese di maggio un altro ai tavolini all'aperto all'aperto (sotto apposita tenda) al rinnovato Chiosco Mentana di piazza Mentana, condotto dallo scrittore Paolo Sciortino e inaugurato lo scorso lunedì 4 maggio proprio all'inevitabile presenza di Pinketts.
Ecco i programmi con gli ospiti dei prossimi incontri.



Al Balubà Café Retaurant, al giovedì (tranne il 17 giugno, evento eccezionalmente di mercoledì) con aperitivo e buffet dalle 19.30, evento dalle 21.30, presentano Andrea G. Pinketts e Andrea Carlo Cappi
7 maggio Marco Conti Sul confine
14 maggio Cristina Cabelli Bonetti Civico 22
21 maggio Erika Polignino Lisa
28 maggio Placido Di Stefano L'antibagno
4 giugno Michela Minnino La favolosa commedia
11 giugno Andrea Franco & Enrico Luceri Fata Morgana
17 giugno (eccezionalmente di mercoledì) Matthias Graziani Sottopelle e Barbara Bolzan Il furto dei Munch
25 giugno Ilaria Palomba Homo homini virus
Le serate del primo e otto luglio sono ancora da stabilire. Poi riprenderemo in autunno.




Al Chiosco Mentana, al lunedì alle 19.00, presenta Paolo Sciortino
11 maggio Andrea Carlo Cappi Milano da morire (partecipa all'incontro Andrea G. Pinketts)
18 maggio Giovanni Gastel Jr. Spade (partecipano all'incontro Andrea G. Pinketts e Andrea Carlo Cappi)
25 maggio Paolo Sciortino Storia segreta di Milano e Gianluca Margheriti 1001 cose da vedere a Milano (partecipano Andrea G. Pinketts e Andrea Carlo Cappi)

martes, 5 de mayo de 2015

Chi è senza peccato scagli la prima molotov



Sproloquio di Andrea Carlo Cappi

In questi giorni sono inciampato più volte in Satana. No, non mi fraintendete: non sono un tifoso del Diavolo, nemmeno in senso calcistico. Ma ogni tanto mi occupo di true crime, ovvero sono uno scrittore che ricostruisce – anche – veri casi di omicidio e a volte è chiamato a parlarne in televisione, soprattutto sul canale di proprietà della stessa famiglia che controlla una delle principali case editrici italiane (per cui pubblico abitualmente) e la squadra di calcio in questione.
Nell’ultimo mese però un lavoro per tutt’altro editore mi ha portato a occuparmi di varie vicende delittuose in cui il nome del Maligno ha fatto più volte la sua comparsa. La prima zaffata di zolfo è arrivata in una storia troppo lunga perché ve la racconti stanotte. Magari un’altra volta.
Un’altra zaffata si avverte in una storia che mi narrò in prima persona l’amico Andrea G. Pinketts, noto scrittore all’epoca non ancora troppo famoso come personaggio televisivo e quindi ancora molto attivo come giornalista-infiltrato. Una vicenda che i processi hanno dimostrato non avere nulla di criminale, a parte forse qualche scontrino fiscale non rilasciato e – a mio modesto parere – un possibile e in tal caso non trascurabile caso di corruzione di minorenne, che però sarebbe un fatto individuale e non riguarda l’associazione in sé. Mi riferisco ai Bambini di Satana, società bolognese legalmente riconosciuta.
Un giorno di svariati anni fa vidi comparire Pinketts alla Libreria del Giallo con i capelli tinti di azzurro. Immagine davvero inquietante, sappiatelo. Mi rivelò che doveva interpretare la parte di un cantante di rock satanico al fine di entrare nella setta e scrivere un articolo per Panorama. Missione compiuta: l’articolo uscì, con tanto di servizio fotografico. Ma quando poi Pinketts fu chiamato a testimoniare al processo contro di loro, si trovò di fatto a difendere gli imputati: dalla sua indagine non aveva alcun indizio che fossero colpevoli dei gravissimi reati che gli si attribuivano, in particolare di atti di pedofilia. In base alla sua esperienza da infiltrato, il loro non era altro che uno show satanico senza particolari conseguenze (o, dal loro punto di vista, un’attività culturale).
Forse una conferma di tutto ciò è il fatto che il gruppo abbia scacciato poco dopo la loro iscrizione tre adepti sgraditi – una donna con il marito e l’amante – che sarebbero stati protagonisti anni dopo di altre storiacce: lei denuncia l’amante, con cui ha fondato un’altra setta satanica, poi viene decapitata dal marito nei dintorni di Roma.
Non meno inquietante è la vicenda delle Bestie di Satana. Qui si parla di delitti veri e di istigazione al suicidio. Sarebbe ancora da chiarire quante vittime dirette e indirette abbiano a loro carico questi ragazzi della provincia di Varese che bazzicavano gli ambienti del rock satanico.
Un paio di anni fa ho conosciuto un musicista che pratica il genere e che mi ha raccontato che costoro – in tempi non sospetti – erano vagamente conosciuti nell’ambiente (a livello individuale, non come setta) e giudicati come imbecilli. Gli stessi magistrati hanno sentenziato che il satanismo di costoro era più che altro un pretesto per essere violenti, dunque una scelta che avrebbero fatto anche se fossero stati tifosi di una squadra di calcio o di una qualsiasi ideologia politica. Più che Sympathy for the Devil, per citare i Rolling Stones, trattasi di encefaloramma piatto.
Va specificato che seguire il rock satanico, una forma particolarmente estrema di musica metal, non significa né evocare e sguinzagliare il demonio sulla Terra, né tributargli sacrifici umani. E noi in Italia, prima di chiunque altro al mondo, dovremmo saperlo.
Perché uno dei nostri più grandi poeti, Premio Nobel nel 1906, vale a dire Giosuè Carducci, a trent’anni scrisse e pubblicò l’inno A Satana. La sua era, ovviamente, una provocazione destinata a combattere l’ideologia cattolico-clericale dell’epoca (ma non solo di quell’epoca). Insomma, una rivalutazione di tutto ciò che era attribuito al diavolo – dalla vitalità, ancorché peccaminosa, alla scienza e al progresso – che faceva dell’autore, oltre che un mangiapreti, un antidemocristiano ante litteram. Un Dario Fo dei suoi tempi, per citare un altro nostro Premio Nobel nazionale.
E mentre stavo per finire il lavoro e uscire da questi sentieri demoniaci... che cosa succede? Il Primo Maggio un branco di black bloc dà fuoco per "protesta" a una via di Milano, la mia città, poco lontano da dove vivo: automobili, negozi, una banca e le case soprastanti. Per loro è irrilevante che nelle case abitino persone e che potrebbe scapparci il morto, cosa che per fortuna non è accaduta. Ma la via che mettono a ferro e fuoco a colpi di molotov è via Carducci. La strada intitolata a un contestatore che, intellettualmente, è stato molto più estremo di tutti loro, ma che io sappia non ha mai messo a repentaglio la vita di nessuno.
Come ho detto, io non sono per niente un tifoso del Diavolo. E uno dei miei personaggi, eroe della mia serie di fantascienza di cui guarda caso è appena uscito un nuovo episodio nell’antologia AltriSogni Vol.1 (edita in digitale da dbooks.it), è il prete-peccatore padre Antonio Stanislawsky, il cui nome di battesimo richiama il canto tradizionale che parla di Sant’Antonio, lu nimice de lu Dimonio. Sospetto semmai che Satana, nella realtà o nella metafora, si nasconda soprattutto dietro l’ignoranza.