Pubblicità di un adattamento teatrale del Dr. Jekyll, 1887 |
Vademecum per la cura della persona
di Fabio Viganò
5-SINDROME AFFETTIVA BIPOLARE
È un disturbo di tipo affettivo in cui le alterazioni della timia e dell’agire sono almeno un paio. Sono fondamentalmente distinte in ipomania, mania e depressione. Nella mania o ipomania il tono dell’umore è talmente esaltato che il soggetto sembra aver acquisito così tanta energia da indurre in prima battuta allo stupore – caratterizzato peraltro da estrema fragilità – che diviene di rado pianto di fronte a una specie di “incapacità di comprensione della realtà”.
Non dobbiamo dimenticarci del fatto che il soggetto è in preda a uno stato dissociativo. L’individuo, pur dissociato, è come se vivesse uno “stato di grazia”. Si sente onnipotente e “tutto deve essergli concesso”. Tale manifestazione può durare da alcune settimane a diversi mesi, quattro o cinque di solito. L'esordio risulta essere, di norma, brusco.
La fase depressiva del disturbo bipolare è caratterizzata da tono dell’umore deflesso, da profonde crisi di pianto, da deliri, non ultimo il persecutorio con stato confusionale persistente. Il soggetto, in questo periodo della patologia, è marcatamente ipoattivo, ombroso nell’atteggiamento. Ha l’habitus del depresso. Il suo pensiero, rallentato, è caratterizzato da biascicamento nell’eloquio , come non volesse farsi capire o fosse alterato da sostanze esogene quali l’alcool. Questo è un fenomeno non sempre presente. Vi è persino la comparsa del ritiro sociale con grado di autostima molto basso.
Anche in questa fase la malattia cambia radicalmente l’individuo, infierendo spietatamente nell’animo. L’agito molte volte non è cosciente. Il soggetto è alla deriva, “in balia dei marosi della malattia”. Compie gesti che di solito non farebbe mai, come urinare o defecare per terra. Non è infrequente, ma del tutto comprensibile, il senso di angoscia e di vergogna che colpisce il soggetto, gettandolo in uno stato dapprima d’incredulità, quindi di disperazione cui segue la “prostrazione dell’animo”. La fase depressiva del disturbo bipolare risulterebbe essere piuttosto lunga: sei mesi o più.
Come possiamo capire quando un soggetto sia ipomaniacale o maniacale?
La fase ipomaniacale è caratterizzata da:
-lieve e persistente esaltazione del tono dell’umore
-incremento dell’energia e dell’attività
-marcato senso di benessere e di efficienza fisica e mentale
-accresciuta socievolezza e loquacità
-aumento dell'energia sessuale
-diminuzione del bisogno di sonno
-irritabilità e comportamento presuntuoso
-assenza di allucinazioni o deliri
La fase maniacale è caratterizzata da:
-tono dell’umore elevato, espansivo sino a raggiungere l’esaltazione
-iperattività
-aumento del flusso del linguaggio
-ridotto bisogno di sonno
-marcata distraibilità
-autostima esagerata con idee di grandezza
-perdita delle normali inibizioni sociali
-comportamento pericoloso, avventato e inadeguato
-talvolta deliri, generalmente di grandezza, o allucinazioni
-estrema fuga delle idee
-comunicazione incomprensibile o inaccessibile.
Della fase depressiva si è già detto precedentemente. Vediamo ora, da un punto di vista eziologico, quali siano i fattori nella sindrome affettiva bipolare.
Da un punto di vista dei mediatori chimici o neurotrasmettitori vi sono differenze radicali tra la fase depressiva e la fase maniacale. Nella fase depressiva si avrebbe un calo di serotonina e di noradrenalina. Nella fase maniacale alla carenza di serotonina corrisponderebbero livelli ematici elevati di dopamina e di noradrenalina
È da sottolineare la presenza di familiarità da un punto di vista genetico per la sindrome affettiva bipolare. In questa malattia nel soggetto vivono sia la figura del dottor Jekyll sia quella di mister Hyde. Il paragone con il celebre romanzo di Stevenson non è azzardato, se si pensa all’alternanza di stati umorali che l’individuo deve “sopportare”.
Inoltre è da evidenziare il fatto che sussiste una sorta di “compensazione patologica” nella sindrome affettiva bipolare. Infatti, lo stato maniacale bilancerebbe, in un certo senso, lo stato di profonda e lunga depressione patognomonico di questa malattia. Quindi se ne deduce che la fase maniacale risulterebbe essere un meccanismo di difesa contro la fase depressiva.
Continua...
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