Gistave Courbet Il graticcio, 1862 |
Vademecum per la cura della persona
di Fabio Viganò
10-STRATEGIE COMPORTAMENTALI
L’individuo anziano non è dissimile dal soggetto giovane. Entrambi possono essere fragili e molto, troppo esposti al rischio di cadere in depressione. È opportuno quindi saper interpretare la comunicazione non verbale al fine di prevenire la caduta dell’individuo nel “precipizio depressivo”.
Esistono basi teoriche che possono aiutarci. La depressione è causata da pensieri negativi che determinano il sentimento depressivo. Vi sono inoltre alterazioni caratteristiche del modo di pensare, di comportarsi e di sentire le emozioni. Nelle basi teoriche dobbiamo tener presente la “triade cognitiva”. Essa è rivolta:
-Verso il Sé
-Verso gli altri/il mondo
-Verso il futuro
Verso il Sé: il soggetto ha bassa autostima o inesistente:
- “Sono inutile”
- “Sono inadeguato”
- “Non so far nulla.”
Verso gli altri/il mondo:
- “Le persone sono crudeli”
- “Tutto è così difficile”
- “È un mondo duro.”
Verso il futuro:
- “Sarò sempre così”
- “Le cose andranno sempre male per me.”
Esistono fattori di mantenimento che perpetuano la depressione, come gli errori di pensiero e comportamentali. L’individuo tenderà ad avere e assumere un pensiero negativista, non già di autocommiserazione, ma di estrema critica in senso non costruttivo bensì distruttivo. Tutto questo si rifletterà in un atteggiamento depressivo che risulterà essere osservabile e riconoscibile in quanto influirà a livello anche fisico. I pensieri divengono mere giustificazioni al porre fine alla propria esistenza. L’individuo assume posture inadeguate e non consone a ciò che era in precedenza.
Bisogna tener sempre ben presente che ci si trova di fronte a una condizione nuova, che stravolge e travolge l’essere umano, cambiandolo in modo profondo e radicale. Il suo eloquio potrà essere incerto, quasi incespicato, con parole che parranno come far fatica a uscire dalle labbra. Sembrerà in balia dell’incertezza del vivere. Il tono di voce risulterà essere dimesso talvolta, a tal punto da parer essere flebile. Le spalle incurvate e la schiena china nel camminare esprimono una sorta di “lento abbandono” che potrà incrementare via via col passar del tempo, come se la persona si chiudesse inesorabilmente in sé stessa. E infatti accade proprio questo!
Tra i comportamenti che perpetuano la depressione non soltanto dobbiamo annoverare la rimuginazione, ma anche il ritiro sociale e l’evitamento. Soprattutto nella persona anziana, non è infrequente l’atto del rimuginare. Questo accade sul vissuto e sull’affettività. Si manifesta, di solito, ripensando continuamente a eventi dolorosi o a persone care ormai scomparse, piante, che si continuano a piangere. Il ritiro sociale è un chiaro sintomo depressivo. Il mondo non esiste più, lo si fugge nel buio della propria camera, dentro un letto, senza parlare, cercando il sonno nella speranza di poter dimenticare il dolore. Dimenticare ed essere dimenticati. In un certo senso, il ritiro sociale, già iniziato con l’essere “silenziosi e invisibili” al mondo, assurge nell’intimità della propria stanza a una specie di “escamotage estremo” da una realtà invivibile e troppo dolorosa. Si ha l’evitamento.
Teniamo a sottolineare che queste fenomenologie sono già presenti in una fase depressiva conclamata e non devono essere sottovalutate in nessun caso. Quali potrebbero essere le strategie terapeutiche da approntare, tenendo ben presente che il farmaco serve ma che è il soggetto che deve “crescere in autostima” con il supporto dei terapeuti? Nella fase iniziale della terapia possono essere utili, come strategie cognitive, la distrazione e il “contare i pensieri”. La distrazione consiste nel concentrarsi su ricordi piacevoli e focalizzare la propria attenzione su un’altra attività. Contare i pensieri consiste nel notare l’occorrenza dei pensieri negativi senza farci troppo caso.
Per quanto riguarda le strategie comportamentali sarebbe opportuno il monitoraggio dei livelli di attività (diario) che:
-Aumenta i sentimenti positivi
-Riduce i sentimenti negativi
-Riduce le sensazioni di stanchezza
-Aumenta i livelli di energia
-Aumenta la motivazione.
Tra le strategie comportamentali ha un ruolo rilevante la suddivisione di un compito in piccoli passi (per esempio: incrementare le ore di lavoro gradualmente). I vantaggi risultano essere, anche se non immediati, visibili nel tempo, di giorno in giorno.
La terapia cognitiva è efficace nel trattamento della depressione ed è una pratica semplice che determina in prima battuta l’incremento dell’autostima e di pari passo il “contenimento” del ritiro sociale in quanto il soggetto, di conseguenza, ha incrementato il grado motivazionale e, passo dopo passo, sta riscoprendo una nuova affettività nei confronti della vita. Da “dover vivere” si sta passando al desiderio di “voler vivere”.
Continua...
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