viernes, 20 de noviembre de 2020

Vita da pulp - I segreti della Libreria Sbagliata


Riflessioni di un celebre scrittore ignoto, di Andrea Carlo Cappi

Scrivi libri, possibilmente buoni libri. Supponiamo che tu abbia raggiunto un editore degno di questo nome e sia passato indenne attraverso tutte le fasi che ho descritto nella puntata precedente. Dal momento che le case editrici non hanno più un ufficio stampa o, se ce l'hanno, non lo usano per il tuo libro, l'attività promozionale ricade per intero su di te. Se non altro ci sono i social network, anche se vanno usati in modo abile, intelligente, non invasivo. Come? Ne parleremo in futuro, perché sto cercando di capirlo pure io. Ma intanto affrontiamo la questione di oggi: per qualche incredibile ragione, una persona X che hai incrociato su Facebook o Instagram scopre il tuo libro uscito da poco e decide di comprarlo. Che cosa succede a questo punto?

X si reca speranzosa/o alla Libreria Sbagliata: chiamiamola così, può essere una libreria piccola, media, grande, indipendente oppure filiale di una catena. X chiede il titolo, piena/o di illusioni. La Creatura al banco sbircia con sospetto il computer, non trova ovviamente nulla e risponde con voce stridula: «No, non c’è!»
«Eppure dovrebbe esserci», obietta X, che vive in un mondo di fatine e unicorni, nella convinzione che ogni libro pubblicato possa essere subito reperibile in qualsiasi libreria.
«No, non c’è», ribadisce la Creatura, che fin qui dice il vero.
«Ma...»
Ed ecco la prima menzogna: «Non è disponibile». 
«Eppure...» 
«Non esiste», continua la Creatura, perché una libreria non può ammettere semplicemente di non avere un libro.
«Però...» 
«No, è solo un parto della sua fantasia malata.» 

Qui emerge la vera personalità di X. Se non è una lettrice o un lettore di esperienza, se ne va con la coda tra le gambe e la convinzione di essere vittima di un tuo scherzo di cattivo gusto. Ha fatto male a crederti quando hai affermato di avere pubblicato un libro e non ti darà mai più ascolto, anzi, ti toglierà l'amicizia su Facebook.
Oppure non è la prima volta che X entra in una libreria. X conosce il segreto che la Creatura ha evitato di confidare: una libreria ha tutti i diritti di non avere un certo libro, ma lo può ordinare e in una o due settimane al massimo il distributore gliene consegna una copia.
Ecco allora che X estrae il cellulare e mostra con caparbietà il tuo post su Facebook con la copertina. «È questo», dice trionfante. «Vede? Me lo ordina?» 
La Creatura sbuffa. «No, non è ancora uscito.» 
«Ma sì che è uscito!» X gli fa vedere la foto che hai messo su Instagram in cui il tuo gatto ne tiene una copia tra le zampe. «Allora, me lo ordina?» 
La Creatura scuote il capo. «No, non si può ordinare.» Il tono è quello di un burocrate sovietico degli anni Cinquanta quando dice che questo mese non hai diritto alla tua razione di patate ammuffite.
«Perché?»
Parte la nuova menzogna. «Perché non è distribuito.»
Ma X non si lascia ingannare. Rilancia e mostra dal telefonino il sito della casa editrice, in cui è indicato chiaramente il nome del distributore per l'area in cui si trova la libreria.

A questo punto l’orrida Creatura dietro il banco, che ti odia da sempre anche se non ti ha mai conosciuto, sente la fronte imperlarsi di sudore. Quello è il nome del distributore cui la Libreria Sbagliata da tre anni non paga il venduto (quindi a sua volta il distributore non ha pagato l’editore e l’editore non ha pagato gli autori). Per questa ragione il distributore ha chiuso il conto della Libreria Sbagliata e non le manderà più neanche un libro finché non vengono pagati tutti gli arretrati.
Che la Libreria Sbagliata non potrà mai pagare, perché è in arretrato anche con l'affitto. Il padrone dei locali vuole sfrattarla per cedere lo spazio come temporary shop a una 'ndrina che, con il riciclaggio del denaro sporco, offre maggiori possibilità di guadagno.
La Creatura sa che potrebbe risolvere ugualmente la situazione in altro modo: raccogliere l’ordine, andare da un grossista, prendere una singola copia del libro (scontata) e venderla al cliente (a prezzo pieno). Ma questo vorrebbe dire perdere tempo e smentire tutto ciò che ha raccontato finora. Quindi La Creatura scaccerà X dalla libreria minacciando di chiamare le Forze dell'Ordine. O la 'ndrina.

