martes, 26 de abril de 2022

Vita da pulp - Le fatiche dell'infaticabile


Riflessioni di un celebre scrittore ignoto di
 Andrea Carlo Cappi 

Qualche mese fa il grande fumettista Alfredo Castelli, in un paio di editoriali sugli albi di "Martin Mystère", ha mostrato apprezzamento e anche un po' di invidia nei confronti di alcuni collaboratori della testata e della serie che definisce "infaticabili". Non posso parlare per gli altri, ma per quanto riguarda me... essere "infaticabile" è molto impegnativo.
Come ho detto di recente, non ho il problema della pagina bianca, semmai il contrario: non ho abbastanza tempo per scrivere tutto ciò che mi viene in mente, perché ogni idea richiede lavoro per diventare una storia e il momento opportuno per pubblicarla. A volte tocca aspettare anni perché si produca l'occasione adatta.
A proposito proprio di Martin Mystère, il serial "Zona Y" che ho appena finito di scrivere e i cui episodi appariranno in appendice agli albi mensili da maggio 2022 fino al giugno 2023, nasce da un'idea che mi è venuta nel 2005 e che ho trasformato in soggetto intorno al 2016. Insomma, per certe cose occorre avere molta pazienza.

Ma, oltre che sulla fiction, gli ingranaggi girano incessanti su altri fronti. Ne vengono fuori questi articoli e altri occasionali su vari blog, la videorubrica Sui generis con i consigli di scrittura creativa del Premio Torre Crawford, l'appuntamento settimanale su Radio Number One con La Boutique del Mistero (e il dossier su ogni puntata che pubblico l'indomani). Non riesco a fermarmi. Né devo fermarmi. Come spiegavo nella scorsa puntata, si pone la necessità di essere visibili, oltre che attivi.
Non importa quanti libri un'autrice o un autore abbia scritto e pubblicato, anche con successo, o l'occasionale notorietà acquisita da questo o quel titolo. Il mondo tende a dimenticarsi rapidamente della tua esistenza. E non solo della tua, ma anche di fenomeni molto più evidenti: quante volte ho sentito dire "Ah, esce ancora Il Giallo Mondadori?" oppure "Ci sono ancora i fumetti di Diabolik?"
La gente è sempre più distratta. E non è colpa dei social network, dal momento che era distratta anche quando non esistevano. Semmai i social network sono un territorio virtuale in cui si ha un'ultima possibilità di passare meno inosservate/i.

Occorre però mantenere anche in questo tipo di comunicazione la stessa qualità che si presume di avere in altri campi. Ci sono ambiti in cui, per esempio, io mi sentirei poco credibile. Preferisco occuparmi di argomenti che conosco, quindi la scrittura creativa, la narrativa di genere o le vicende su cui per una ragione o per l'altra mi sono documentato nel corso degli anni.
Dopotutto in questi decenni ho tenuto vari corsi di scrittura, ho condotto trasmissioni radio su misteri del passato e per un po' ho fatto anche l'opinionista in tv: di solito venivo avvisato la sera, mi dovevo documentare su un delitto appena commesso, di cui inevitabilmente non si sapeva pressoché nulla, e comparire la mattina dopo in diretta per commentarlo in modo sensato.
Non basta. Bisogna anche imparare a fare cose diverse dal solito, specialmente quando si tratta di promuovere i propri libri. Ne parliamo le prossime volte.

(Immagine: A. C. Cappi in una fotografia di Matteo Montecucco)

Continua...




Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker. È direttore artistico del Premio Torre Crawford. Su Radio Number One tiene la rubrica "La Boutique del Mistero" la domenica operiggio alle 16.20.

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