viernes, 11 de marzo de 2022

Vita da pulp - Gente zeta

 

 Riflessioni di un celebre scrittore ignoto di Andrea Carlo Cappi

Nella puntata precedente scrivevo delle problematiche dello "scrittore che ne sa troppo". Devo confessare che, a questo proposito, un paio di settimane fa ho provato un'inquietudine supplementare quando ho letto una certa notizia. Sembra che già avvenisse durante le grandi manovre congiunte Russia-Bielorussia, ma il fatto è stato notato solo al momento dell’invasione dell’Ucraina: molti carri armati russi ora impegnati nell’attacco sono contrassegnati da una grossa zeta bianca.
È possibile che si tratti solo di un modo per rendere riconoscibili i mezzi corazzati di una determinata compagnia, ma il fatto è che la lettera ha rapidamente assunto il ruolo di simbolo dell’invasione russa. I sostenitori della guerra hanno cominciato a sfoggiarlo per manifestare il loro orgoglioso appoggio ai bombardamenti su civili innocenti e alla cacciata di milioni di profughi dalle loro case.
Il 5 marzo il ventenne russo Ivan Kuliak ha esibito la zeta ritirando sul podio la medaglia d'oro nel campionato mondiale di ginnastica artistica a Doha (Qatar) mentre all’atleta ucraino Illia Kovtun veniva assegnata quella di bronzo (fonte: The Guardian, 7 marzo 2022). Lo stesso giorno la lettera è stata tracciata sulla porta dell’appartamento di Margarita Konovalova in arte Rita Flores, membro della band dissidente Pussy Riot (fonte: The Art Newspaper, 8 marzo 2022). Qualcuno su Internet già chiama la zeta pro-guerra con il nome di “zwastika”.

Le ipotesi sul suo significato sono molte: potrebbe essere l’iniziale della parola zapad (occidente) e indicare il Distretto Ovest dell’esercito russo; potrebbe essere l’iniziale della parola za (per), usata nella locuzione za pobedu (per la vittoria). Un ministro ucraino ha rilevato che la zeta indicava la camera a gas del campo di concentramento nazista di Sachsenhausen, Germania. Dubito che il simbolo si riferisca al film Z-L'orgia del potere di Costa-Gavras del 1969; o alla zeta di El Zorro (La Volpe, in spagnolo), difensore mascherato dei deboli e degli oppressi nella California spagnola, apparso in un romanzo del 1919 dello scrittore pulp Johnston McCulley e poi in innumerevoli film.
Si tratta senz’altro di una pura coincidenza, ma il motivo per cui la lettera come simbolo pro-guerra mi ha preoccupato è che... il primo a collegarla alle strategie russe sono stato io: nel romanzo Sickrose-Sicaria pubblicato un anno fa, marzo 2021, in edicola da Segretissimo Mondadori (sotto il consueto pseudonimo di François Torrent) e ora disponibile solo in ebook. Nel romanzo mi ispiravo a una setta religiosa esistente negli USA, contrassegnata nella realtà dalla lettera qu e aperta sostenitrice dell’allora presidente americano.
Avevo deciso di usare la zeta per poter fare una ricostruzione di fantasia, forse però non lontana dalla realtà: nel libro la setta “zeta” è stata creata da un’organizzazione russa esperta in disinformazione, che nel 2020 vuole a tutti i costi far rieleggere il presidente USA in carica. Quando il piano fallisce, decide di organizzare una rivolta che sfoci in una guerra civile. Anche se è stato pubblicato nel marzo 2021, ho completato il romanzo a inizio dicembre 2020, un mese prima dell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, a cui hanno partecipato anche membri della vera setta a cui mi ero ispirato.
Trovarmi citato anche solo per caso sui carri armati dell’invasione non mi fa troppo piacere. Anche perché una zeta fa la differenza, specie quando si bombarda un reparto neonati e poi si dichiara che era un “reparto neonazi”.

Continua...




Andrea Carlo Cappi (Milano, 1964) ha esordito sulle pagine de Il Giallo Mondadori nel 1993. Da allora ha pubblicato una sessantina di titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, presso alcune delle maggiori case editrici italiane e qualcuna delle peggiori. Editor, traduttore, consulente editoriale, all'occorrenza è anche sceneggiatore, fotografo, illustratore, copywriter (di se stesso) e videomaker.

(Immagine: foto di A. C. Cappi)

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