Tutta questa fatica viene fatta dal libraio per non vendere una copia del tuo libro e dal lettore per non riuscire ad acquistarla. E comporta conseguenze.
Tu non lo sai, ma ormai intorno a te si sta facendo terra bruciata. Sul database a cui tutti i librai hanno accesso, il conteggio delle tue vendite risulta irrilevante. Questo vale anche se in passato hai pubblicato un bestseller: nessuno si ricorda più di te, nessuno sa più che esisti e ciò che conta è il numero di copie vendute del tuo ultimo libro, prossime allo zero. Nessun editore vorrà più averti nel suo catalogo. Ma, se per qualche improbabile coincidenza ciò dovesse capitare, un libraio ci penserà due volte a ordinare un tuo volume. La tua carriera è finita per sempre.

Sia chiaro: non tutte le librerie sono la Libreria Sbagliata. Ma tutte le librerie sono in difficoltà oggettive da ben prima del Covid. Sepolte da tsunami di ciarpame editoriale, devono sostenere l'affitto del negozio e le spese di gestione a fronte di una clientela decrescente. Da anni se ne vedono moltissime costrette a chiudere. Talvolta una libreria può sopravvivere se fa parte di una catena potente, ma non è detto: anche lì si vedono tagli, licenziamenti e chiusure. Una libreria indipendente può tirare avanti quando riesce a stabilire un rapporto autentico con la clientela. Ne parlavo a fine settembre al festival (quest'anno in forma virtuale) che porta il nome "La Sherlockiana" con la titolare della libreria "Il Covo della Ladra" di Milano. Lei parlava della sua esperienza, io parlavo delle mie presso "La Sherlockiana-Libreria del Giallo".

Ma capita spessissimo che le librerie si comportino come la Libreria Sbagliata. Ciò implica che parecchi titoli abbiano grosse difficoltà a essere trovati e acquistati. Non solo è difficile sapere che esistono, perché nessuno ne parla, ma a volte è impossibile ordinarli in libreria. Questo ha inevitabili ripercussioni sugli editori: il distributore richiede la stampa di un certo numero di copie, che però non vanno in commercio. Quindi l'editore sostiene i costi di stampa, ma poi anche quelli di magazzino per conservare libri che nessuno compra. Ne consegue che ci rimetterà anche i soldi del lavoro editoriale, non guadagnerà nulla da quel libro e non avrà royalties da pagare all'autore. Il tuo libro è stato pubblicato, ma di fatto è come se non fosse mai uscito.

Oggi esistono rimedi che possono salvare editori e autori, e persino aiutare le librerie, ma su uno di questi si sta creando un movimento di opinione che lo rifiuta, lo vuole soffocare e di fatto, senza saperlo, favorisce solo la sopravvivenza dei più forti, che nel caso dell'editoria non sono necessariamente i migliori. Ne parliamo la prossima volta e qualcuno di sicuro si offenderà. D'altra parte si tratta di una questione che riguarda anche la sopravvivenza di autori dalla carriera ormai trentennale. Gente come me. Quindi non ho intenzione di tacere.

Continua...

Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker.

1-Il Paradosso Strumpf

2-Fumo negli occhi

3-Una testa piena di gente

4-Giallosapevo

5-Le storie dentro di noi

6-Lo scrittore inesistente

7-Se sapeste cosa c'è dietro...

8-Al buio gli scrittori sono neri

9-Perché sono le donne...

10-Nato per perdere?

11-E' solo l'inizio

12-Le grandi menti

13-Il magico mondo dell'editoria


1 comentario:

  1. Qui sono scoppiato a ridere a crepapelle: "«Ma sì che è uscito!» X gli fa vedere la foto che hai messo su Instagram in cui il tuo gatto ne tiene una copia tra le zampe."
    Comunque, quanta verità! Per anni da lettore, la mia libreria, quella giusta, è stata "Quarto Stato" di Aversa. Una libreria in cui si parla, ci si scambiano titoli, impressioni, consigli di lettura e dove nascono iniziative. E dove se il libro non c'è, te lo ordinano. Ne ho conosciute poi altre Giuste, in giro per l'Italia. Ma anche alcune sbagliate (in particolare di alcune catene, ma sarà stato un caso) dove l'addetto del momento mi è sembrato a volte infastidito quando ho chiesto un titolo, nessuna parola più del dovuto, del tipo, avanti un altro. Risultato: in questa, in particolare, ci vado solo per vedere cos'ha, dato che ha anche molto usato, oppure quando mi è comodo o di strada, altrimenti se cerco un titolo in particolare ricorro a no store online. Ma quanto mi manca (per motivi di chilometri) la mia libreria "giusta". Per fortuna, come dicevo, ce ne sono ancora tante altre giuste in giro ;)

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